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Le Marmitte dei Giganti di Franscia
Le marmitte dei giganti sono la testimonianza della straordinaria forza della natura, esercitata nel corso dei millenni
Le Marmitte dei Giganti. Un fenomeno maestoso, di origini antichissime, ma scoperto in Valmalenco solo in epoca recente da Giuseppe Nolli che, nel 1907, trovò numerose e singolari cavità nella roccia lungo il sentiero che dal monte dell'Ova porta a Franscia, descrivendo così il rinvenimento della prima marmitta nel suo libro In Valmalenco (1907) :
Infatti, passato il piano del crocifisso ed arrivati ad una cappelletta, dietro le indicazioni esattissime forniteci dal portator dei laveggi, pigliammo dei due sentieri che conducono in Campo Francia, quello a destra, e, fatti appena cento passi accorremmo ad una esclamazione del dottore che ci precedeva. Sulla sinistra del sentiero, in una gran roccia liscia, si apriva un vano circolare, ingombro nel fondo d’erbe e di terra.
Eravamo proprio davanti ad una gran marmitta di giganti.
15.000 anni fa i grandi ghiacciai del Bernina confluivano in un'unica grande lingua che scendeva lungo la Valmalenco. Durante il periodo estivo l'acqua di fusione del ghiacciaio dava vita a numerosi ruscelli che, scorrendo verso valle, cercavano di aprirsi un varco verso la luce. Il moto vorticoso dell'acqua, unito a sabbia, ghiaia e ciottoli in sospensione, ha agito come un tornio gigantesco. Partendo da un piccolo punto debole della roccia il processo ha progressivamente innescato un'erosione circolare che nel tempo ha dato origine a numerosi pozzi glaciali.
Il nome marmitta dei giganti deriva dalla somiglianza di queste singolari cavità a delle grosse pentole, che la fantasia popolare ha visto come enormi marmitte in cui scaldare i cibi di esseri giganteschi, appunto dei giganti.
Il fenomeno delle marmitte dei giganti è riscontrabile in due zone principali della conca di Franscia anche se non è da escludere la loro presenza anche in altre aree limitrofe. Suggestivo è il percorso che risale il torrente Cormor, dove il fenomeno erosivo è tuttora in evoluzione. Qui si possono osservare le diverse forme rocciose arrotondate e levigate dei processi millenari di modellazione geologica: forme di ogni foggia e dimensione tra cui alcune marmitte dei giganti, perfettamente cilindriche.
Altrettanto affascinate è l'affioramento riscoperto da pochi anni nei pressi della chiesetta di Santa Barbara, dove l'assenza di acque superficiali è la testimonianza chele marmitte dei giganti sono state create dalla sola attività dei ghiacci di circa 15.000 anni fa. Una delle più grandi e spettacolari, profonda oltre 3,50 m è stata riscoperta nel 2009.
LA CONCA DI FRANSCIA
La conca di Franscia e le montagne che la circondano è costituita in massima parte da serpentinite. Si tratta di una roccia metamorfica, cioè derivata dalla trasformazione di un'altra roccia. Con la formazione della catena alpina, decine di milioni di anni fa, la collisione dei margini continentali (africano ed europeo) ha incorporato nella struttura delle Alpi un grosso frammento del mantello. Durante queste fasi la peridotite del mantello si è trasformata nella serpentinite della Valmalenco, una roccia di colore verde, composta da minerali fortemente orientati (di conseguenza si può suddividere in lastre sottili). La presenza di ossidi di ferro produce sovente delle alterazioni superficiali, ricoprendo la roccia di un tipico color rosso ruggine.
Fonte: Ecomuseo della Valmalenco