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Monte San Giorgio

Patrimonio Unesco, Monte San Giorgio custodisce fossili risalenti a 200 milioni di anni fa. Stupendi sentieri. Una vista su tutta la pianura
Monte San Giorgio

Il Monte San Giorgio

Escursione tra fossili e natura

Menconico

Posto ai piedi del Monte Penice, questo antico possedimento dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio passò nell’alto Medioevo ai Malaspina e poi ai Duchi di Milano. Oltre alla settecentesca chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, merita una visita il santuario della Beata Vergine, edificato sulla sommità del Monte Penice (1460 m s.l.m.), da cui si gode un vastissimo panorama. Menconico vanta inoltre la Riserva Naturale Monte Alpe (Sito di Importanza Comunitaria dal 2005), che si estende su una superficie di 328 ettari con boschi di conifere, faggi, roverelle e carpini, abitati da una ricchissima fauna. L’accesso alla Riserva è libero e i sentieri sono ben segnalati e corredati da cartelli esplicativi.
Menconico

Chiesa di San Giorgio

La Chiesa di San Giorgio, è chiamata anche la Canonica, risale al 1186.
Chiesa di San Giorgio (la Canonica)

San Giorgio

Scopri a Palazzo Pignano le leggende di Castellazzo
Cappelletta di San Giorgio

Complesso chiesiastico di San Giorgio

Il centro storico di Montagna in Valtellina ruota intorno a questo singolare complesso architettonico religioso.

Chiesa di San Giorgio

Un gioiello a Mandello del Lario
mandello del lario san giorgio

Chiesa di San Giorgio a Varenna

A Varenna resterete incantati dall'architettura lombarda del XIV secolo. La maestosa Chiesa di San Giorgio si erge nell'omonima Piazza con la torre campanaria i cui rintocchi animano il borgo di Varenna.
Chiesa di San Giorgio Varenna

San Giorgio e il drago

Chiesa San Giorgio

Isolata in un oliveto lungo la sponda a ovest di Predore, sorge la chiesa altomedievale di San Giorgio, ben visibile dalla strada litoranea, che in questo tratto costiero ricalca antichi percorsi. L’esile campaniletto a vela sopraelevato recentemente, il presbiterio quadrangolare e la sacrestia sono frutto dei rimaneggiamenti di età moderna e si appoggiano alle antiche strutture della cappella. La chiesa conobbe due fasi di costruzione: di quella più antica resta la porzione orientale della navata, che mostra una muratura in file ordinate di sassi ed elementi sbozzati. A questa fase appartengono le strette monofore ora tamponate, con spalle e ghiera in tufo che si aprono sia sul fianco nord sia sul fianco sud. Un corso di piccoli blocchi di tufo, riconoscibile sopra le monofore, sembra indicare la quota di copertura originaria dell’edificio e – insieme con la quota delle monofore – suggerisce che la chiesa più antica, collocabile tra l’alto Medioevo e i primi decenni dell’XI secolo, avesse una quota pavimentale alquanto più bassa. Successivamente, nel pieno XII secolo, la chiesa venne probabilmente ampliata e fu realizzato il massiccio portale, con stipiti e arco in blocchi di pietra di grandi dimensioni: la monumentalità e la prossimità alla facciata confermano che fosse l’unico accesso dell’edificio, privo di porta in facciata. A un recupero e ammodernamento realizzati negli ultimi decenni del Seicento, dopo un lungo abbandono documentato dalle visite pastorali, appartengono la sopraelevazione della copertura con il timpano in facciata e le nuove aperture con cornici in pietra di Sarnico in facciata e sul fianco sud. L’interno della chiesa è completamente spoglio, salvo il presbiterio che mostra nelle cornici in stucco e nella volta a padiglione il rinnovato decoro della cappella alla fine del Seicento.    
Chiesa di San Giorgio

Castello di San Giorgio

Qui visse la nobildonna Isabella d’Este, una delle figure femminili più influenti del Rinascimento italiano.
Castello di San Giorgio

Oratorio di San Giorgio o del Crocefisso

San Giorgio di Solto Collina, affacciata sul sagrato della chiesa parrocchiale, si presenta oggi come il risultato di una serie di modifiche di cui l’ultima risale alla fase del XVIII secolo. Alcune porzioni di muratura esterna del fronte ovest fanno ipotizzare che la prima fondazione fosse del XIV secolo. La chiesa quattrocentesca aveva l’abside rivolta verso est; questa porzione fu demolita all’inizio del ‘700 per allungare la navata, invertendo l’orientamento dell’edificio; furono costruiti il nuovo ingresso a est e l’altare maggiore rivolto verso ovest. La facciata, preceduta da una corta scalinata, è scandita in due settori da un modesto cornicione: in quello inferiore sono state ricavate due grandi finestre ai lati del portale d’ingresso (in pietra di Sarnico). Dell’edificio quattrocentesco fu in parte risparmiato dalla demolizione l’oratorio dei Disciplini che era costituito da una sorta di tramezzo in muratura con soppalco ligneo posto in controfacciata da cui i confratelli potevano affacciarsi sulla navata della chiesa; oggi l’ambiente, ridotto nelle dimensioni e modificato nella struttura, funge da sagrestia. Si conservano alle pareti affreschi che rappresentano sia singoli disciplini incappucciati e santi, sia il ciclo con le Storie di Gesù. Si tratta di affreschi quattrocenteschi che trovano punti di contatto, iconografici e stilistici, con il ciclo dell’orario di Clusone e, infatti, la firma di Giacomo Busca – autore della decorazione di Clusone - è posta nell’iscrizione dell’episodio della Crocifissione che, seppur mutilo, mostra la Maddalena, patrona della congregazione, inginocchiata e, nel lato opposto, un disciplino in preghiera. Vi sono poi decorazioni geometrico-prospettiche e floreali con aggiunte di soggetti macabri quali teschi, ossa e cartigli con iscrizioni inerenti la caducità della vita. Il nuovo oratorio del ‘700 fu denominato del Crocifisso in quanto come pala dell’altare fu collocato il gruppo scultoreo di Andrea Fantoni datato 1717. Pregevole è il Cristo inchiodato in croce: offre un corpo dalla curata muscolatura e dalle linee sinuose messe in evidenza anche dall’abbondante perizoma a strisce e profilato in oro. La donna a destra, da identificare con la Vergine o con la Chiesa Cattolica, versa il sangue del calice nel piatto della bilancia retta dalla Giustizia (sulla sinistra) per controbilanciare le fiamme del Purgatorio poste nell’altro piatto. Un angelo raccoglie il sangue di Cristo nel calice per sottolineare che il sacrificio della croce è il mezzo di redenzione. L’intento catechetico del gruppo fantoniano si pone in sintonia con la spiritualità settecentesca delle congregazioni religiose e, più in generale, con la predicazione connessa alle indulgenze per le anime purganti che sono rappresentate nel piccolo vano posto sotto il basamento della croce. Si noti che in alcuni atti notarili dei primi del ‘700 la chiesa è pure detta “Oratorio de Defonti” e dei “Morti”. La grande nicchia contenente il Crocifisso con la Vergine e la Giustizia è stata poi chiusa da un’anta in vetro; tale aggiunta è forse quella per cui Giuseppe A. Foresti nel 1721 donava, per disposizione testamentaria, 300 lire precisando “in far coprir di cristalli di Venezia le statue di quell’altare”. L’opera s’inserisce in una bella cornice marmorea che raggiunge l’apice del presbiterio coperto da volta a botte. L’altare, della bottega dei Selva di Riva di Solto, è dotato di un raffinato paliotto con marmi policromi su sfondo nero: al centro vi sono una testina di cherubino e un medaglione in marmo bianco con l’Adorazione dei pastori, che non pare congruo con l’impianto iconografico dell’edificio. Nel reliquiario in marmo alla parete si conserva un frammento della colonna della flagellazione di Cristo. Nella navata è appeso uno stendardo che riproduce il gruppo plastico dell’altare; è probabile che fosse usato per le processioni della congregazione condotte per le vie del paese.   Federico Troletti
Oratorio di San Giorgio o del Crocefisso - inLombardia - ph: Visitlakeiseo.info