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Ponte coperto di Pavia
Uno dei simboli di Pavia, il Ponte Coperto regala romantiche passeggiate con uno sguardo al Ticino in fuga verso le campagne
Il Pavese, con le sue risaie e i boschi di pioppi, offre uno scenario incredibile ai visitatori che lo attraversano per raggiungere Pavia, città dall’ammaliante fascino storico che raccoglie una tradizione millenaria di origine romana.
Tra le sue bellezze artistiche e architettoniche, tra cui la celebre Certosa di Pavia, la Basilica di San Michele Maggiore e il Castello Visconteo, non può mancare come tappa di un itinerario completo il Ponte Coperto. Questa affascinante struttura ingegneristica è lunga oltre 200 metri e caratterizzata da una campata suddivisa in cinque arcate e da un tetto a capriate sorretto da colonnine che la copre integralmente.
Ricostruito nel dopoguerra sul disegno del ponte trecentesco gravemente danneggiato dai bombardamenti, il Ponte Coperto di Pavia è il luogo migliore per abbandonarsi all’incedere della corrente e ammirare il retrostante profilo della città, mosso da torri e cupole. Sovrasta il fiume Ticino, che porta il fresco delle valli alpine svizzere fin qui, nell’ampio sterno della pianura padana, e rappresenta uno dei motivi principali del prestigio della città, collegando il centro storico con l’incantevole Borgo Ticino.
Il Ponte Coperto è perfetto per una passeggiata al tramonto, ma quando lo avvolge l’aura mistica della nebbia, riemerge una leggenda antica. Si narra che il ponte venne edificato per la prima volta dal Diavolo, a patto di ricevere in cambio la prima delle anime che lo avesse attraversato. Grazie all’aiuto dell’Arcangelo Gabriele, però, il piano fu sventato e la splendida struttura architettonica rimane oggi un simbolo di speranza e fede.