- Arte e Cultura
Rigoletto
Dopo un triennio dedicato alla natura che ci circonda, dall’acqua allo spazio, passando per la terra, il Teatro Sociale di Como è pronto per dedicare le prossime tre stagioni all’Uomo. Si comincia con la Stagione 2024/25 intitolata Humanity , un viaggio alla scoperta di noi stessi, degli altri e del nostro posto nel mondo. Un viaggio che ci invita a coltivare i valori che ci rendono umani e a costruire un futuro migliore per tutti.
Il terzo titolo della Stagione d’Opera 2024/25 del Teatro Sociale di Como è Rigoletto di Giuseppe Verdi, in scena giovedì 28 e sabato 30 novembre 2024 alle ore 20.00, coprodotto dai Teatri di OperaLombardia.
Verdi provava una grande ammirazione per il drammaturgo francese Victor Hugo. Tra tutte le sue creazioni, il compositore considerava Le Roi s’amuse “il miglior dramma dei tempi moderni” e per questo desiderava metterlo in musica. Realizzò il progetto nel 1851 con Rigoletto, opera fra le più stimolanti di metà Ottocento, inizialmente combattuta dalla censura del tempo, che per ragioni estetiche e politiche aveva molto da obiettare al suo contenuto.
Rigoletto è la prima opera del Verdi maturo e segna un nuovo percorso che sfocia nella “trilogia popolare”, insieme a Il trovatore e La traviata.
OperaLombardia affida la regia di uno dei titoli verdiani più amati dal pubblico a Matteo Marziano Graziano, giovane regista d’opera d’avanguardia con sede a Berlino, noto per il suo approccio artistico innovativo e trasformativo. Con una profonda conoscenza della performance contemporanea, delle installazioni artistiche e del teatro musicale sperimentale, Graziano si è affermato come coreografo queer visionario, regista teatrale, performer e artista interdisciplinare.
La regia di Matteo Marziano Graziano si articola attorno al tema della spaccatura, che emerge con forza in ogni aspetto dell’opera, dai personaggi alle scene di Francesca Sgariboldi, fino ai costumi.
Rigoletto è un personaggio complesso, il cui corpo disabile lo rende oggetto di scherno e di emarginazione. La sua condizione fisica non risponde ai canoni della normalità e dell’accettabilità sociale, costringendolo a vivere come un reietto in un mondo crudele. Per sopravvivere, Rigoletto sfrutta la sua disabilità, trasformandola in un macabro spettacolo che diverte e disgusta la corte del Duca. Questo compromesso gli permette di essere incluso come membro della corte, ma al prezzo della propria dignità e umanità. Intrappolato in questa morsa sociale, Rigoletto oscilla tra la vergogna di sé stesso, l’iper-protezionismo nei confronti della figlia Gilda, e un profondo desiderio di vendetta contro il Duca, che considera il responsabile della sua sofferenza.
“Il concept della produzione – racconta Matteo Marziano Graziano – non vuole essere un semplice atto di denuncia, ma piuttosto un invito a una riflessione profonda sulla nostra società contemporanea, sui nostri angoli ciechi e sulle crepe che ancora oggi dobbiamo sanare.”
Il regista, quindi, metterà in scena un Rigoletto contemporaneo, toccando tematiche come la disabilità, la coscienza corporea, la sostenibilità ambientale, con i costumi firmati da Laurent Pellisier e realizzati con materiali da riciclo.
Sul podio torna uno dei più importanti direttori d’orchestra italiani della sua generazione, M° Alessandro D’Agostini.
Ad interpretare Gilda sarà la comasca Bianca Tognocchi, soprano vincitrice delle passate edizioni del Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici, che ha debuttato anni fa proprio al Teatro Sociale per poi passare negli altri grandi teatri d’opera internazionali. Insieme a lei sul palcoscenico nei ruoli principali ci saranno Giuseppe Altomare (Rigoletto) e Paride Cataldo (Il Duca di Mantova).
Domenica, 24 novembre 2024
ore 11.00
ASPETTANDO… Rigoletto