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Il filare di Querce di Maccastorna
Un suggestivo filare di Querce accompagna all’ingresso del Castello di Maccastorna.
Il piccolissimo paese di Maccastorna si è sviluppato vicino al maestoso edificio fortificato medievale, oggi noto come Castello Belpavone.
L’unica strada d’accesso al borgo rurale è arricchita da un antico filare di Querce (Quercus robur). Mediamente alti 20 metri, gli esemplari hanno, in alcuni casi, tronchi di circonferenza superiore ai 3 metri (diametro massimo di 1 metro). Gli alberi, in tutto una cinquantina, creano un piacevole passaggio verde verso un luogo ricco di storia e misteri.
Il castello fu edificato nel XIII secolo, in prossimità della riva occidentale del fiume Adda, dai ghibellini cacciati da Cremona. Di pianta trapezoidale e dalle austere facciate in laterizio, la struttura militare fu resa più ospitale agli inizi del Quattrocento dall’ambizioso condottiero Cabrino Fondulo. Oltre alla parte abitativa fece realizzare le mura, il fossato e le prigioni: scelte architettoniche che possono essere viste come preludio ai suoi diabolici piani. Il 24 luglio 1406 diede ospitalità nel castello a Carlo Cavalcabò, signore di Cremona, e al suo seguito di ritorno da Milano dopo una visita ai Visconti. Finita la cena gli ospiti andarono a coricarsi e in quell’istante Cabrino, con lo scopo di autoproclamarsi nuovo governatore del territorio cremonese, ordinò ai suoi uomini di uccidere ben 70 persone. Il sanguinoso evento ha alimentato, fino ai giorni nostri, leggende di fantasmi; si racconta che nelle notti d’estate, nei giorni vicino all’anniversario della strage, riecheggino le grida delle 70 anime violentemente strappate alla vita.
Monumento verde liberamente visitabile.