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Il borgo Pagazzano
Una perla da scoprire nella pianura bergamasca
Il borgo di Pagazzano merita sicuramente una visita non solo per il suo famoso castello, vera e propria perla nascosta nella pianura bergamasca, ma anche per il centro storico che ha mantenuto la sua originale struttura medievale.
Tra i monumenti da vedere ricordiamo:
Il “Fosso Bergamasco”
Il "Fosso Bergamasco" è un canale artificiale di origine tardo medioevale che collega il fiume Adda al Serio e il Serio all’Oglio. Per lungo tempo ha anche rappresentato il naturale confine tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia.
Tutto questo è confermato dalla presenza di numerosi castelli (tra cui quelli di Brignano, Rozzone, Liteggio e appunto Pagazzano) e da qualche apposito cartello che segnala l’antico confine. Per gli storici, il Fosso venne scavato tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo.
Il Castello
L'attuale aspetto del castello è dovuto ai Visconti di Brignano che lo vollero simile ai castelli sforzeschi del periodo. La sua costruzione sui resti del maniero medievale avvenne tra il 1450 e il 1475. Il castello fu spesso scelto come luogo di soggiorno dai proprietari, che vi ospitarono personaggi illustri tra i quali Francesco Petrarca.
Dell'intero edifico il lato nord resta il meglio conservato. Al contrario la parte meridionale, oltre ad avere perso le due torri angolari sud-est e sud-ovest, è stata la più interessata ai cambiamenti del XVII e XVIII secolo.
Sul lato a nord è collocato il ponte levatoio della lunghezza di circa 4 metri che ancora oggi è funzionante ed è manovrato per mezzo di catene in ferro.
Il fossato ricolmo d'acqua che circonda il maniero ed il ponte levatoio costituiscono la caratteristica principale del castello di Pagazzano, l'unico della Bergamasca che conserva queste parti ancora intatte.
Il Museo Archeologico
All’interno del castello di Pagazzano merita sicuramente una visita il "Museo Archeologico Grandi Opere", uno scrigno di storia in cui sono raccolti ed esposti al pubblico i reperti archeologici trovati nel corso dei lavori di costruzione dell’autostrada Brebemi. Il Museo è un concentrato appassionante di storia e arte.
Nella sala dedicata alla preistoria-protostoria è visibile e addirittura vivibile, dato che è stata ricostruita in 3D, una capanna di 3.300 anni fa il cui modello è stato rinvenuto nell’insediamento scoperto a Covo.
Nella seconda sala, quella della romanizzazione, si può ammirare il corredo di un guerriero del II secolo a.C., composto da monete di argento, dette dioboli, molto rare. Rarità sono anche quelle emerse nella necropoli di Caravaggio e composte da oggetti di abbigliamento, ornamenti, bicchieri, ciotole e olle (ceramiche).
Nella terza sala, dedicata all’età longobarda, sono esposti reperti come lance, fibbie di cinture, croci auree. La loro suggestione è accresciuta dalla proiezione in 3D di come dovevano apparire i volti di persone: un uomo, una donna e una bambina trovate sepolte.
Il percorso museale si conclude nell’ultima sala con reperti della necropoli rinvenuta a Masano. Una sepoltura lignea perfettamente conservata grazie all’acqua della falda acquifera che l’aveva sommersa.