- Active & Green
- Laghi
Lago Segrino
Il rivo del rispetto, dal celtico Sĕgā-rīnŏ-s tra Canzo, Eupilio e Longone al Segrino.
Nelle terre intorno al Lago Segrino, la palude possedeva un significato profondo per le antiche culture galliche. Era vista come una sorta di limbo, un territorio di confine tra la terra e il cielo.
Questa concezione era intrisa di rispetto e riverenza per il luogo, specialmente dopo la scoperta di una necropoli contenente tombe antecedenti all'era cristiana, nel comune di Canzo.
Tre comuni Canzo, Eupilio e Longone affacciati sul Lago Segrino. Scopriamo che in passato il Lambro sgorgava alla base del Monte Scioscia e si immetteva nel Segrino, poi in un tempo remoto probabilmente una frana tra Canzo e Asso interruppe il suo corso deviandolo verso Caslino d’Erba. Da allora il Segrino è alimentato da sorgenti sotterranee e dallo scolo dei monti circostanti. Lo storico emissario è la Roggia Molinara che dal Punt Inàch, attraversa le frazioni di Carella, Corneno e Penzano di Eupilio saltando per oltre 120 m nel lago di Pusiano: storico membro dell’Eupili pliniano con i laghi di Alserio, Annone e Montorfano. Il suo corso ha visto il fiorire di mulini e lavatoi; uno di questi mulini ha percorso la storia del paese di Eupilio e subendo il corso dei tempi si è trasformato da mulino, a torcitura, ad officina di arrotini per poi essere, purtroppo, demolito negli anni Settanta. Suggestiva a ridosso delle pendici del monte Cornizzolo è la presenza della Fons Sacer, una polla d’abbondante acqua sorgiva che alimenta il lago. Per renderla ben visibile al passante, si è provveduto a un accurato lavoro di ripulitura e la parte di strada divenuta ponte è stata pavimentata a lastre per distinguerla dal tracciato d’asfalto. In primavera è ammirabile circondata da Alberi delle Farfalle o Buddleia Selvatica dai fiori viola che attirano innumerevoli farfalle.
Canzo e Eupilio collegati dal Senteròn che unisce la valle della Pesora dal Lazzaretto di Canzo all’Alpe di Carella, costeggiando in quota il Segrino. Il Sentierone racconta un altro dei mestieri che hanno fatto la storia dei paesi vicini ai valici svizzeri: il contrabbandiere. Questa traccia dava la possibilità alla merce di contrabbando di raggiungere il lecchese e, quindi, poi Milano. Si guadava il torrente Pesora e si attraversavano boschi di carpini e faggio, ci si faceva chiamare con i nomi degli animali del bosco per non essere rintracciati dai burlanda, i finanzieri; così i discorsi degli abitati del paese erano ricchi di “È passaa ul loff” o “Ul puianon al cureva”. C’erano precisi segnali di allerta che i compaesani usavano per avvertire gli sfrosaduur di eventuali pericoli: le imposte accostate in un certo modo, il tal paio di scalfarotti stesi ad asciugare.
Da Canzo svoltando verso il Segrino c’è una cappella dedicata alla Madonna, che sulla facciata verso il canneto riporta il dipinto “Ul carraduur”, il carrettiere addormentato di W. Cremonini. Narra la vicenda che tal Togn Massenööv di Mariaga trasportasse, in un gelido pomeriggio di gennaio, legna o mattoni verso Canzo. Il sonno lo colse all’inizio del lago e si destò solo nei pressi della cappella mariana rendendosi conto che i buoi, invece di seguire la strada, avevano attraversato per miracolo il lago ghiacciato arrivando indenni alla riva opposta.
Ph. immagine di copertina: Mario Varenna