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Sentiero per tutti

Mappe tattili e panchine: l'escursione è per tutti
Sentiero per tutti

Una ricca palude ai Piani Olimpici

Un percorso alla portata di tutti che attraversa la palude di Valtorta in Val Brembana
Una ricca palude ai Piani Olimpici

Ecomuseo Adda di Leonardo

Museo all'aperto lungo il Naviglio di Paderno in cui riscoprire le vicende storiche, artistiche e naturalistiche del territorio
Ecomuseo Adda di Leonardo, Musei Milano

Parzanica

Parzanica è un piccolo comune situato in una posizione che sovrasta la sponda occidentale del lago d’Iseo. Poche sono le notizie storiche riguardanti questa contrada, rimasta isolata dai grandi traffici ed avvenimenti per gran parte della sua storia. Una storia fatta di piccole cose e scandita dai ritmi della natura, soprattutto se si considera che, fino alla metà del XX secolo, il paese era raggiungibile soltanto mediante sentieri e mulattiere. Si pensa comunque che la storia di questo borgo parta all’incirca dal X secolo, quando il toponimo utilizzato per indicare questo territorio era Gromol: derivante dal latino grumus, stava ad indicare una collina o un’altura. Questa denominazione rimase in uso fino all’epoca medievale, quando venne sostituito dall’attuale Parzanica. Le cronache di quel periodo ci indicano che, nonostante l’isolamento, il paese fu interessato da piccole scaramucce tra fazioni avverse. Da allora ha regnato la più completa tranquillità, mentre l’area ha seguito le sorti politiche del resto della provincia di Bergamo. Solo nel 1957 è stata realizzata la strada provinciale di collegamento al paese e nel 1999 è stata aperta la nuova variante panoramica. Degno di nota è il borgo storico, che ha conservato la sua anima rurale, con scorci tipici dei secoli passati, ma anche la chiesa parrocchiale, edificata verso la fine del XVIII secolo, che custodisce affreschi, paramenti ed arredi religiosi di buon pregio. Il concerto campanario, composto da 5 bronzi, è stato fuso nel 1953. In posizione più elevata rispetto all’abitato si trova la chiesa della Santissima Trinità, edificata in stile romanico con affreschi del XV secolo recentemente restaurati. E molto caratteristico è anche il borgo della frazione Acquaiolo che, posto più a valle rispetto al centro, conserva ancora abitazioni in pietra, in perfetto stile rustico.

Il villaggio operaio di Crespi d’Adda

Una speciale visita al Villaggio operaio di Crespi d'Adda, autentico modello di città ideale legata all'industrializzazione ottocentesca.

Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

Per scavalcare il Monte Poieto saliamo da Cantul, passando per la Corrugare, nota palestra d’arrampicata. Un accesso facile e praticabile che consente la visita al mondo dolomitico della Cornagera. Raggiunto Selvino posto sull'altopiano che sovrasta la Val Seriana in provincia di Bergamo, si parcheggia nei pressi della bidonvia del Monte Poieto che parte a sud di Aviatico, proprio come la via Cornagera che imbocchiamo subito in salita. Dopo 100 metri, a un trivio, seguiamo il ramo di centro. Dopo poco, la via si restringe a sentiero che sale nel bosco in direzione levante. In meno di mezz’ora si è alla base dei ghiaioni che cingono i quattro principali torrioni di roccia calcarea della nota Cornagera. Si risale tale pendio stando al limitar del bosco e in breve si è alla base delle guglie. Si prosegue salendo per entrare nel “labirinto”. Verso il limite settentrionale del labirinto, troviamo l’indicazione “Buca della Carolina”, e qui ci caliamo. Questa fessura prende a stringersi al punto che ci passa al massimo una taglia 56/58. Si passa sul sentiero che, in salita, porta alla sommità del Monte Poieto, permettendoci di vedere dall’alto l’osservatorio astronomico di Ganda e il Monte Rena. Una piccola cappella e un grande albergo, con l’arrivo della bidonvia, presidiano la sommità e offrono al turista ogni confort. Si riparte affiancando il lato settentrionale del rifugio Monte Poieto, seguendo il segnavia CAI 519 per il Monte Succhiello. Su stradetta sterrata ci si cala nel bosco sino a una radura, poi si segue il sentiero marcato che si abbassa nella faggeta. Eccoci nel bosco di faggi. Dopo una ventina di minuti arriviamo all’incrocio con la cementata che sale da Aviatico. Non scendiamo subito, ma pieghiamo a destra e, in discesa, arriviamo al laghetto della Forca. In stagione, nel centro della pozza, crescono “quasi spontanee” colorate ninfee che ingentiliscono l’ambiente. Ancora in discesa su cementata si giunge su via Alben e all’abitato. Non ci rimane che raggiungere per strada provinciale il parcheggio alla bidonvia. - Ph: Margherita Pelizzari
Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

10 luoghi immersi nella natura

Se volete passare una giornata a contatto con la natura vi consigliamo queste mete davvero particolari.
Scoprire la Lombardia attraverso la natura

Falesia di Predore

Bellissima falesia, situata sulla sponda bergamasca del lago d'Iseo, con esposizione sud. Questa nota falesia è composta da diversi settori, con vie adatte a tutti i gusti, dai principianti (nel settore centrale) ai climber più esperti (il settore Aladino, con la via Sogni di gloria 8c). Altri settori da menzionare sono I gradoni ed il settore azzurro, una balconata immensa posta sopra il Settore Centrale e da non perdere nelle soleggiate giornate invernali.La roccia è un calcare compatto, a buchi e reglettes. Predore è raggiungibile da Milano o da Brescia, uscendo dal casello di Palazzolo sull'Oglio (A4 MI-VE, 22km dopo Bergamo) e proseguendo per Sarnico, lungo la sponda bergamasca del lago d'Iseo in direzione Lovere. Dopo il paese di Predore, proseguire per circa 2 km, e parcheggiare sulla destra in prossimità di un piccolo spiazzo in corrispondenza di una villa se si vuole arrampicare presso il settore Aladino. Per il settore centrale è possibile parcheggiare in uno spiazzo sulla destra poco avanti rispetto alla villa (c’è un cartello indicante l’accesso alla falesia. Attenzione, ci sono pochi posti auto). Da qui salendo per un paio di minuti si raggiunge il settore. Per il settore azzurro, bisogna invece proseguire sul sentiero che devia verso destra. Da qui, passando su di un ponticello, si giunge ad un sentiero che dopo essersi alzato devia a sinistra raggiungendo la terrazza sommitale. La falesia è composta da 7 settori. Le vie più frequentate si dividono tra il settore Centrale (il settore più semplice, con una ventina di vie, dal 4a al 7b, di lunghezza variabile, fino a 20m), Aladino (circa una ventina di vie di circa 20-25m, con grado variabile dal 6a+ all’8c) ed Azzurro (o alto). Questo è il settore più panoramico e con maggiore potenzialità. Ci sono circa una trentina di vie, dal 5c all’NL. La lunghezza delle vie si aggira intorno ai 25-30mt.
falesia_predore_roger_adventure-4- ph visitlakeiseo

Girarifugi 2023

Sei pronto a partecipare al "Girarifugi e Alpeggi c’è più gusto a salire 2023"?
Girarifugi - Ph credits: Rifugi di Lombardia

Parco Adda Nord: in attesa del risveglio

Tradizioni invernali al Parco Adda Nord
Parco Adda Nord: in attesa del risveglio - ph Andrea Boarato

Dal Resegone ai Campelli

Tappa della DOL, Dorsale Orobica Lecchese, fino ad oltre 1.500 metri di altitudine
3. Dal Resegone ai Campelli

Via Priula

La Via Priula è un cammino di elevato valore storico, che ripercorre il tracciato dell’antica strada commerciale realizzata nel 1593.   Si parte dal podestà veneto di Bergamo Alvise Priuli per collegare la Pianura Padana con la Valtellina, la Valchiavenna e l’oltralpe, senza passare per il Ducato di Milano, allora sotto il dominio spagnolo con le relative imposizioni di dazi di transito. La strada fu percorsa da intensi traffici, soprattutto dopo che Venezia ebbe stretto, nel settembre 1603, il trattato di alleanza con le Tre Leghe. Sulla base di tale trattato la Serenissima concedeva, infatti, l'esenzione dai dazi sia alle merci prodotte in Italia ed esportate attraverso il passo di San Marco, sia a quelle valtellinesi e grigionesi esportate a Venezia. Questo cammino fu dunque percorso da mercanti, corrieri, soldati mercenari e carichi di merce: lane, ferri, sale, uve, formaggi e il salnitro. La strada piuttosto larga era percorribile lungo alcuni tratti da carri a due ruote e nel tratto del passo di San Marco consentiva il passaggio con animali da soma a pieno carico. Oggi dall’alta Val Brembana, nelle Alpi Orobiche, si raggiunge Chiavenna attraverso la valle del Bitto di Albaredo, la Bassa Valtellina e il Piano di Chiavenna. Da Chiavenna il cammino si collega ai grandi sentieri transalpini della Via Septimer e della Via Spluga. Ci si avvicina a un territorio ricco di monumenti, culture, specialità gastronomiche, locande e alberghi. Il percorso, specie nella parte montana, si sviluppa lungo l’antica mulattiera. Nei fondivalle si sono privilegiate le strade campestri, le piste ciclo-pedonali e altri sentieri. Si coprono circa 80 km in 4 giorni di viaggio toccando, al Passo San Marco, l’altitudine massima di 1982 metri. (Ph Ig: @vale2389)