Ho trovato 513 risultati per monte san giorgio

Giro dell'Olgiatese

Partendo dal copoluogo Lariano ci dirigiamo verso San Fermo dela Battaglia e seguiamo per Cavallasca, paesino ai piedi del Monte Sosso.   Da qui prendiamo la SP 17 in direzione Ol giate Comasco, paese natale di Alessandro Volta dove si trova Palazzo Volta e Villa Camilla. Da Olgiate imbocchiamo la SS 342 "Varesina" per circa 20 km, arrivando nella laboriosa cittadina di Cantù.Qui possiamo fermarci, oltre che per una visita, anche per mangiare un boccone data l'abbondanza di ottimi ristoranti e trattorie.Riprendendo il nostro tour, prendiamo la SP 28 dirigendoci verso nord per rqggiungere l'ulfimo paese che visiteremo nel percorso owero Montorfano. Cosa visitare: Como: Cità conosciuta a livello mondiale per lo stupendo panorama sul lago. Da visitare assolutamente il Duomo. San Fermo della Battaglia: prende il proprio nome dall'evento bellico del 1859 quando i cacciatori delle alpi di G. Garibaldi respinsero gli austriaci. Cavallasca: Monte Sasso, famoso per le trincee. Olgiate Comasco: incastonato come una perla tra le colline moreniche a metà strada tra Como e Varese. Famosissima villa Camilla, costruita nel 1846, che ospita la biblioteca comunale. Cantù: nacque come borgo fortificato in cima al colle San Paolo. Importantissimo il complesso monumentale di Galliano, che comprende la Basilica di San Vincenzo e il Battistero di San Giovanni Battista. Montorfano: paesino immerso nel verde ai piedi del monte Orfano. Chiesa romanica di San Giovanni Battista risale all'Xi e XII secolo.  

Il giro della Lomellina

Alla scoperta della Lomellina, famosa per la coltura del riso
Il giro della Lomellina

Teatri Bergamo

La stagione teatrale bergamasca ci accompagna con un fiorente cartellone di spettacoli da non perdere
Teatri Bergamo, Lombardia da visitare

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Piccola chiesa seicentesca nel cuore di Varenna.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie

14V Bellano-Alpe Camaggiore

L’itinerario conduce dalla sponda di Bellano fino alla località alpe Camaggiore.   Si parte dalla suggestiva Piazza San Giorgio, situata nel cuore del centro di Bellano, a pochi passi dal parcheggio della stazione ferroviaria di Bellano – Tartavalle Terme. Il percorso si snoda sul lungolago fino alla salita per Vendrogno passando dal Santuario Madonna delle Lacrime, di Lezzeno e il Museo del Latte e della storia della Muggiasca. Questa parte di tragitto è su strada provinciale caratterizzata da tornanti a pendenza costante, con un fondo asfaltato che rende la pedalata piuttosto impegnativa, soprattutto a causa della sua notevole lunghezza.Durante questo tratto, si attraversano i suggestivi borghi di Vendrogno, Inesio e Mosnico. Superato anche la località di Sanico, la pendenza si fa ancora più accentuata, e per un breve tratto, la strada diventa sterrata avvicinandosi a Camaggiore. Un punto panoramico tra i più suggestivi del lago di Como. Il percorso è adatto in ogni periodo dell'anno grazie alla sua esposizione a sud. Dal punto di vista tecnico, l'itinerario è relativamente semplice, ma dal punto di vista fisico, richiede uno sforzo notevole. Lungo il percorso sono diversi i punti in cui fare rifornimento d'acqua.
14V Bellano-Alpe di Camaggiore

Il tesoro segreto di Inverigo

Riservato agli amanti del Paesaggio che, pur nel silenzio, racconta mille storie.
Inverigo, piccolo gioiello della Brianza

Un giro ad anello da Verceia

I colori e le atmosfere tipiche dell’autunno ci accompagnano in questa escursione ad anello attraverso il sentiero del Tracciolino.   In particolare la valle dei Ratti regala agli escursionisti che la percorrono ampi respiri panoramici sull’imbocco della val Chiavenna e sulle cime del Lario occidentale. Partendo dall’abitato di Verceia a Sondrio, dove inizia il sentiero che sale verso il borgo antico di Frasnedo e il sentiero del Tracciolino, incontriamo subito i binari di quest'ultimo e ci immettiamo nel suo percorso pianeggiante in cui rimarremo colpiti da panorami mozzafiato ed antiche gallerie. Seguendo le rotaie, superiamo la deviazione per San Giorgio, imboccando il sentiero che sale ripido a destra nel valle del Revelaso.Procedendo dritti si raggiungerebbe il piccolo e tranquillo abitato di Cola, deviazione che in questa occasione abbiamo fatto. Raggiunta poi la forcella di Frasnedo, ci riaffacciamo sulla valle dei Ratti e scendiamo verso l'antico borgo di Frasnedo, tuttora raggiungibile solo a piedi. Seguendo il sentiero attraversiamo poi il fondovalle fino ad avvistare la possente diga di Moledana. Utilizzando la passerella di quest’ultima, in un passaggio molto emozionante, torniamo al punto di partenza concludendo questo bellissimo itinerario ad anello. (Ph: Pietro Bagnara)
Un giro ad anello da Verceia

Visita del borgo storico di Annone Brianza (Lc)

Un'affascinante passeggiata alla scoperta del "Turrito paese" sull'omonimo lago.

Anello di Angera

Si parte dal centro di Angera per salire alla celebre rocca e al monte San Quirico (su sterrato), dirigendosi quindi a Ranco fino al masso erratico del Sasso Cavallazzo. Ci si dirige poi a Ispra, alla “ricerca” delle sue antiche fornaci, e al Laghetash di Brebbia, palude molto interessante con la sua flora e fauna. A Monate ci si imbatte nella produzione di pesche ad alta qualità e di seguito si entra nel bosco per raggiungere, attraverso un viale alberato, il parco della Quassa e la frazione Uponne prima di ritornare ad Angera.

In vetta al Triangolo Lariano

Dal borgo di Civenna incontrando massi erratici per salire al Monte San Primo, che domina il Lario.
Ranuncoli e vista sul Lario dal San Primo

FranciacortaSlow- Percorso Rosso

Percorso che si snoda come un abbraccio che avvolge il cuore della Franciacorta. Il cammino può essere percorso in 3/4 tappe
FranciacortaSlow - Percorso Rosso - Vigneti-e-Torbiere_Corte-Franca - ph: Riccardo Ferrari

Redavalle

L'attuale Redavalle è l'erede di un centro più antico, San Martino in Strada. Nella zona esisteva un centro romano nominato negli antichi itineraria come Cameliomagus o Comillomagus (forme dovute alla scrittura trascurata di un probabile Camillomagus). Le distanze itinerarie converrebero maggiormente a Broni: certo è che a Redavalle sono stati trovati numerosi reperti romani, il che dimostra l'origine romana di San Martino in Strada, corrisponda o no a Camillomagus. Come molti centri antichi sopravvissuti alle invasioni barbariche, ebbe una propria pieve, dipendente dalla diocesi di Piacenza, il cui nome (San Martino in Strada appunto) obliterò l'antica denominazione della località. San Martino passò sotto il dominio pavese nel 1164, allorché era probabilmente una dipendenza di Broni; era comunque dotato di un castello, che fu incendiato dalle truppe dei confederati lombardi durante le guerre contro Federico I Barbarossa. San Martino in Strada, che si trovava un poco più a est di Redavalle, non si riebbe più dal disastro. Cominciò allora a prendere importanza Ridavalle (così chiamato nel 1250), situato al margine occidentale del comune di San Martino, che a poco a poco assorbì l'intera popolazione del vecchio centro. Attorno al 1560 anche al pieve di San Martino fu abbandonata e l'arciprete prese dimora presso l'oratorio di San Rocco a Redavalle (che prese il nome di San Rocco e San Martino). Redavalle faceva parte del feudo di Broni, appartenuto dal XIII secolo ai Beccaria e dal 1536 alla fine del feudalesimo (1797) agli Arrigoni di Milano. Come abbiamo detto, Redavalle sorgeva a ridosso del confine occidentale del comune, tanto che parte dell'abitato sconfinava nell'adiacente comune di Santa Giuletta; tale anomalia fu regolata nel 1866 con la cessione a Redavalle di un tratto del territorio di Santa Giuletta (denominato frazione Rile).   Redavalle: un piccolo borgo ai piedi delle colline dell'Oltrepò Pavese, poco più d'un paio di minuti d'auto lungo la via Emilia, ma paese come altri solo sulle cartine stradali. Quel punto, a metà tra le città di Casteggio e Broni, ora raccoglie 1000 anime o poco più: un tempo rappresentava il centro più importante sull'itinerario tra Iria (Voghera) e Placentia (Piacenza). Le sue origini risalgono al periodo pre-romano; fondatori e primi abitanti ne furono le popolazioni liguri e celtiche che si contesero il dominio sul territorio prima dell'avvento romano sul finire del III secolo a.C.: Cameliomago il suo nome, come riportato sulla Tabula di Peuntiger, una sorta di stradario che raffigurava gli itinerari romani, i centri maggiori e le stazioni di posta e di cambio. Tra queste, a 17 miglia romane da Iria e a 25 da Placentia, viene annoverato appunto l'abitato di Cameliomago, che estendeva le sue ultime propaggini fino alle attuali frazioni Manzo di Santa Giuletta e Ca' del Piano di Cigognola. Il centro è da individuare ai piedi delle colline, nel territorio di Redavalle e Cassino Po, disseminato di locande, stalle per cambiare i cavalli, osterie, botteghe e ville patrizie, delle quali non restano purtroppo grandi reperti: alcune lapidi, molte monete, urne, lucerne e suppellettili funerarie, ritrovate perlopiù nella necropoli Gragnolate, nei poderi Vacca d'oro e Bruciati e durante gli scavi ottocenteschi alla demolita fornace Bornaghi; presenti in diverse località pedecollinari redavallesi, lungo le quali correva la via Postumia, sono invece cocci, tavelle, mattoni e quant'altro possa testimoniare la presenza romana, costante e prospera fino alla decadenza dell'Impero. Proprio per la contingente posizione, l'antica Cameliomago subì, a partire dalla fine del IV secolo d.C. un progressivo impauperimento dovuto alle invasioni barbariche ed all'instabilità economica e politica propri di quei secoli. La lenta cristianizzazione del primo millennio fu per l'antica Redavalle comunque foriera di rilevanti novità storiche, religiose ed architettoniche, delle quali non restano però che pochi resti, primo fra i quali il pilastro in rovina che si vede all'ingresso del paese provenendo da Broni, in prossimità dell'incrocio con la strada che conduce a Pietra de' Giorgi. Quel pilastro, fatto edificare dall'arciprete Primo Andrea Sterpi nel 1724, sorse per commemorare la Pieve di San Martino in Strada, eretta probabilmente nel IX-X secolo d.C. e capace, per alcuni secoli, di accorpare a sé nel culto divino le parrocchie e le popolazioni dei paesi limitrofi, tra cui Cigognola, Pietra de' Giorgi, Barbianello, Mornico Losana e Santa Giuletta. Si trattava di una Pieve importante, dotata di strutture d'accoglienza per i viandanti ed i pellegrini della via Romera, il cui potere venne però scalfito nei secoli dalle pestilenze e dall'incuria dei reggenti, che condussero all'abbandono ed alla decadenza la chiesa, sostituita per le celebrazioni da un oratorio nel centro abitato, dedicato a San Rocco, poi ampliato all'inizio del XVIII secolo su progetto dell'architetto Veneroni, fino all'attuale fabbrica, magistralmente restaurata nell'ultimo decennio del secolo scorso. Il dominio dei Franchi, cui succedettero le dominazioni feudali locali e il potere dei singoli Comuni furono secoli bui per la storia di Redavalle: è purtroppo da ricordare l'incendio al castello del paese, operato nel 1164 dai Piacentini e dai Cremonesi, in lotta contro la città di Pavia, alleata di Federico Barbarossa, evento rimasto scolpito nella tradizione popolare ed effigiato sullo stemma municipale. Nei secoli successivi seguirono alle dominazioni rinascimentali dei Visconti-Sforza, quella degli Spagnoli e, dal 1713, quella degli Austriaci. Il paese che veniva sempre più a formarsi intorno al predetto oratorio, fu abbellito nel XVII secolo dalla costruzione di due cappelle all'ingresso del centro abitato, ora restaurate e adibite l'una al culto della Madonna e l'altra al ricordo dei Caduti. Nel 1743, con il Trattato di Worms, il territorio di Redavalle, come tutto l'Oltrepò Pavese, passò sotto il dominio sabaudo, per divenire poi parte della provincia di Pavia nel 1861. Fonte: Comune di Redavalle PHOTO:  Portale www.visitoltrepo.com