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Longone al Segrino
A spasso nel tempo sulle sponde del lago
Adagiato in una piccola conca formata da colline moreniche, Longone al Segrino conserva tracce affascinanti della sua storia nelle leggende "lacustri". La più famosa è quella di San Giorgio è il Drago.
In riva al Segrino, tra i canneti, viveva un orribile drago che terrorizzava pescatori e passanti. Presi dalla disperazione, gli abitanti della zona decisero di provare ad ammansirlo offrendogli dei sacrifici. Si cominciò con greggi e animali, poi si passò alle vittime umane. Quando toccò a Cleodolinda, la figlia del re di Morchiuso, lasciata sulla riva legata a un albero di sambuco, il suo pianto richiamò un cavaliere di passaggio. Era san Giorgio, sul suo cavallo bianco, che dapprima lo ferì con la lancia sul collo, poi, con la spada e un colpo secco, lo decapitò, facendone rotolare la testa nelle profondità del Lago.
A questa leggenda è legata anche una ricetta tradizionale locale, i Pan Meitt de San Giorg, dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori essiccati di sambuco, da mangiare il 23 aprile, giorno di San Giorgio, e da servire con una nuvola di panna montata.
Dalla leggenda si passa alla letteratura. I lettori di Carlo Emilio Gadda potrebbero essere curiosi di vedere la casa dove a Longone passava i periodi di vacanza. Lo scrittore in realtà non l’amò molto, perché minò la sicurezza economica della sua famiglia. In ogni caso, sorge a sud-est del paese, lungo la provinciale della Valassina.
A proposito di scrittori, dal Centro di Longone partono diversi percorsi per camminatori intraprendenti. Tra gli altri, il Sentiero di Fontanavilla segue la sponda occidentale del lago e sale lungo le prime propaggini del Monte Scioscia.
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