- Arte e Cultura
Age Pride
Dopo un triennio dedicato alla natura che ci circonda, dall’acqua allo spazio, passando per la terra, il Teatro Sociale di Como è pronto per dedicare le prossime tre stagioni all’Uomo. Si comincia con la Stagione 2024/25 intitolata Humanity , un viaggio alla scoperta di noi stessi, degli altri e del nostro posto nel mondo. Un viaggio che ci invita a coltivare i valori che ci rendono umani e a costruire un futuro migliore per tutti.
Il Teatro Sociale di Como inaugura questo mese la Prosa off, sempre in linea con la Stagione Humanity, con spettacoli che sondano tematiche importanti che tutto il mondo sta affrontando.
Si comincia venerdì 18 ottobre alle ore 20.30 con Age pride, lo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Lidia Ravera pubblicato nel 2023 da Einaudi.
Attraverso la confessione (anche molto ironica) del proprio conflittuale rapporto con l’età che avanza, Lidia Ravera rivendica la maestosa allegria celata nella maturità e prova a raccontare come il tempo, da nemico che striscia alle tue spalle aspettando una resa incondizionata, può trasformarsi in un alleato che ti regala una libertà imprevista e una vera rivoluzione interiore.
Alessandra Faiella, protagonista di questa inedita versione teatrale, coinvolge (e travolge) il pubblico con sincerità imprudente e provocatoria. Chiama le cose con il loro nome, sgominando ogni stereotipo mortifero.
Ce n’è per tutti, dai fissati con la giovinezza a oltranza ai negazionisti (vecchi sono gli altri) fino a quelli che hanno introiettato i peggiori pregiudizi sul terzo e quarto tempo della loro vita e ne restano prigionieri. Un terzo della popolazione italiana è composto da ultra sessantenni, non è mai successo prima. È una conquista o una condanna?
L’arringa in difesa della vecchiaia è spietata e commovente. No, la vecchiaia non è sterile o degradante, è un compimento, una sfida. E soprattutto è terreno vergine da attraversare ciascuno col proprio passo.
La nuova vecchiaia è tutta da inventare.
In scena, le immagini di Cinzia Leone spargono sale sulla ferita, animano gli spietati ricordi della nostra giovinezza: padri, madri, figli, famiglie sociopatiche, rinchiuse all’interno di pareti domestiche, il tempo che passa inesorabile, l’Italia che invecchia, la maternità, i corpi rifatti, i nostri sguardi sul futuro.
A tempo e contro tempo, incalzando e seducendo, il violoncello di Chiara Piazza, in scena come una splendida dea centenaria, dialoga con le immagini e le parole grazie ad una partitura inedita, creata per Age Pride.
Lo spettacolo sarà preceduto da Inter-age-ire/Aspettando Age Pride