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A scavalco del Monte Gioco

Dopo aver superato l’orrido di Bracca, entriamo nella Val Serina dove saliremo fra prati boschi e le panoramiche creste del Monte Gioco.   Raggiunto Lepreno, frazione alta di Serina, si parcheggia nei pressi della piazzetta antistante la Banca Credito Cooperativo di Lepreno, o poco più avanti, dove un cartello CAI indica il punto di partenza. Imboccato il sentiero 598 si esce dalle abitazioni e si risale un prato per addentrarsi poi in un giovane bosco. Usciti, ci aspetta un sentiero che ci porta oltre le rupi sino al Colle, sul crinale che collega il monte Gioco al Zucchin (1.209 m, 1 h dalla partenza).Si piega a sinistra per ripida e panoramica cresta che offre interessanti vedute sul mondo dell’Arera, dell’Alben e del Menna. Questo e altro lo apprezzeremo ancor meglio una volta arrivati in vetta, dove lo sguardo spazia dalla pianura agli alti monti brembani.Poi si divalla sul lato opposto per un ripido sentierino che serpeggia fra chiare rocce ed erbe magre.Giunti alla Sella ci si inoltra nel bosco (1.057 m, 35’ dalla vetta). Su questa strada privata si piega a sinistra, si passa la sbarra nei pressi di quella che era la scuola (Foppa la scola) e, fatti due tornanti, si prende la stradetta forestale che si stacca a sinistra (vedi insegna Cà Felepp). In breve, la sterrata 598 diventa sentiero e, dopo 1 chilometro, di nuovo stradetta attraverso cui si giunge al “Tribulì” (980 m). Ripartiamo, sempre seguendo la sterrata 598, godendo delle belle vedute sul versante sud occidentale del nostro monte Gioco e incontrando una serie di sorgenti e prese d’acqua.Nelle vicinanze prosperano le eccellenti fonti Bracca, di acqua oligominerale. Ci abbassiamo nella faggeta, incontrando la centenaria cappella Panighett e, di seguito, un’altra fonte, per uscire poi allo scoperto, dove fanno bella mostra la grande falesia di Cornalba e il Monte Alben sullo sfondo.Giunti all’ombra della chiesa, alziamo gli occhi e salutiamo la piramide, quattro ore prima affrontata.  
A scavalco del Monte Gioco

Scoprire la provincia di Varese

5 Luoghi imperdibili da visitare a Varese
Un sentiero sterrato attraversa un paesaggio rurale al tramonto, circondato da campi dorati e vegetazione verde. A destra si trova una piccola cappella di pietra con una croce sulla facciata, mentre a sinistra si intravedono grandi alberi sotto un cielo nuvoloso illuminato dai caldi colori del tramonto. L'atmosfera è tranquilla e serena, con il contrasto tra la luce dorata e le ombre della sera che si allungano.

San Martino, castagne e vino

Parco Adda Nord: le tradizioni autunnali
San Martino, castagne e vino - Pontida, vigneti e boschi in autunno

Il Castello e la chiesa di San Rocco

Il castello si trova sul monte sovrastante l’abitato di Provaglio d’Iseo in località “Piano delle viti”; la sua posizione strategica è facilmente raggiungibile percorrendo i tracciati storici che salgono dalle contrade di Provaglio d’Iseo, Zurane e Gresine, oppure da Iseo, risalendo il monte e oltrepassando il santuario cinquecentesco della Madonna del Corno. Il Catastico Bresciano di Giovanni Da Lezze (1609-1610) descrive il luogo come un castello diroccato. Nel 1680 Padre Fulgenzio Rinaldi, storico delle memorie iseane, scrive che il castello di Provaglio fu bruciato e distrutto sul principio del ‘400 da Pandolfo Malatesta, signore di Brescia dal 1404 al 1421, durante le lotte contro i Visconti e i loro alleati Oldofredi. Nel 1567, negli atti della visita pastorale del vescovo Bollani, fu registrata la chiesa di Sant’Ambrogio in castro, governata dal Comune e priva di beni; essendo diroccata veniva ordinato di ridurla a santella votiva. Nel 1792 fu edificata la nuova parrocchiale di Provaglio, dedicata ai santi Pietro e Paolo, sul sito di una chiesa più antica intitolata a san Rocco; i provagliesi, volendo onorare il santo protettore dalle epidemie, decisero di dedicargli la santella che emergeva dalle rovine del vetusto castello. La chiesa di San Rocco venne inaugurata il 16 agosto 1868. La struttura della chiesetta, ad aula unica, presenta anomalie sia nella pianta, sia nello spessore di alcune murature che confermano l’ipotesi di una costruzione su antiche preesistenze. L’area fu abbandonata fino al 1999, quando iniziò l’opera di recupero con indagini archeologiche che consentirono di mettere in luce le varie fasi costruttive e di musealizzare il sito. Dalla Preistoria provengono alcuni frammenti ceramici databili all’età del Bronzo (II–I millennio a.C.), mentre una serie di buche di palo e focolari potrebbe indicare l’esistenza di un insediamento di capanne o una palizzata difensiva di epoca altomedievale (VI-X secolo). Su queste preesistenze si insediarono le strutture più antiche dell’impianto fortificato, testimonianza del fenomeno dell’incastellamento che durante il XI-XII secolo interessò gran parte dell’Italia settentrionale.  Si tratta di muri di notevole spessore, larghi circa 1,10 m, in ciottoli e pietra calcarea legati in malta, che recingevano la parte più elevata del colle per una lunghezza di circa 110 m e una larghezza media di circa 30 m. A questa fase potrebbe risalire la costruzione della chiesa di Sant’Ambrogio, i cui ultimi restauri hanno messo in luce un’abside semicircolare in pietra e due monofore centinate di chiara impronta romanica. La fase costruttiva di maggiore rilievo si sviluppò tra XIII e XIV secolo quando la rocca assunse la fisionomia del castello ricetto, struttura di deposito dei beni essenziali della popolazione e di rifugio in caso di pericolo. Alla fortificazione si accede da una porta-torre difesa da un piccolo fossato, superato da un ponte levatoio, e all’estremità opposta da una stretta postierla facilmente difendibile. L’impianto castellano si articola in due zone: presso l’ingresso, in posizione più elevata, si trova un primo recinto fortificato, a una quota inferiore, su un’area più ampia, si estende una seconda cerchia di mura all’interno della quale si trovavano le caneve (cantine). La prima cinta racchiudeva un palazzetto con ampi ambienti intonacati e la robusta torre del mastio; vi era una corte dotata di pozzo del quale si è conservata la grande cisterna sottostante rivestita in cocciopesto. Durante il Seicento il luogo divenne un piccolo lazzaretto e la pozza d’acqua forniva sostentamento e refrigerio ai malati di peste. L’area a quota più bassa accoglieva il ricetto vero e proprio con le numerose caneve addossate alle cortine murarie settentrionale e meridionale; la suddivisione interna riflette il regime multiproprietario di questo tipo di castello frazionato tra i signori locali, gli Oldofredi e i capifamiglia della vicinia (comune rurale).   Angelo Valsecchi
Il castello e la chiesa di San Rocco - ph:visitlakeiseo.info

Alla scoperta delle meraviglie di Mantova

Tour del centro storico di Mantova. Scopri il fascino della città che si affaccia sull'acqua con le sue storie, intrighi e curiosità, raccontati nelle vie e piazze che ne sono stati testimoni.

Eremo di San Giacomo

L’Eremo di San Giacomo venne fondato verso il decimo secolo, unitamente ad un ostello per pellegrini, dai monaci Benedettini di San Pietro in Monte Orsino di Serle che avevano il compito di bonificare la zona

Pic-nic panoramico sull’Alpe San Michele

Punto di congiunzione tra la Valcuvia e la Valtravaglia, l’Alpe San Michele è uno dei luoghi più suggestivi per ammirare dall’alto il Lago Maggiore.   Qui si trova la località di San Michele, in provincia di Porto Valtravaglia, che accoglie l’incantevole Chiesetta di San Michele al Monte, di origine romanica, adornata da affreschi altomedievali e incorniciata da una piana verdeggiante. Un tempo stazione di alpeggio, oggi è il luogo perfetto per un buen retiro e un pic-nic dopo un’escursione panoramica.   Nonostante si elevi poco sopra gli 800 metri, l’Alpe San Michele offre una vista invidiabile sul territorio circostante, abbracciando dall’alto la pianura del varesotto, l'altomilanese, l’alto Verbano e borghi e pascoli prealpini. Il belvedere panoramico di San Michele, in prossimità della Chiesetta omonima, si può raggiungere con diversi percorsi escursionistici, con partenza da Porto Valtravaglia o dai comuni vicini, come Mesenzana. Tra i sentieri più celebri merita una menzione il Trekking degli Insubri, che attraversa i boschi tra antichi sentieri e reperti di origine celtica.  All’arrivo, gli escursionisti, gli appassionati di mountain bike o i visitatori troveranno uno spazio di riposo tra sacralità, storia e natura, ideale per un pranzo all’aria aperta. Per chi preferisse godere solo di un pic-nic o rinunciare all’escursione in caso di maltempo, la località San Michele è raggiungibile anche in auto e dista solo venti minuti dalla riviera del Lago Maggiore, dove trovare ristoranti e locali vista lago.  
Ph: I Mille

Eremo di San Michele

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Passeggiata Teglio- San Silvestro- fonte della Frascesca

Itinerario di media difficoltà che, attraverso percorsi panoramici, consente di raggiungere le frescure della fonte della Frascesca.

La Valle San Martino dai colli di Palazzago

Proponiamo un itinerario facile, alla portata di tutti, che ci porta alla scoperta della Valle San Martino, sul confine con la Valle Imagna.   I recenti lavori di pulizia e di manutenzione del sentiero, uniti alle chiare identificazioni lungo tutto il tratto, rendono questo tracciato facilmente accessibile e percorribile a chiunque. È adatto ad adulti e bambini, ma anche agli appassionati della mountain bike. Il dislivello da affrontare è di circa 280 metri. Siamo nella frazione collinare di Gromlongo, a Palazzago (Bergamo), e dopo circa 200 metri dalla chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano si incontra un ampio pianoro verde dove si distingue una casa di color rosso mattone, adibita ad agriturismo. Qui si trova «Il Belvedere», che domina le colline della Valle San Martino ed è anche il punto di partenza per l’escursione. Ci addentriamo nel prato verde tenendo sempre la destra, costeggiano il ruscello Rienza. Dopo pochi metri incontriamo una piccola edicola con incisa una preghiera dedicata al viandante, un buon auspicio per chi va a esplorare il territorio. Subito dopo curviamo a destra, dove il sentiero sale leggermente per poi uscire sulla strada asfaltata. La attraversiamo tendendo la nostra sinistra e poi subito a destra dove la strada, dopo circa 300 metri, diventa sterrata e ci addentriamo nel bosco. Lì si incontra un bel sentiero in ciottolato, ora la pendenza diventa più sostenuta, ma soltanto per un breve tratto, per giungere al primo vigneto, dove si affaccia sul monte Linzone. C’è anche una casetta con una panchina di pietra.Proseguiamo sino a incontrare le indicazioni del sentiero Cai 861 in direzione Valmora. Sempre in salita, ma sul comodo sterrato, arriviamo in località Picco Alto dove converge anche la strada asfaltata che avevamo attraversato all’inizio. La vista cade sulla Valle Imagna e si distinguono la chiesetta di Brocchione, piccola frazione di Palazzago, e Roncola San Bernardo. Incontriamo la segnaletica del sentiero 861, ma curviamo a destra seguendo il bosco. Arrivati a un bivio e in prossimità di una piccola casetta teniamo la sinistra dove c’è un roccolo che domina dall’alto. Sempre diritti, arriviamo a una casa (civico 13) e curviamo a sinistra. Il sentiero scende e osserviamo le colline dalle quali siamo partiti, con in primo piano i vigneti della società agricola «Le Driadi» che ha recuperato la bellezza di questo territorio rimuovendo rovi e cespugli. Scendiamo verso il fondo della collina fino a incontrare una vecchia abitazione con un affresco della Madonna. Si vedono le colline di Pontida, facilmente raggiungibili da qui. Ancora per pochi minuti proseguiamo fino alla frazione Belvedere per concludere questo giro ad anello in poco più di un’ora.
La Valle San Martino dai colli di Palazzago

Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia

I Sacri Monti della Lombardia e del Piemonte sono percorsi di fede, arte e natura. Nove cammini di preghiera, dal 2003 Patrimonio Unesco
@inlombardia - Sacro Monte di Varese

Marathon Trail Orobie

La Marathon Trail Orobie copre un tracciato di 42 km. Si parte da San Pellegrino e risalendo la Valle Merlonga tocca il Rifugio Gesp allo Zucco per poi scendere a Zogno. Di nuovo in salita per il Monte Castello, transitando da Endenna, Somendenna, Miragolo San Marco e Miragolo San Salvatore. Il passaggio dal Santuario del Perello e dal Valico di Salmezza sopra Selvino immette sul medesimo itinerario della GTO fino all’arrivo in Città Alta a Bergamo.  
Marathon Trail Orobie