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Tour in A35: Melzo
Le prime prove cartacee della sua esistenza risalgono al Medioevo dove viene citata come “Mellesiate”. Melzo all’epoca era un paese agricolo specializzato nel settore caseario. La sua vicinanza con la città di Milano, che dista solamente di 12km, ha fatto sì che la storia del piccolo comune fosse strettamente legata alla metropoli. Durante i conflitti tra i Visconti e i Torriani e quelli tra Milano e Venezia venne coinvolta subendone le sorti. La pace venne ritrovata nel 1450, ma il paese continuò a vivere una situazione di disagio.
Nel 1500 i signori milanesi affidarono la gestione di Melzo a un podestà. Figura di potere che ebbe vita breve perché nel 1556 la città cadde sotto alla dominazione spagnola. Fu un periodo durissimo per Melzo e i suoi cittadini, a causa di gravose tasse che peggiorarono sensibilmente le condizioni di vita del borgo. Nel 1678 il principe Antonio Teodoro Trivulzio morì senza eredi e il suo feudo venne messo all’asta. Fu la fortuna di Melzo che riuscì così a conquistare la sua autonomia. A Melzo fino alla fine del 600 l’agricoltura ha rappresentato l’attività principale ma dal 700 in poi si espandono anche il settore tessile con la comparsa delle prime filande, tra cui quelle per la lavorazione della seta, e la produzione di mattoni.
Ecco cosa non perdersi a Melzo:
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Le Antiche Mura: alle estremità di Melzo sorgono Porta Lodi e Porta Milano. Le due porte sono quello che resta delle antiche mura della città che circondavano il borgo a scopo difensivo. All’interno delle mura si trovava un castello fortificato del 1278 che si ergeva nell’attuale piazza Risorgimento. Della costruzione, sfortunatamente, oggi rimango solo la torre angolare e gli archi a sesto acuto che si possono visitate nel cortile di via Francesco Bianchi.
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La Chiesa di Sant’Andrea e gli affreschi di Leonardo da Vinci: la sua costruzione è stata datata tra il XI e il XIII secolo. Era nata come Chiesa privata a cui, saltuariamente, veniva dato accesso ai cittadini melzesi. Ha uno stile gotico-lombardo con alcuni richiami barocchi inseriti nel 700. L’interno è ricco di affreschi, arte e misteri. Nel XIX secolo gli splendidi affreschi vennero dimenticati e nascosti da uno stato di intonaco. La Chiesa venne poi usata come ospedale per i malati di colera e durante la guerra per curare i soldati feriti. Nel 1922 venne ceduta a privati che la utilizzarono come magazzino. Nel 1968 finalmente venne donata al parroco di Melzo che avviò i lavori di restauro. Fu così che si scoprì che alcuni affreschi, commissionati da Caterina Sforza, erano molto simili come stile alla pittura di Leonardo da Vinci, tanto che si suppone che l’opera sia stata compiuta da studenti della scuola di Leonardo e che alcune parti siano state dipinte dal maestro stesso. Alcuni particolari dell’affresco presentano infatti delle pennellate realizzate da un artista ambidestro come lo era Leonardo da Vinci. Durante il restauro venne inoltre rinvenuto un teschio nella zona dell’abside rendendo il luogo di culto un luogo di mistero. Gli indizi suggeriscono che possa appartenere a Galeazzo Maria Sforza, il padre di Caterina. Questo potrebbe anche spiegare per quale motivo sia stata commissionata dagli Sforza un’opera così importante in una Chiesa tanto piccola.