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La villa romana
Scopri a Palazzo Pignano la villa romana e il cuore del Lago Gerundo
La Villa romana tardo antica, rinvenuta nei pressi della Pieve di San Martino,sorgeva al centro di un'ampia area rialzata. Questo territorio era delimitato ad ovest e ad est da due zone più basse: quella ad ovest poteva essere invasa dalle acque dell'Adda, durante le alluvioni primaverili e autunnali, formando l’antico lago Gerundo, mentre quella ad est era occupata dalla palude del Moso che poteva arrivare ad un'estensione e ad una profondità variabile.
Questa lingua di terra sopraelevata, sulla quale sorge Palazzo Pignano, prende il nome di Insula Fulcheria ed è tra le più fertili terre della Pianura Padana, adatta alla coltivazione dei cereali. Verso la fine dell'Impero Romano, l'antica Mediolanum (l’odierna Milano) era diventata capitale. I nobili romani costruirono pertanto le loro importanti abitazioni, simili per lusso e comfort a quelle possedute a Roma e in altre parti dell'impero. I Romani iniziarono così a frequentare questi territori a partire dal III secolo a.C. . I ricchi proprietari terrieri che fecero costruire la villa in epoca tardo antica non scelsero questo luogo casualmente: la fertilità della terra adatta anche all'allevamento dei cavalli, la vicinanza alle zone paludose, adatte alla caccia ed alla pesca, la presenza di corsi d'acqua navigabili e dell'importante strada che congiunge Milano a Cremona, rendevano questa zona particolarmente strategica.
La villa di Palazzo Pignano può essere confrontata con le più ricche e lussuose ville dell'Impero Romano, in particolare la più simile ed affine è la Villa di Rabaçal in Portogallo, appartenente ad uno stretto parente dell'imperatore. La villa era disposta intorno ad un cortile ottagonale, circondato da un portico chiamato peristilio, sul quale si aprivano grandi sale.
Più a est, separato da una corte, si trovava un altro quartiere usato come residenza o come pars rustica, ossia una parte destinata alle attività agricole. L'importanza della villa si può dedurre dalla presenza di ricchi mosaici, composti da tessere colorate, che formano motivi floreali stilizzati.
Uno di questi è stato restaurato e collocato sotto le tettoie degli scavi, mentre gli altri sono conservati presso il museo di Crema. Alcuni ambienti venivano riscaldati; è infatti possibile notare in alcune stanze la presenza di “suspensurae” vale a dire delle colonnine rosse che reggevano un pavimento superiore tra le quali circolava l'aria calda che era alimentata da un focolare (praefurnium) attraverso un voltino. L'aria calda passava all'interno delle pareti attraverso dei mattoni forati (tubuli), dai quali poi defluiva. Nel corso dell'Alto Medioevo la Villa venne abbandonata; i muri ormai in rovina furono riutilizzati per costruire le capanne di un piccolo villaggio e in seguito l'area fu lasciata alla coltivazione.
(Ph: Villa Romana della Pieve di San Martino - su concessione del Ministero della Cultura)
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