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Razionalisti Comaschi
Il Razionalismo a Como: quando l’architettura scolpisce la città
Il passaggio dall'Ottocento al Novecento venne vissuto in tutto il mondo occidentale come un cambiamento epocale. Il rinnovamento fu evidente in tutti i settori tecnici ed economici e si rispecchiò anche in architettura, dove la disponibilità di nuove tecnologie applicate ai materiali permisero costruzioni impensabili pochi decenni prima. Invece di continuare a ragionare in termini di forma, si cominciò a mettere in primo piano la funzione a cui gli oggetti architettonici dovevano rispondere. In architettura prese quindi piede il Razionalismo.
A Como, i primi sintomi del rinnovamento dell'architettura si erano fatti sentire con l'opera di Antonio Sant'Elia, quale futurista aveva dato vita ad avveniristiche visioni di città composte di grattacieli e strade a più livelli.
Ma solo negli anni dopo la Prima Guerra Mondiale, un gruppo di giovani architetti e ingegneri cominciò a inserire nella pratica professionale elementi ispirati alle più aggiornate esperienze straniere.
Un ruolo di primo piano ebbe sicuramente Giuseppe Terragni, il quale già negli ultimi anni di studio diede vita con alcuni colleghi milanesi al "Gruppo 7". Sua fu la prima opera ostentatamente razionalista della città, il Novocomum, oltre alla Casa del fascio e all'Asilo Sant'Elia.
Per scoprire tutti i segreti dell’architettura razionalista nella città di Como, di seguito lasciamo alcuni spunti; alcuni edifici sono ad uso privato, pertanto non sarà possibile visitarne gli interni.
Partendo dai già citati Novocomum, in via Sinigaglia, la Ex Casa del Fascio, in Piazza del Popolo alle spalle del Duomo, oggi sede della Guardia di Finanza, e all’Asilo Sant’Elia, in via dei Mille, di grande rilevanza architettonica sono: il Monumento ai Caduti, posizionato in viale V. Veneto; in centro, l’Hotel Posta, in via Garibaldi, e l’Hotel MetropoleSuisse, in Piazza Cavour, che disegna appunto una delle immagini più icone della città.