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Lago Valcanale

Nella pittoresca provincia di Bergamo, nella regione Lombardia, un gioiello alpino aspetta di essere scoperto: il Lago di Valcanale. Nascosto tra le maestose montagne della Val Seriana, questo lago incantevole offre una fuga rinfrescante dalla frenesia della vita quotidiana.   A differenza di altri laghi alpini più noti, il Lago di Valcanale conserva una magia autentica e un'atmosfera tranquilla, offrendo ai visitatori l'opportunità di immergersi completamente nella bellezza incontaminata della natura.Le acque cristalline del lago si specchiano nei colori mutevoli delle montagne circostanti, creando uno spettacolo mozzafiato per gli occhi e un'atmosfera rilassante per l'anima. Durante i mesi estivi, il lago diventa un'oasi di freschezza, invitando i visitatori a tuffarsi nelle sue acque chiare e a godere di momenti di puro relax sulla sua riva tranquilla. I praticanti di sport acquatici troveranno, inoltre, un ambiente ideale per il kayak, il paddle board e la pesca, mentre coloro che preferiscono la terra ferma potranno esplorare i sentieri circostanti, godendo di emozionanti escursioni a piedi o in mountain bike. Il Lago di Valcanale è anche un paradiso per gli appassionati di birdwatching e fotografia naturalistica. La ricca biodiversità della zona attrae una varietà di specie di uccelli, compresi i rapaci, offrendo agli amanti della natura l'opportunità di avvicinarsi a questi affascinanti abitanti alati in un ambiente intimo e riservato. La località di Valcanale stessa è un incantevole rifugio di montagna, con piccoli villaggi pittoreschi e tradizionali chalet che puntellano le pendici circostanti. Qui, i visitatori possono immergersi nell'atmosfera unica della vita di montagna, assaporando prelibatezze locali in accoglienti trattorie e scoprendo l'autentica ospitalità degli abitanti del luogo.Inoltre, il Lago di Valcanale è un punto di partenza ideale per esplorare altre bellezze della Val Seriana. Dalle cime delle montagne ai verdi pascoli alpini, la regione offre una vasta gamma di paesaggi stupefacenti che soddisferanno ogni anima di viaggiatore e appassionato di outdoor. In conclusione, il Lago di Valcanale è una destinazione imperdibile per coloro che cercano un'esperienza alpina autentica e lontana dalle rotte turistiche più battute. Questo angolo di paradiso alpino offre la promessa di momenti di serenità, avventure all'aria aperta e una connessione profonda con la natura, regalando ai visitatori un'esperienza memorabile di scoperta e meraviglia. (Ph: orobie.it, Ricky Testa)

Valle Imagna, un tesoro tutto da scoprire

Un piccolo gioiello naturale che ancor oggi ha mantenuto intatto lo spirito della vita in montagna e conservato i buoni sapori della tavola
Bergamo Valle Imagna, un tesoro tutto da scoprire

Escursione ai Laghi del Cardeto

Il Monte Madonnino e i Laghi del Cardeto: un’escursione alla scoperta della natura alpina partendo da Gromo
Cardeto_lago_Basso

Attività sul Lago d'Iseo

Cultura, natura, sport, spiagge e buon cibo sul Lago d’Iseo.

Tour in A35: Treviglio

Comune di Treviglio. Uscita Treviglio A35.

Parco dei Laghi Fossili di Sovere

Il Parco dei Laghi Fossili, un archivio di pietra in Val Borlezza, nella zona di Pianico-Sellere, ci racconta la natura di ottocentomila anni fa per un periodo di cinquantamila anni. Riconosciuto a livello internazionale come uno dei siti più importanti per la ricostruzione della storia dell’ambiente e del clima nelle Alpi, offre un’eccezionale registrazione della biodiversità vegetale costituita da foglie e pollini fossili. Sedimenti che oggi osserviamo disposti in sottilissime coppie di strati neri (stagione fredda) e bianchi (stagione calda) alternati che si ripetono senza interruzione per uno spessore di oltre 10 metri: un vero e proprio libro della natura che, nella porzione oggi visibile, conta 41.600 pagine (due pagine per anno) che si sono potute interpretare con i moderni metodi di ricerca delle scienze della terra e dell’ambiente. In questo parco nel 2001 è stato portato alla luce lo scheletro completo di cervo fossile che oggi si può ammirare al Museo Caffi di Bergamo. Grazie alla creazione di itinerari didattici e non, i visitatori possono conoscere e toccare con mano questo meraviglioso giacimento, perlustrando e imparando a leggere uno a uno i 20.800 sottilissimi strati (varve): uno dei "calendari" di pietra più lunghi al mondo, che soltanto nella sua parte visibile, documenta almeno ventimila anni.   Come accedere al parco Vi si accede dal campo sportivo di Sovere dalla strada provinciale SP 53 Lovere-Clusone. Adiacente al campo sportivo vi è un ampio parcheggio libero. Una deviazione a gomito (stretta per chi proviene da Clusone), segnalata dalla pensilina della fermata Sovere Canneto della linea SAB Lovere, immette in Via Gen. Dalla Chiesa e poi in Via Canneto. Poiché l’accesso al campo sportivo è praticabile solo per i pullman turistici piccoli da 30 posti, per i pullman grandi si consiglia di far scendere i visitatori alla suddetta pensilina (200 metri dal campo) oppure all’innesto con Via Canneto (100 metri dal campo). Con mezzi pubblici: linea SAB Lovere Clusone, fermata Sovere Canneto.
Parco dei laghi di Sovere - ph: visitlakeiseo.info

Il Passo del Vivione in bici

Un suggestivo itinerario in bici immerso nella natura incontaminata della Val di Scalve
Passo del Vivione

Alla scoperta delle Miniere di Gaffione

Comune di Schilpario (BG)

In Val Taleggio verso la Bocchetta di Regadur

Itinerario lungo il sentiero CAI 120, in Val Taleggio, Bergamo
In Val Taleggio verso la Bocchetta di Regadur

Infopoint Terre del Vescovado

I borghi, le vigne e i colli del Serio
Terre del Vescovado

Monastero di Santa Maria del Lavello

Con vista panoramica sul Lago di Como è una location unica con il fascino di spazi antichi in una cornice indimenticabile

I nuclei storici di Costa Volpino

Costa Volpino è costituita dai territori di Volpino a est della valle di Supine e della Costa (l’antica “Costa di Lovere”) a ovest: quest’ultima si articola nei nuclei abitati di Piano, Corti, Branico, Qualino, Flaccanico e Ceratello. Alcuni rinvenimenti sporadici in località montane testimoniano una frequentazione già dall’età del Rame o del Bronzo. Reperti furono ritrovati, in più riprese, in località Dos del Ranzinel verso Lovere. Si trattava di resti forse pertinenti a un abitato simile a quelli esistenti a Lovere sul Dos del Castello e sul Dos Pitigla. Ceratello, a oltre 800 m di quota, in posizione panoramica, è il nucleo più alto della Costa. Sorto in corrispondenza di alcune sorgenti, trae il nome da un piccolo bosco di cerri, un albero simile alla quercia. In località Vièr sono state scoperte tombe in lastre di pietra. Secondo tradizioni locali, dove sorge la chiesa di San Giorgio vi era un castello. Dopo un periodo in cui Ceratello fu servita dal cappellano di Flaccanico fu eretta nel 1738 la parrocchia di San Giorgio smembrandola da quella di Qualino. A quota poco più bassa (630m) sorge il piccolo villaggio di Flaccanico, nei suoi pressi si trovano rocce con coppelle, indizio di una frequentazione molto antica; seguì lungo il corso dei secoli le vicende di Qualino da cui dipendeva sia civilmente sia come parrocchia. La chiesa di San Matteo dal 1571 era la sede di un cappellano che serviva la popolazione di Flaccanico e di Ceratello. Qualino era in passato la più rilevante delle contrade della Costa; il toponimo deriva probabilmente da “Aqualinus”, luogo ricco d’acqua, Nel 1880 furono rinvenute, presso le rovine del castello, tombe romane, con corredi, e medioevali, in casse rettangolari formate da lastre litiche. Tra il 1972 e il 1974 durante alcuni lavori edili si rinvennero 8/9 tombe indicate genericamente come di epoca medievale. Il nucleo storico, che si presenta compatto, si sviluppò accanto al colle su cui sorgeva un castello, spianato insieme con l’altura qualche decennio fa per realizzare il campo sportivo. La chiesa di Sant’Ambrogio fu la prima parrocchiale di tutta la Costa, staccandosi nel 1450/60 dalla pieve di Rogno; successivamente separandosi da essa si costituirono le parrocchie di Corti Sant’Antonio, Ceratello e Branico. Branico è il nucleo della Costa più centrale rispetto al territorio e conserva alcune case caratteristiche. In località Somgrom fu rinvenuta nel 1972 una decina di tombe e altre emersero nell’area antistante all’abitato. La parrocchia di San Bartolomeo fu costituita nel 1951 smembrandola da quella di Qualino, ma l’edificio della chiesa preesisteva. Infatti nel 1580 è ricordata una casa di un chierico che doveva essere venduta per edificarne una nuova a Qualino e nel 1975 durante dei restauri, sono emersi affreschi del XIV secolo. La presenza di quest’antica cappella, forse, si spiega col fatto che nell’abitato sino al 1925-1926 si trovava la sede amministrativa. Corti deriva il nome dal termine medievale “curtis”, che identificava un luogo al centro di una possessione agricola. Potrebbe essere stata fondata dai monaci di Tours al centro dei loro possedimenti in zona per sfruttare le aree paludose della foce dell’Oglio. Pervenne nel X secolo al vescovo di Brescia che probabilmente tra l’XI e il XII secolo la diede, con Lovere, in feudo a un ramo della famiglia Mozzo, già feudatari del vescovo di Bergamo in Sovere. Costoro poi assunsero il nome di Celeri, ma nel XII secolo per i diritti su alcuni villaggi della Costa (Ceratello e Qualino) e in Volpino entrarono in contrasto con i Brusati, loro parenti, signori di Volpino, scatenando un conflitto che coinvolse i comuni di Brescia e Bergamo. Nel Medioevo la frazione di Corti Sant’Antonio doveva essere dotata di un circuito difensivo e i Celeri vi avevano alcune residenze fortificate, in parte ancora visibili. L’abitato storico è posto sull’ultimo sperone della Costa, dove la via Valeriana attraversa il torrente Supine e si è sviluppato a cavallo del corso d’acqua. La parrocchia di Sant’Antonio fu costituita nel 1507 staccandola da quella di Qualino. La frazione orientale, detta di San Rocco, si trova nel territorio della parrocchia di Volpino. In epoca odierna si è molto sviluppata in pianura e dal 1925/6 è sede del Comune. Il Piano di Costa Volpino è un abitato moderno ma nell’area si trovavano, in antico, diversi nuclei sparsi: tra gli altri Pizzo, già citato all’inizio del XIII secolo, e la località Torrione, dove sorgeva una torre a controllo delle zone paludose dell’Oglio, Santa Martina, Colombera, Ca’ Ronchi, Ca’ Bettoni, Pitinghello e Casino Baglioni. Piano è sede di un’ampia zona industriale sorta negli anni ’50 del XX secolo dove c’erano i ruderi di un capannone che durante la Prima Guerra Mondiale era servito da deposito di polveri e materiali bellici. A est della valle di Supine sorge Volpino, che ha restituito interessanti testimonianze archeologiche. A est del paese nel 1892 furono rinvenute delle tombe romane databili tra IV e V secolo d.C.; altre tombe nel fondo Santi furono indagate nel 1898-1899. Nel 1927 vennero alla luce nuove tombe tardo-romane presso la chiesa di Santo Stefano, oggi demolita, nella parte più elevata del castello. Nel 1930 un’altra tomba fu scoperta nella cava di gesso sotto il paese. Nel 1950 fu ritrovata durante uno sterro in località Durno un’ara romana del I-II secolo d.C. con epigrafe dedicata a due divinità locali, ora presso l’Accademia Tadini. L’abitato, ben servito da una sorgente chiamata “Fontana”, è posto nella sella tra la montagna e il luogo dove sorgeva l’antico castello di Volpino. Nell’XI secolo scoppiarono contrasti per i diritti feudali su Ceratello e Qualino fra il ramo bergamasco della famiglia Mozzo e quello bresciano, che aveva assunto il nome di Brusati. Costoro a Volpino avevano un castello, circondato da un vallo, da un muro e dotato di “turris e dugnonis”. La situazione nel 1123 generò un conflitto che in breve coinvolse i comuni di Brescia e Bergamo e che con alterne e drammatiche vicende terminò solo nel 1198, quando i due comuni contendenti decisero di dividere Volpino e di demolire il “dugnone” del castello. Le demolizioni fecero decadere Volpino a vantaggio di Lovere per i bergamaschi e del nuovo centro fondato nel 1255 dai bresciani a Rogno: Castelfranco. Volpino nel 1219 e nel 1255 venne divisa in due parti, una a ovest bergamasca e l’altra a est bresciana; questa entità, comunque unitaria, veniva definita il Comunello. Solo nel 1809, in epoca napoleonica, Volpino e la Costa, rimasta per secoli legata a Lovere, sarebbero divenute un’unica entità amministrativa, politicamente bergamasca, ma religiosamente bresciana. Sempre a seguito delle divisioni del 1219-1255, scomparve il villaggio di Varadega, posto a est di Volpino. Nel XIII secolo, quando scomparve, era un abitato modesto, probabilmente dipendente da Volpino, e la sua popolazione si spostò forse in Castelfranco. Il castello di Volpino tornò sulla scena nel 1413-1414 nel corso della ribellione della Valcamonica contro Pandolfo III Malatesta. Per rafforzarsi in zona, Pandolfo concedette il castello di Volpino ai camuni suoi sostenitori e, nel 1416/1417, vi nominò un suo castellano; dopo il 1428, con l’arrivo di Venezia, del fortilizio non si hanno più notizie. L’attuale chiesa parrocchiale, dedicata a Santo Stefano, venne riedificata alla metà del XVIII secolo al centro del nuovo insediamento. L’antica parrocchiale sorgeva sul dosso del castello; fu demolita nel 1938-1940 e l’area su cui sorgevano il castello e la chiesa venne ceduta per ampliare le cave di gesso. Queste sono state utilizzate per secoli sia per il gesso, sia per la volpinite (o “bardiglio di Bergamo”), una delicata pietra affine al marmo utilizzata a scopo decorativo in architettura.   Francesco Macario
I nuclei sotrici di costa volpino - Ph: visitlakeiseo.info