Senza i navigli che la collegavano al mare e al nord Europa e senza la fitta rete di canali che la percorrevano, Milano non sarebbe la metropoli che conosciamo, la città della moda e del design, la capitale italiana della finanza, in una delle aree più attive e popolose d'Europa. Oggi l’acqua non è più visibile, ma è affascinante, anche con l'aiuto di foto d'epoca, cercarne le tracce sul volto della città, lungo le strade invase dalle auto, nelle piazze più affollate, nei luoghi della movida.

L'itinerario si divide in due tappe: la prima nella zona nord della città, all'imbocco di via San Marco, dove la Martesana, scendendo dall'Adda, si infilava sotto le mura spagnole, nel tristemente noto “Tombon”. Poco oltre si possono ammirare le paratie della Conca dell’Incoronata, progettata da Leonardo, il ponte delle gabelle e gli edifici che contornavano il laghetto di San Marco, e immaginare il procedere lento dei barconi, forse carichi di carta per le rotative del vicino Corriere della Sera, o di serizzo e legname della Valtellina, destinati ai tanti cantieri cittadini.

La seconda tappa è alla Darsena, il porto di Milano. Da qui passavano i grossi blocchi di marmo di Candoglia, provenienti dal lago Maggiore e destinati alla Fabbrica del Duomo; qui sono arrivati nel dopoguerra i materiali per la ricostruzione di Milano, distrutta dai bombardamenti; qui oggi si può ammirare un vivace specchio di acqua finalmente restituito ai milanesi e ai turisti, dopo anni di abbandono.

L'itinerario termina con una passeggiata lungo l’alzaia del Naviglio Grande, ora luogo della movida milanese, ma testimone di un passato laborioso e talvolta duro, con i suoi cortili e le case di ringhiera, lo storico vicolo delle Lavandaie e i ponti in ferro che attraversano il canale.