- Arte e Cultura
Al Momento, Qui
Mostra internazionale a cura di Tareq Abu Salameh
Dal 1° al 16 marzo 2025 arriva a Pavia presso la Galleria L2ARTE in Viale Libertà 2\B la mostra internazionale Al Momento, Qui, a cura di Tareq Abu Salameh, che vede la partecipazione di 8 artisti palestinesi, la cui varietà di progetti offre una visione ampia sulla scena artistica contemporanea in Palestina.
Sono nove i progetti presentati che, attraverso 26 opere originali, esplorano i concetti di luogo e identità, di memoria, libertà e infanzia, attraverso simboli, tecniche e materiali con cui raccontare le loro storie. L’esposizione riflette la discrepanza tra le opere degli artisti e le dissertazioni mondiali sulla Palestina, i palestinesi e la loro arte, nel diritto imprescindibile di preservare, attraverso le superfici dei loro lavori, le proprie memorie, i luoghi, le identità e la vita quotidiana in Palestina così come si conosceva.
Il 10 marzo 2025, nel corso della mostra, sarà inoltre presentato uno studio dal titolo Una rappresentazione della memoria collettiva nell'arte palestinese, che esplora la memoria collettiva nell'arte palestinese attraverso un'analisi qualitativa delle pratiche artistiche esposte. La ricerca esamina come la memoria collettiva plasmi il modo in cui gli artisti palestinesi fanno esperienza dei luoghi in cui vivono, come essa si interconnetta con la loro identità e come questi elementi si manifestino nell'espressione artistica. Lo studio include interviste semi-strutturate con gli autori palestinesi le cui opere sono presenti in mostra. L’esposizione coinvolge artisti provenienti da diverse città, generi e generazioni. Le loro opere, pur essendo diverse, condividono temi comuni di deportazione, resistenza e auto-espressione.
Il 15 marzo 2025, a conclusione della mostra, è previsto un concerto Rast, uno spettacolo musicale solista che, attraverso lo strumento dell’oud, presenta il taqasim, una forma di improvvisazione caratteristica della musica orientale. Questo genere è unico per la sua capacità di abbracciare una vasta gamma di tradizioni musicali diffuse tra le culture e i popoli turchi, arabi, persiani, assiri, curdi e siriani. Questa esibizione tenta di esplorare e integrare nuove tradizioni musicali nel formato del taqasim attraverso l’uso di una varietà di ritmi e scale musicali provenienti da spazi geografici e culturali differenti, adattandoli al contesto dell’improvvisazione strumentale. Presentato dal curatore Tareq Abu Salameh.
Gli artisti e le opere in mostra.
Khaled Al-Hourani | B.1965, Hebron, Palestine.
Presenta quattro opere: le prime due catturano l’immagine di due bambini che si alzano in volo oltre il muro dell’apartheid. Le altre due creazioni rappresentano la “Watermelon Flag”, simbolo nato a partire da un incidente accaduto tra un gruppo di artisti palestinesi riuniti e un ufficiale dell’intelligence israeliana riguardo a che cosa fosse permesso dipingere e cosa no. L’ufficiale decide così di bandire qualsiasi opera che contenesse la baleniera palestinese o i suoi colori: rosso, bianco, nero e verde.
Wadeei Khaled | B.1986 | Al-Arroub Refugee Camp, Palestine.
Presenta tre pezzi della sua collezione “Dalla nostra finestra nel Campo”, opere affascinanti caratterizzate dalla vivacità dei colori e degli strati, che riproducono l’effetto della finestra vetrata di una cattedrale all’interno di un ambiente palestinese. Esse rappresentano una famiglia semplice, riunita nello straordinario momento di una nascita, rievocando la nascita di Cristo a Betlemme. L’artista ritrae anche l’abbraccio tra due innamorati e una ragazza che coccola un gatto, realizzati ad inchiostro in bianco e nero. Nonostante l’assenza di colore, queste opere riescono a trasmettere l’essenza dei pigmenti che il pittore tipicamente utilizza. Attraverso questi dipinti, Khaled rivela dunque che il segreto della sua arte non risiede nei colori, ma nel ritmo complessivo dell’opera, che riesce a cogliere la storia dietro alla composizione.
Reem Masri | N.1991| Gerusalemme, Palestina.
Presenta quattro opere sotto forma di collage realizzate attraverso un insieme di immagini che includono foto personali o di famiglia. L’artista taglia, rimodella e incolla insieme gli elementi per creare un paesaggio. L’opera esplora la relazione dinamica tra natura, terra e identità personale, riflettendo sia sull'ambiente reale che su quello immaginario. Solleva interrogativi sul significato che assume la terra, se esso rischi di essere perduto o se rimanga intatto, radicato nel proprio senso di identità. Attraverso scene fantastiche e esperienze sensoriali, l'opera approfondisce il tema dell’occupazione, del corpo e della connessione alla propria terra natale, invitando a una riflessione più profonda sui confini dell'identità e sulla terra che abitiamo.
Yazan Abu Salameh | N.1993 | Gerusalemme, Palestina.
Presenta tre opere su carta e un dipinto a olio, esplorando il concetto di punti di fuga utilizzato dagli artisti per creare prospettive bilanciate in tre dimensioni. Non trova tale equilibrio nel suo quartiere, dove conflitti urbanistici imperversano e il muro dell'apartheid delimita lo spazio palestinese. L'artista cattura questa realtà attraverso pezzi di Lego, che, secondo lui, trascendono il semplice ruolo di giocattoli per bambini, diventando simbolo della brutale urbanizzazione messa in atto dal colonialismo, che adotta l'architettura modernista europea e americana.
Afyaa Nawasreh | N.1997 | Jenin, Palestina.
Presenta due dipinti dalla collezione "The Bed Cover (Al-Haram)" è un progetto artistico iniziato nel 2024, che esplora il genocidio e la figura dei martiri palestinesi. Utilizzando la coperta del letto come simbolo del corpo e della morte, riflette su come la guerra distorca la memoria e invada gli spazi personali e intimi del sonno e del riposo. Il progetto è ancora in fase di sviluppo.
Majd Masri | N.1991| Gerusalemme, Palestina.
L’artista presenta due opere, entrambe di un paesaggio che deve essere riorganizzato, facendo sì che lo spettatore rimanga più a lungo, stimolando la memoria per riformularlo. Attraverso queste opere, incarna lo stato del luogo e della memoria sotto lunghe politiche di distorsione del paesaggio e il tentativo della memoria di ricrearlo. L'artista esplora la relazione tra gli elementi naturali della Palestina e l'occupazione. L'opera invita quindi a confrontarsi con le contraddizioni emotive del vivere tra natura e occupazione.
Alaziz Atef | N.1996 | Al-Arroub Refugee Camp, Palestina
L’artista presenta tre opere astratte realizzate con garza su tessuto, materiale altamente sensibile e fragile, con cui la maggior parte delle persone è entrato in contatto per medicare le proprie ferite. La natura delicata le fa somigliare a nuvole, ingannando l'occhio e l'immaginazione. L'artista, pur rispettando la natura del materiale, cerca di plasmarlo in una serie di tende, simulando la città di Gaza, che durante il genocidio ne era costellata. Gaza, spesso citata in molte narrazioni come il primo luogo in cui è stata inventata la garza, è ora una città in cui questo materiale manca tristemente nel momento in cui sarebbe più necessario.
Mahmoud Hamed | N.1987 | Ramallah, Palestina
Presenta tre opere che raffigurano tre momenti cruciali nel corso della sua vita: il suo pallone che lo ha deluso, la nascita del suo primo figlio mentre era rinchiuso nelle carceri israeliane e la negazione della possibilità di viaggiare. Insieme a una serie di autoritratti intitolata "Senza specchio”.
Orari
Opening: sabato 1° marzo ore 18.00
Orari: da mercoledì a sabato 11 - 19 / domenica 15.30 – 19
Ingresso gratuito