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Merone
Tra sentieri, boschi, acque e fontane
La prima notizia che si ha di Merone riguarda il suo castello, distrutto nel 1285 dai Della Torre, in guerra con i Visconti per il dominio su Milano.
Come è noto, alla fine furono i Visconti a spuntarla e la loro signoria durò fìno al 1450. I Torriani tornarono a Como, il Castello non fu mai ricostruito e di esso resta da allora solo una torre, che oggi è una residenza privata.
L’acqua, in molte forme, disegna il territorio di Merone. C’è innanzitutto il Lago di Pusiano, che bagna Moiana e che da queste parti conserva sponde dall’aspetto naturale, con la successione di canneto e cariceto.
E poi i laghetti artificiali di Baggero, ricavati in anni recenti dalla Cementeria con il riempimento delle cave di marna ormai esaurita. Quanto alle rogge, le più importanti sono le Gallerane, a Pontenuovo, e il Cavolto, a Baggero. Infine c’è il Lambro, che scorrendo incavato tra le colline, attraversa tutto il paese.
II nucleo idrografico di maggior interesse è Pontenuovo. Qui, infatti, con la confluenza delle Gallerane che percorrono il Piano d’Erba e degli emissari naturali dei Laghi di Alserio e di Pusiano, il Lambro as-sume carattere di fiume, dopo aver mostrato a lungo la sua irregolarità e irruenza torrentizia tanto da meritarsi il nome di Lambrone: arricchito anche delle acque che vi riversa il cavo Diotti – il canale artificiale costruito nei primi decenni dell’Ottocento – diventa “Lambro settentrionale” e inizia il suo percorso tra le colline della Brianza.
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