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Da Scanzorosciate ad Albano Sant'Alessandro

Il Cammino del Vescovado prende avvio a Scanzorosciate, in Piazza Caslini, dove si trova la fermata degli autobus urbani ATB linea 5E e 5F (da Bergamo centro il tragitto dura circa 25’) e da qui ci si dirige per Via Colleoni attraverso il centro storico.         Sulla destra, proprio all’imbocco della strada, sorge il centro civico di cui fa parte la biblioteca comunale che ospita l’infopoint delle Terre del Vescovado. Poco dopo, sulla destra, troviamo Villa Galimberti, sede del Salotto del Moscato di Scanzo, e una fontanella. Si gira a destra per Via Fanti, si imbocca un sentiero sulla destra che tocca quasi subito una strada asfaltata da percorrere in salita per poche decine di metri, ma già con belle viste sul centro storico di Scanzo e in lontananza i Colli di Bergamo, e incontrando sulla sinistra una monumentale robinia. Si abbandona l’asfalto a favore di un sentiero sulla sinistra (segnalato come “delle Orchidee”) che, prima a tornanti e poi più dolce in forma di carrareccia erbosa, conduce alla Chiesetta degli Alpini, punto panoramico sul Monte Bastia, fra prati attrezzati per il picnic, provvisto di acqua potabile. Da qui si percorre una stradina in discesa fino a incontrare un segnavia del C.A.I. (509). Si prosegue sul crinale, che alterna salite e discese a tratti pianeggianti.A sinistra i monti della bassa Val Seriana, a destra bei querceti a roverella. Poco oltre un capanno di caccia troviamo un punto con diverse indicazioni escursionistiche e, dopo un tratto fra gli olivi con vista sulla pianura e i colli vitati, torniamo sull’asfalto, in discesa fra le ville fino alla rotonda di Tribulina. Attraversiamo la rotonda proseguendo dritti in salita con davanti a noi la facciata della chiesa di S. Giovanni nei Boschi. Si prosegue per poco sull’asfalto della strada provinciale per poi abbandonarla prendendo sulla destra via del Dosso, che conduce al cimitero di Tribulina e ci consente di evitare una pericolosa e lunga curva. Ritornati sulla provinciale, all’altezza del civico 46, si gira a destra e subito dopo a sinistra lungo un sentiero fra la strada e i vigneti. Si tocca nuovamente la provinciale per abbandonarla subito dopo in favore di una deviazione sulla destra (cartelli per le aziende agricole Il Cipresso, la Bironda e I Cerri). La stradina, prima asfaltata, poi sterrata e infine ampio sentiero, tocca le tre aziende e confina con il vasto oliveto dell’azienda Il Castelletto. In questo tratto vigneti e oliveti si alternano dando vita a un paesaggio singolarmente suggestivo e ordinato, sempre in vista di Città Alta. Con un ultimo tratto in salita si riguadagna l’asfalto in un vasto panorama verso Est, dalla pianura ai Colli di Bergamo ai primi rilievi prealpini, “Le tre montagne di Bergamo”: Linzone, Canto Alto e Misma. Si prende a destra (Via Collina Alta) e, dopo 200 metri, a sinistra in località Magri, seguendo il segnavia C.A.I. n. 626 e il cartello per la tenuta Frizzoni. La strada sale, prima cementata e poi sterrata e raggiunge così la chiesetta di S. Cristoforo, con panchine e un portichetto coperto, in un contesto idilliaco. Il Cammino prosegue alternando tratti in discesa con altri in salita, in un bel bosco di rimarchevole biodiversità, affiancata da grandi querce. Si arriva così quasi di fronte a un cancello e si imbocca la sterrata sulla destra e dopo poco uno slargo con diverse indicazioni sentieristiche: si prosegue lungo il sentiero C.A.I. 626 direzione Albano S. Alessandro e eremo di S. Maria in Argon (l’eremo è un luogo affascinante, non si incontra lungo il Cammino, ma è da questo raggiungibile con una breve e consigliata digressione). Ora siamo in un’area di boscaglia dove primeggiano le essenze termofile quali roverella e orniello, sul crinale del Monte d’Argon; il sentiero alterna tratti in discesa, talvolta ripidi, ad altri pianeggianti, per concludersi infine con un ultimo strappo in salita che ci conduce sulla sommità del Monte San Giorgio ove sorge la chiesetta di San Giorgio, attorniata da prati, panchine e tavoli, con uno dei panorami più vasti del Cammino (dalla pianura ai monti Resegone, Alben, Colli di San Fermo). Ora si scende in direzione Sud (di fronte il Monte Tomenone, che percorreremo nella tappa successiva), seguendo l’ampio sentiero principale, sassoso e talvolta ripido e gradinato, fino a toccare una stradina cementata in prossimità dell’Agriturismo S. Giorgio. La si percorre verso sinistra sempre in discesa, finché si fa asfaltata, ormai fra ville e villette di Albano S. Alessandro. Si prende la prima strada sulla destra (Via S. Giorgio), poi a sinistra (Via Magellano) poi ancora a destra (Via Colombo), di nuovo a sinistra (Via IV novembre, attraversando un ponticello). Proseguiamo fino a incontrare sulla sinistra una fontanella. A un incrocio proseguiamo dritti (Via Locatelli, direzione Municipio) poi a sinistra (Via Garibaldi) e infine a destra (Via Roma). Raggiungiamo e attraversiamo al semaforo la Strada Statale, mentre sullo sfondo appare il Santuario della Beata Vergine delle Rose. In poche decine di metri siamo alla stazione ferroviaria di Albano S. Alessandro, da qui il treno raggiunge Bergamo in 11’.
Da Scanzorosciate ad Albano Sant'Alessandro

Castelveccana

Panorami mozzafiato e boschi verdeggianti contraddistinguono Castelveccana, ridente paese situato sulle rive del lago Maggiore.
Castelveccana e le sue frazioni, fra cicloturismo, storia e cultura

Sulla strada della Valcalepio

L’ itinerario prende il via da Sarnico, importante centro commerciale e turistico, che conserva ancora tracce ben visibili dell’urbanistica medievale: portali, arcate, strette viuzze, antiche torri e la chiesa di San Paolo con affreschi del XV secolo. La parrocchiale settecentesca è dedicata a San Martino de Tours e presenta opere di importanti artisti; mentre gli amanti dello Stile Liberty possono ammirare tre ville, il mausoleo e la facciata della scuola materna, a firma dell’architetto Sommaruga.  Lasciando il lungolago verso Viale Orgnieri, si imbocca via Manzoni che domina dall’alto il fiume Oglio e si attraversa la pittoresca località Fosio, con la diga, le antiche dimore e il mulino seicentesco. La strada sale ripidamente e si arriva a Villongo, posto all’inizio della Valle del Guerna, dove si trova la Parrocchiale della SS Trinità con pregevole statua della Madonna del Fantoni, la Chiesetta romanica di Sant’Alessandro e gli affreschi del Romanino in casa Bonduri.  Da qui, si seguono le indicazioni per Adrara San Martino, nella cui vallata dominano chiese e santuari imponenti e silenziosi. Vale la pena una sosta al nucleo storico di Sant’Alessandro in Canzanica, monumento nazionale dal 1967.  Nel centro di Adrara San Martino si svolta a sinistra in direzione di Foresto Sparso, rinomato per la sua attività florovivaistica, per raggiungere il Colle di San Giovanni delle Formiche, dove si trova l’omonimo santuario.  Per continuare l’itinerario, si torna a Foresto Sparso e, attraversando il Comune di Villongo si giunge a Gandosso, dove si trova il Santuario della Madonna del Castello. Attraverso un piacevole paesaggio collinare ricoperto di vigneti, si arriva a Grumello del Monte, importante tappa della “Strada dei vini e dei sapori della Valcalepio”. Si consiglia una visita al castello, antica fortezza dei Gonzaga.  Ritornando in direzione del lago, si passa per Castelli Calepio, dove merita una sosta il Castello dei Conti Calepio, inserito in un piccolo borgo medioevale.  L’itinerario prosegue in direzione di Credaro, dove si trovano le chiese romaniche di San Fermo e di San Giorgio e la cittadella medievale di Castel Trebecco, e si conclude in località Castione a Sarnico dove, nella piccola chiesa dei SS Nazario e Rocco, sono custoditi affreschi di inestimabile valore.
Sulla strada della Valcalepio -Ph: visitlakeiseo.info

Sui luoghi della Prima Guerra Mondiale

Questo itinerario è interessante, sia da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, sia da un punto di vista storico, per le notevoli testimonianze risalenti alla Prima Guerra Mondiale.   L’itinerario inizia a Viggiù, in provincia di Varese, dove si può lasciare la propria automobile all’inizio della mulattiera “Sentiero degli Alpini”, dopo una cappella votiva per poi proseguire a piedi, sempre su strada asfaltata, ma vietata alle auto, per un paio di tornanti; questa strada porta ad un sentiero che devia a destra e sale nel bosco. Si procede per alcuni tornanti, circondati da alberi, fino a scorgere un piccolo sentierino che porta al primo belvedere sul Porto Ceresio e il suo lago. Ritornando, sui propri passi, fino al sentiero principale, si continua a percorrerlo fino ad incrociare nuovamente la strada asfaltata. Qui è possibile procedere a sinistra sulla strada per arrivare alle grandi antenne e alla cima del Monte Orsa, oppure scendere dalla strada asfaltata (consigliata al ritorno) o procedendo per una strada che porta alla cannoniera principale sotto il Monte Orsa. Prendendo per la cima del monte e prima di arrivare alle grandi antenne si vede un primo cancello in ferro che permette di entrare in una delle gallerie scavate a difesa del monte, è possibile visitarla in sicurezza ma serve una torcia.Uscendo dalla galleria, dopo aver salito un facile tratto su rocce, si può ammirare la croce di ferro del Monte Orsa e la magnifica vista sul Ceresio, il ponte di Melide e Lugano. Dopo una pausa, per ammirare il panorama, si continua a destra della croce, il sentiero qui è un po’ nascosto dalla vegetazione che si dirada però velocemente in discesa, vicino alla cresta del monte, fino ad arrivare ad un punto dove si costeggia la strada Cadorna.Ripercorrendo a ritroso questo tratto si possono esplorare le postazioni di artiglieria sotterranee (una attrezzata con un grande cannone da campagna 105/22 modello 14/61 ridotto da obice da campagna austroungarico) oppure è possibile proseguire lungo il sentiero, che conduce alle trincee della Linea Cadorna. Qui un dedalo di gallerie sotterranee e scalette portano in alto dove si può ammirare il panorama sul Ceresio, oppure a piccole fessure create per le mitragliatrici, nascoste al nemico nella vegetazione ben tenuta.Si procede poi verso la parte delle trincee che portano al Monte Pravello con un susseguirsi di scorci e una salita in trincea che alterna sentiero a scalette sempre ben tenute, seguendo le indicazioni bianche e rosse sulle rocce, oppure la ben più larga strada Cadorna all’interno del bosco con la chiara cartellonistica. Arrivati in cima al Monte Pravello si scorge la croce di sasso e la guardiola in cemento posta a controllo del confine con la Svizzera, appena dopo un cartello rosso in metallo. Da qui, ancora una volta, si apre il panorama sul Ceresio, sul Canton Ticino col ponte di Melide, il Monte San Giorgio (UNESCO) e Lugano più a destra.Scendendo da dove si è arrivati, appena sotto la cima del Pravello, è possibile scegliere di scendere seguendo la strada Cadorna sterrata, ampia e con bassa pendenza fino a raggiungere il Rifugio Monte Pravello.Si prosegue incrociando nuovamente la strada asfaltata e questa volta la si segue in discesa incontrando sul percorso altre gallerie tutte da esplorare e ad un tornante, la deviazione per l’interessante “cava La Brusata”, recuperata dall’associazione “Amici del Monte Orsa”. Da queste cave si estraeva fin dal 1400 la “pietra grigia” che è andata ad ornare i più importanti monumenti italiani e del mondo, tra cui alcune colonne del Duomo di Milano, della Mole Antonelliana a Torino e della Cattedrale di Lugano.I massi estratti venivano portati ai laboratori nel sottostante paese di Saltrio su carri appositamente costruiti trascinati da buoi e qui trasformati dalle abili mani di artisti della pietra in colonne, capitelli, acquasantiere, altari e portali.Ritornando alla strada asfaltata si prosegue godendosi i panorami che si aprono verso i paesi di Saltrio, Viggiù e Cantello, fino a ritornare al parcheggio a lato strada dove abbiamo lasciato l’automobile. Ci vogliono un'ora per salire e scendere dal Monte Orsa, 20 minuti per passare dall’Orsa al Pravello, e va dedicato, il resto del tempo disponibile, per esplorare la Linea Cadorna con le sue gallerie e cannoniere.
Sui luoghi della Prima Guerra Mondiale

Varese UNESCO

4 siti UNESCO, indissolubilmente legati al paesaggio: Monte San Giorgio, Isolino Virginia, Monastero di Torba, Sacro Monte di Varese.
L'immagine raffigura una scultura dettagliata di due figure impegnate in una conversazione. Una figura, a sinistra, sembra essere un uomo con barba e capelli chiari fino alle spalle, vestito con abiti in stile medievale. Sta indicando un libro aperto tenuto dall'altra figura, che sembra essere una donna con un fazzoletto in testa e uno scialle a fantasia. Entrambe le figure appaiono attente e coinvolte, con espressioni e gesti vivaci, suggerendo uno scambio di conoscenze o una discussione.

Porto Ceresio

Un pittoresco borgo circondato dalle acque del lago e dal verde dei colli

Da Pontida a Sotto il Monte attraverso il Monte Canto

A cavallo del monte dei frati

A San Michele e San Martino

Itinerario in bici con partenza e arrivo a Casalzuigno
A San Michele e San Martino

La Leggenda dei Sette Fratelli

Un suggestivo racconto di otto fratelli, legati tra loro, che vivevano nel lecchese
Leggende nel lecchese: i Sette Fratelli

Gradinata Ratto

Questa gradinata prende il nome dal fatto di aver sostituito una via estremamente ripida che, a causa della sua forte pendenza, nel Rinascimento era detta popolarmente “il ratto”. In origine era una via che, correndo lungo le mura orientali del borgo fortificato, collegava velocemente il Castello nuovo di Lovere, che sorgeva in alto presso la chiesa di San Giorgio, con il porto in basso sulla riva del lago. Questa via, che corrispondeva anche alla strada di ronda e allo spazio dedicato alle operazioni militari in caso di eventi bellici, decadendo nel XV secolo le funzioni difensive, fu poi adibita a rapido, se non proprio comodo, percorso d’accesso dal porto e dal borgo di Santa Maria alla chiesa parrocchiale di San Giorgio. Oggi rimane uno dei punti più caratteristici del centro storico di Lovere.
Gradinata Ratto - ph: visitlakeiseo

Monumento al Redentore

Il monumento campeggia sulla vetta del Monte Guglielmo, a circa 1950 metri di altitudine, voluto, proprio sul monte, agli inizi del XX secolo come uno dei venti (uno per secolo) monumenti al Redentore eretti sulle cime italiane. I lavori furono condotti dal padre del futuro Papa Paolo VI, Giorgio Montini: nel 1902 fu inaugurata la cappella, alta venti metri con una grande croce di ferro che, successivamente lasciata cadere in rovina, fu ricostruita nel 1967, su espresso volere di Papa Paolo VI. In suo ricordo, nel 1998 è stata collocata, a fianco della chiesetta, una statua in bronzo.  
Monumento al Redentore - ph: visitlakeiseo.info

Chiesa di San Gregorio a Caslino d'Erba

Luogo di culto a Caslino d'Erba
Chiesetta