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Il percorso delle trincee sul Monte Generoso

Come scoprire le fortificazioni della Prima Guerra Mondiale, in un percorso che attraversa la Foresta del Monte Generoso
Il percorso delle trincee sul Monte Generoso

Giro di Monte Isola in kayak

Monte Isola è la più grande isola lacustre abitata in Italia. Affiora dal Lago di Iseo, con il suggestivo Santuario della Madonna della Ceriola a dominare la sua vetta.   Divisa in dodici frazioni, quest’isola di pescatori è un gioiello sul lago, adornata da balconi fioriti e impreziosita da sentieri e passeggiate vista lago che ne connotano l’unicità sul territorio. Quando arriva la primavera, però, un’esperienza ancora più speciale è una sua visita dall’acqua. Sono tantissimi i porti sulla riviera del Lago d’Iseo per raggiungere Monte Isola, dai principali, Sulzano a Sale Marasino, fino a Iseo, Pisogne, Lovere, Tavernola Bergamasca e Sarnico. Con il traghetto si può arrivare sull’isola e dedicarsi a un’esplorazione in giornata, perdendosi tra le vie pittoresche, visitando Peschiera Maraglio, il variopinto porto principale,  pranzando in uno dei ristoranti affacciati sul lago o cimentandosi nell’escursione fino al Santuario.  Per chi vuole conoscere l’isola da un’altra prospettiva, però, le belle giornate di primavera sono perfette per una visita guidata di Monte Isola in kayak. Alcune attività sulla riviera di lago organizzano escursioni guidate per circumnavigare l’isola in circa due ore e mezza, con possibilità di scorgere l’isola privata di San Paolo e ammirare dall’acqua la Rocca Martinengo di Monte Isola, fino ad approdare a Peschiera Maraglio per godersi una passeggiata.  
Ph: I Mille

Giro di Monte Isola in bici

Uno de “I borghi più belli d’Italia”, Monte Isola è la più grande isola lacustre abitata d’Europa. Ha una superficie di 4,5 km quadrati, un perimetro di 9 km ed è alta circa 600 metri. Lungo le pendici e in riva al lago sono dislocati 11 centri abitati, collegati da strette strade percorse dal pulmino comunale e da motociclette: le auto sono bandite, ad eccezione di quelle di pubblica utilità, quindi il luogo è ideale per le passeggiate a piedi e in bicicletta. L’itinerario più consueto è il giro dell’Isola del quale Peschiera Maraglio è solitamente il punto di partenza. Seguendo la litoranea in senso orario, una pedalata tra gli ulivi conduce a Sensole, dalla quale si può ammirare la vicina isoletta di San Paolo; quindi, la strada si fa ripida e conduce all’abitato di Menzino, dove maestosa si erge la Rocca Oldofredi-Martinengo. Continuando verso nord, si incontrano il piccolo abitato di Sinchignano e, proseguendo si raggiunge Siviano, capoluogo dell’Isola, borgo fortificato nel Medioevo, con case, torri e strette vie. Da qui, per i più volenterosi, una salita impegnativa conduce agli antichi borghi di Cure e Masse, conosciuti per la produzione artigianale del “Salame di Monte Isola”; da Cure, poi, una strada acciottolata giunge in venti minuti al Santuario della Madonna della Ceriola, che domina dall’alto della montagna offrendo ai turisti un panorama mozzafiato. Per chi si ferma a Siviano, una discesa conduce a Carzano, dal quale si ammira l’isola di Loreto. Ripresa, quindi, la litoranea il percorso si chiude con il ritorno a Peschiera Maraglio.
Giro di Monte Isola in bici: visitlakeiseo.info

Sacro Monte di Varese: Cappella 3- Natività

La Terza Cappella del Sacro Monte di Varese: l’Imponenza della Natività e il restauro del XX secolo.

La Pieve romanica di San Martino

Scopri a Palazzo Pignano, la Pieve Romanica di San Martino
La Pieve di San Martino

Cammino di San Pietro Martire

Quarta tappa della Via Francigena Renana
Cammino di San Pietro

Al Rifugio Val Brandet, nella riserva delle Valli di San'Antonio

Tra i boschi di questo percorso amava passeggiare il Nobel per la medicina Camillo Golgi. Nel fondovalle si attraversano piccoli nuclei di baite che mantengono ancora il fascino antico delle costruzioni alpestri di montagna.   Il Rifugio Val Bredet è un luogo accogliente, i rifugisti hanno una gestione attenta ed ecologica e sono esperti di ristorazione, sono una coppia di giramondo che sono stati rapiti ed affascinati dalle foreste di conifere di questa zona che è stata riconosciuta come Sic-Sito di interesse comunitario per il suo considerevole pregio ambientale.Tutti buonissimi motivi per scoprire e conoscere questo itinerario. Dalla Valle Camonica passando per Edolo (Brescia), o dalla Valtellina transitando per Aprica (Sondrio), si raggiunge Sant’Antonio, frazione di Corteno Golgi, in territorio bresciano. Poco prima del piccolo borgo, dove termina la strada, si trova, sulla destra, un’area parcheggio. Ci si addentra nel territorio della Riserva naturale delle Valli di Sant’Antonio, con due possibili itinerari per arrivare al Rifugio Val Brandet, nella valle omonima. Il più breve e diretto (segnavia 129) in presenza di neve richiede circa un’ora di cammino, l’altro invece (segnavia 124) poco più di un’ora e mezza. In entrambi i casi occorre prestare attenzione al ghiaccio.Il Sentiero 124, dopo avere attraversato il nucleo di Sant’Antonio, conduce in Valle di Campovecchio. Risalita, con pendenze mai troppo impegnative, fino al borgo omonimo, un insieme di storiche baite ben ristrutturate. Vi si trova anche il Rifugio Alpini, che durante l’inverno però è chiuso. Fin qui il tracciato coincide con uno dei Sentieri Frassati, si tratta di percorsi che il CAI ha intitolato al Beato Pier Giorgio Frassati e distribuiti in varie regioni d’Italia. Si oltrepassa il torrente grazie a un caratteristico ponte di legno coperto, che immette su quella che d’estate è la sterrata che collega con la Val Brandet. Si attraversa così, con un piacevole saliscendi, un bel bosco di abeti rossi e qualche abete bianco, fiancheggiando il limite della riserva naturale, arrivando a incrociare il tracciato agrosilvopastorale (segnavia 129) che sale da Sant’Antonio. A questo punto primo e secondo percorso si sovrappongono. Ci si dirige a destra e ci si lascia guidare dalla strada innevata, salendo molto più dolcemente, fino al rifugio. Nella prima parte del Sentiero 129, che fa guadagnare quota direttamente lungo la Val Brandet, le pendenze sono invece un poco più decise. Nuclei di baite ben ristrutturate caratterizzano anche questo versante. Pochi metri prima della nostra meta ecco la chiesetta in pietra, benedetta nel 2015 dal Cardinale Giovanni Battista Re, intitolata a San Giovanni Paolo II. L’articolo da cui è tratto questo itinerario, lo trovate sulle pagine della rivista di GENNAIO 2021 RIFUGISTI DA NOBEL.
Al Rifugio Val Brandet, nella riserva delle Valli di San'Antonio

Chiesa Parrocchiale a San Felice del Benaco

Chiese a San Felice del Benaco
http://www.gardalombardia.it/ImmaginiProdottiP/chiesa-parrocchiale_46_420x1000.j...

Terme di San Pellegrino

Vasche interne ed esterne. Bagni turchi, saune, stanze del sale e del ghiaccio. Alle Terme di San Pellegrino il relax è glamour
QC terme di San Pellegrino

Il Frassino di Culmine San Pietro

Nel territorio di Cassina Valsassina un frassino davvero speciale caratterizza un gradevole ambiente montano.

Rifugio Benigni- Rifugio Cà San Marco

Lasciato il rifugio Cesare Benigni (2.222 m) si prende in direzione dell’asta portabandiera. Con ripidi tornanti, lungo un tracciato dal fondo sconnesso, si scende verso l’ampia conca erbosa fino all’inizio di un ripido canale roccioso percorso dall’acqua. Si discende per un centinaio di metri, quindi, lungo uno stretto, ma inciso sentiero, si percorre la base della bastionata rocciosa della Cima Piazzotti Orientale, ottima palestra d’arrampicata. Raggiunto un bivio si ignora il sentiero che scende a destra e si prosegue in direzione del passo di Salmurano (2.017 m) che si raggiunge con breve salita. Dal passo, antico e importante punto di collegamento con la Val Gerola, si procede in direzione di un traliccio ENEL lungo un agevole tracciato che sfrutta i camminamenti militari. Si continua poi a mezza costa, attorniati da cespugli di rododendro, mentre lo sguardo domina sulla sottostante valle di Salmurano e, attraversati diversi canali, alcuni dei quali percorsi dall’acqua, si raggiunge un ampio costone che si discende per ripido pascolo. Terminata la discesa si prosegue in piano e poco oltre una valletta s’incontra la baita Alta (1.997 m - 1h 15’ dalla partenza), situata nel suggestivo vallone dominato dalla cuspide del monte Valletto (fontana con acqua). Risalendo per una cinquantina di metri si raggiunge un’ampia spianata erbosa, nei pressi della vetta del monte Avaro.Su di un masso è indicata la possibilità di proseguire in quota aggirando il Pizzo Triomen oppure, in alternativa, di salire lungo il vallone detritico fino alla bocchetta Triomen (2.200 m) e poi abbassarsi fino a raggiungere i laghi di Ponteranica  (2.105 m), incastonati fra ripide pareti. Dai laghi si piega a destra lungo un primo tratto pianeggiante che dirige verso una costa erbosa quindi, seguendo le indicazioni, si scende fino a una bocchetta, punto d’incontro con il tracciato originale. Delle due possibilità, la più appagante sicuramente è la salita alla bocchetta Triomen con la successiva discesa ai laghi di Ponteranica, un angolo di Orobie che vale la pena ammirare. Escludendo la salita al passo, si prosegue per sentiero quasi piano fino ad affacciarsi sulla estesa conca pascoliva dei Piani dell'Avaro- Raggiunta una bocchetta lungo il crinale del Pizzo Triomen, si continua in leggera discesa verso un ampio pianoro erboso. Superata, a breve distanza, la baita Parisolo (1.819 m, 2h dalla partenza), si continua a mezza costa, lungo il fianco orientale dei monti Ponteranica e Colombarolo. Vinto un tratto in salita, lungo le pendici del monte Verrobbio, si prosegue fino al Piano dell’Acqua Nera (1.750 m) che, fra cespugli di pino mugo, si raggiunge in discesa lungo alcuni tornanti. Da qui, superato un corso d’acqua e prendendo a destra in leggera salita, ci si raccorda con il sentiero (segnavia CAI n° 161) che scende dal passo di Verrobbio e conduce all’ampio piazzale dove sorge il rifugio Ca' San marco  costruito a fine 1500 (1.830 m). Da qui si raggiunge il nuovo rifugio Passo San Marco 2000, distante pochi minuti, dove è possibile pernottare.  
Rifugio Benigni - Rifugio Cà San Marco

Al Rifugio San Jorio dalla Bocchetta di Germasino

Itinerario tra boschi di castagni e ruscelli, fino a splendidi rifugi di montagna
Al Rifugo San Jorio dalla Bocchetta di Germasino