- Arte e Cultura
Mostra Permanente di Antiquariato
Cenni storici
La costruzione del corpo centrale dell'edificio, commissionata all'architetto Giovanni Ruggeri dal conte Antonio Cavazzi della Somaglia, risale alla seconda metà del XVII secolo. Nel 1688, il conte lasciò la Villa in eredità al pronipote Paolo Dati che, divenuto conte Antonio della Somaglia, attuò l'ampliamento del palazzo, trasformandolo in una reggia maestosa.
Al termine dei lavori (1749) la Villa comprendeva il corpo centrale ampliato (corte d'onore), una corte rustica, un cortile triangolare e il cortile degli scudieri, tuttora esistenti.
Il complesso, autosufficiente grazie all'apporto di decine di servitori e di famiglie a servizio, comprendeva cucine, granai, lavanderie, pollaio, legnaia, scuderie, cavallerizza, fienile, cantine, agrumarie, orti, vigna, macelleria e ghiacciaia.
Le parti di maggiore fascino erano quelle riservate agli appartamenti del proprietario e degli ospiti che comprendevano il salone delle feste, il teatro, la sala biliardo, l'oratorio, lo scalone d'onore; ambienti affrescati e riccamente arredati. Da non dimenticare i giardini che si estendevano sul retro della Villa, con mosaici e ninfei sino a raggiungere un attracco per le barche sul Po.
Il Palazzo fu venduto all'inglese Riccardo Holt (1824) per l'impossibilità di mantenerlo a causa dei numerosi debiti della famiglia. Holt insediò nella Villa e nel paese alcune filande, trasformando la cavallerizza in fabbrica. L'inglese accumulò molti debiti e alla morte, nel 1847, la proprietà passò al suo maggiore creditore il conte Giulio Litta. La famiglia Litta Visconti Arese portò nuovamente il palazzo agli onori della vita mondana. Ancora una volta, i debiti contratti portarono alla vendita del Palazzo che aveva nel frattempo assunto il nome di Villa Litta. Nel 1897 il figlio del conte Giulio Litta vendette la proprietà a Guido Corti, che già amministrava questi beni. I problemi economici delle varie famiglie hanno portato allo spoglio e ad un uso non sempre consono della Villa. Basti pensare che il penultimo proprietario Federico Colombo la adibì ad allevamento di animali di vario genere e a magazzino per il grano.
Nel 1970 Villa Litta fu acquistata dalla famiglia Carini, attuale proprietaria, che ha iniziato un lento, graduale recupero del palazzo, vincolato dalle Belle Arti come bene storico e artistico nazionale.
CRITERI ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA
Le aree visitabili sono concentrate nel corpo centrale dell'edificio, suddivise su due piani.
Solitamente la visita ha inizio al pianterreno dove si trovano sette sale in sequenza. Dalla sala d'ingresso si accede al giardino terrazzato di cui è visitabile solo il primo livello.
La visita alla mostra d'antiquariato prosegue al primo piano al quale si accede tramite lo scalone d'onore. Qui si possono ammirare il salone delle feste e altre tre sale.
In tutte le sale si possono osservare gli affreschi e gli stucchi dei soffitti, arredi d'epoca, quadri, oggetti d'antiquariato, sculture lignee ed una raccolta di oggetti e curiosità (armi, giocattoli, utensili da lavoro ecc.) di varie epoche storiche.
Orari
Apertura e visite guidate su prenotazione