- Arte e Cultura
Mostra di Dineo Seshee Bopape: Born in the first light of the morning
Dal 6 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 Pirelli HangarBicocca presenta “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, la mostra antologica dedicata al lavoro di Dineo Seshee Bopape e che include anche una nuova produzione. Grazie a una distintiva combinazione di immagini in movimento, elementi sonori, disegni a pareti e un vasto vocabolario materico – che include terreno, acqua, argilla, carbone, mattoni, cenere, erbe, legno, e luce naturale – l’artista concepisce in Pirelli HangarBicocca un paesaggio visivo poetico, offrendo una riflessione sui concetti di memoria, materiale e socio-politica, e di riconciliazione interiore e con la storia.
Nella sua pratica Dineo Seshee Bopape (Polokwane, Sudafrica, 1981; vive a Johannesburg) incorpora media diversi – come la scultura, il disegno, il video e il suono – accostando materiali organici e fortemente simbolici a un’estetica digitale e tecnologica. Partendo dal proprio vissuto legato al suo paese d’origine, il Sudafrica, l’artista tesse narrazioni in cui la corporeità femminile e materna assume un ruolo sostanziale per indagare archetipi (roccia, acqua, fuoco, aria) e mitologie ancestrali. La sua opera inoltre interroga il concetto di archivio, gli effetti del colonialismo e la funzione politica e spirituale della memoria. Allo stesso tempo, Bopape dà vita a installazioni ambientali attraverso l’impiego di elementi come terra e acqua, che, mescolati e lavorati insieme ad altre sostanze come carbone, cenere e argilla, suggeriscono nuove possibilità rigenerative fisiche, spirituali e sociali.
“Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, è la prima mostra antologica dedicata a Dineo Seshee Bopape e presenta una serie di installazioni, disegni a parete e video, che offre ai visitatori e alle visitatrici l’opportunità di conoscere e approfondire la pratica dell’artista. Il titolo dell’esposizione evoca uno stato di rinascita o di transizione: con queste parole Bopape incoraggia a ripensare il concetto stesso di opera d’arte, non più intesa in senso monumentale e museale, ma come tramite tra mondi materiali e immateriali, esperienze e tempi differenti. Proprio a partire dalla scelta di utilizzare sia l’inglese sia il SePedi, una delle lingue Bantu del Sudafrica e sua lingua madre, l’artista estende concettualmente i parametri del suo lavoro.