A soli 15 minuti dall’autostrada Milano-Venezia e dal caotico lago di Garda, si può entrare in un’altra dimensione, quieta e bucolica, immergersi in atmosfere virgiliane: “qui il Mincio copre le verdeggianti rive di pieghevoli canne…”.

Siamo a Castellaro Lagusello (MN), un borgo fortificato che si specchia nel suo laghetto a forma di cuore circondato dal paesaggio di colline moreniche e di campi arati.

Un borgo dimenticato dal tempo: così si sono salvate le antiche mura guelfe, la pavimentazione in pietre di fiume, i sassi a vista della canonica e delle case, come quella avvolta dai rampicanti di fronte a villa Arrighi-Tacoli, che non ci si stancherebbe mai di guardare perché rimasta intatta dal Duecento.

La villa, con mura di cinta a merli guelfi e bifore, è la trasformazione del preesistente castello feudale che si riflette nel laghetto (che ha dato il nome al borgo) e incorpora la chiesetta di San Giuseppe, dalla cui piazzetta si accede allo specchio d’acqua con una breve scalinata. Le barche di legno ormeggiate sulla riva aggiungono incanto alla semplice bellezza delle canne palustri e della rigogliosa natura intorno, idillica anche quando scendono le prime malinconie nebbie autunnali. 

Splendida è pure la vista da sud del borgo, che abbraccia le mura risalenti all’XI secolo (un tempo scandite da 9 torri) e l’entrata nel piccolo borgo dal lato nord, attraverso l’ampia porta che era dotata fino al ‘700 di un ponte levatoio; la sovrasta un’alta torre quadrata detta dell’orologio. Fra le rustiche case, s’incontra subito la chiesa barocca dedicata a San Nicola; nei vicoli laterali, regna il silenzio rotto solo dallo zampettare delle galline nei cortili. 

È un posto dove passeggiare lentamente, godendosi la tranquillità della vita e assaporando il gusto delle cose.

immagine di copertina: @linoolmostudio

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