- Arte e Cultura
La Lodoìga
La cosiddetta “Lodoìga” era probabilmente stata modellata quale scultura per la facciata del Palazzo della Loggia di Brescia.
Il progetto dell’architetto Jacopo Sansovino prevedeva, come coronamento della facciata dell’edificio, una balaustra arricchita da due ordini sovrapposti di statue.
Le due figure agli estremi nord e sud dell’ordine superiore dovevano rappresentare i Santi Faustino e Giovita, patroni della città, mentre le due al centro raffigurare la Giustizia e la Fedeltà.
Secondo alcuni studiosi, l’allegoria della Fede o Lodoìga, presentando la stessa altezza, le stesse proporzioni e lo stesso tipo di basamento delle statue collocate sul coronamento, era destinata a far parte dell’apparato decorativo del Palazzo civico.
La paternità dell’esecuzione è incerta: i contratti per la realizzazione delle figure destinate al coronamento del Palazzo coinvolgevano almeno quattro differenti artisti ma sulla sommità veniva issata una virtù estranea ai contratti, ovvero la Fedeltà. Possiamo ipotizzare che l’autore realizzasse entrambe le virtù (Fede e Fedeltà) ma quella della Fede, per qualche motivo ignoto, non venne mai collocata in situ e fu trasferita a terra, accanto alla prima colonna di sinistra della facciata, dove rimase per secoli.
A lato della statua era posta la “pietra del bando” sulla quale i banditori o gli oratori salivano per parlare alla folla. Il popolo trovò facilmente espressione della propria voce proprio nella Lodoiga, che divenne così una statua parlante, similmente alle più famose statue parlanti romane come il Pasquino: attraverso biglietti e fogli incollati anonimamente sulla colonna contigua i cittadini commentavano i comportamenti dei loro amministratori.
Il capitolo più consistente del suo ruolo di statua parlante si può circoscrivere al periodo napoleonico, sul finire del Settecento: lo scontro di idee e pensieri si faceva più aspro e serrato, ma la Lodoìga stava sempre dalla parte del popolo, continuando a veicolarne messaggi di protesta. Il nomignolo, Lodovica o “Lodoìga” in dialetto bresciano, deriverebbe dal nome della poetessa Lodovica Fè d’Ostiani (1736-1814), autrice nota per i facili versi che andava declamando nei salotti aristocratici. Il 21 marzo 1874, nell’ambito dei lavori di restauro della piazza, la statua viene rimossa e portata nel Palazzo Martinengo Avogadro in corsetto Sant’Agata, al tempo carcere e sede della Pretura.
È solo l’inizio di una lunga serie di trasferimenti: nel 1877 viene sistemata nel cortile d’ingresso al museo dell’Età Cristiana; con l’apertura del museo della Città in Santa Giulia nel 1998, è trasferita nel primo cortile est dell’ex complesso monastico; quindi, poco tempo dopo, presso l’ex monastero di Santa Chiara, sede dell’Università degli Studi di Brescia. Il 14 novembre 2011 viene annunciato il definitivo trasferimento della statua nei pressi della sua posizione originaria, sotto al portico della Loggia, dove ancora si trova collocata.