- Arte e Cultura
Rocchetta di Sparafucile
La rocchetta è quel che resta di un complesso di fortificazioni del borgo di San Giorgio a Mantova
Principale scenografia del terzo atto e ambientazione buia e misteriosa in cui si compiono la maledizione di Rigoletto e le ultime drammatiche vicende dell’opera che culminano con la morte della figlia Gilda, la locanda di Sparafucile si fa ricondurre all’attuale omonima rocchetta.
Un luogo che è rappresentato in modo del tutto realistico sia dal librettista Piave che dallo scenografo Bertoja che la vollero in posizione isolata, defilata dalla via pubblica, come in effetti viene oggi a trovarsi.
Nota originariamente come “rocchetta di san Giorgio” e detta “Sparafucile” solo dalla fine del XIX secolo, la rocchetta è quel che resta di un complesso di fortificazioni del borgo di San Giorgio tese al rafforzamento delle difese dello stato dei Gonzaga nel XIV secolo.
A lungo abbandonato, negli anni ’70 il complesso fu trasformato in Ostello della Gioventù dalla Provincia di Mantova; in parte restaurato nel 2010 resta tuttavia non visitabile internamente.
(Atto terzo, scena prima) A sinistra, è una casa a due piani, mezzo diroccata, la cui fronte, volta allo spettatore, lascia vedere per una grande arcata l’interno d’una rustica osteria al pian terreno, ed una rozza scala che mette al granaio…
“La donna è mobile qual piuma al vento, muta d’accento e di pensiero” (il Duca) [scena seconda]