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Il nucleo storico di Castro

Il porto di Castro fu fondato probabilmente nella prima metà del secolo XI come approdo di giurisdizione bergamasca nell’area nord del lago, in contrapposizione a Lovere di pertinenza bresciana. Il porto gestiva, in regime di esenzione fiscale, il commercio dei generi di prima necessità destinati alle cosiddette Valli esenti (alta Val Seriana e Val di Scalve) dove il vescovo di Bergamo aveva acquisito nel 1026 nuovi territori, ricchi di materie prime, ma non autosufficienti per i fabbisogni alimentari. Per condurre le merci fuori dal porto senza passare attraverso il territorio loverese fu costruita lungo la forra del Tinazzo una nuova strada, l’attuale via Corna, che superava luoghi impervi con tratti scavati a nicchia nella dura roccia o sostenuti da alti muri. In un periodo di generali violenze, il porto fu presidiato militarmente. L’immediata opera di difesa era costituita da un Castrum, ossia da un recinto murario fortificato al cui interno erano poste una torre e le case. Il nucleo originario del Castrum è quello oggi delimitato dal perimetro di via Matteotti, via papa Giovanni (ex vicolo della torre), via IV Novembre, vicolo scaletta, dove si possono osservare affiorare nelle facciate delle case tracce murarie del XII-XIII secolo. Le mura del Castrum verso il porto si impostavano sull’attuale muro a valle di via Matteotti, oltre il quale si espanse il paese dalla fine del Trecento. In posizione più alta e meglio difendibile, sul colle di San Lorenzo, fu invece posta la Rocca, rapidamente raggiungibile dalla strada della Corna attraverso un impervio sentiero a gradoni scavato nella roccia. Per evitare l’aggiramento del Castrum, nel punto più stretto della strada, tra le rupi e la forra, fu collocata una porta a saracinesca le cui guide sono ancora ben visibili nella roccia. Nella seconda metà del XIII secolo il comune di Bergamo, subentrato al vescovo nella giurisdizione civile, affidò i diritti commerciali sul paese a una famiglia di cittadini legati al partito guelfo, che per la loro origine forestiera furono detti Foresti de Castre, destinati a diventare una delle più potenti famiglie del Sebino. Nel corso del ‘200 con l’integrazione di Lovere nella giurisdizione bergamasca, decadde l’importanza del porto di Castro e gli statuti trecenteschi di Bergamo attestano la progressiva erosione dell’antico monopolio commerciale a favore di Lovere, con inevitabili scontri tra i due paesi. Castro, allineata su posizioni guelfe come le valli di cui era il porto, dovette subire nel maggio 1380 una sanguinosa scorreria culminata con l’incendio del paese. Seguirono le lotte tra i Visconti e Pandolfo Malatesta, che nel 1410 favorì particolarmente i suoi alleati castrensi concedendo loro protezione militare ed esenzioni fiscali. Venezia rinnovò nel 1437 le esenzioni per la ricostruzione della torre distrutta su ordine dei Visconti. Tra XIV e XV secolo si svilupparono le attività manifatturiere legate alla derivazione dell’acqua dal fiume Tinazzo, che nella piana irrigua tra il paese e l’estuario alimentava mulini, folli da lana e fucine. Una fonderia per l’argento è menzionata nel 1229 mentre la fucina che costituì il nucleo del futuro sviluppo industriale del paese appare in documenti del 1364. Nel 1453 vi si fondevano le campane e nel 1766 la famiglia Capoferri vi produceva cannoni destinati all’arsenale di Venezia. La fucina fu danneggiata da un’esondazione del fiume nel 1784, episodio non isolato per Castro che subì varie alluvioni, tra cui una disastrosa attorno al 1535. Fino al 1742 Castro non fu comune autonomo, ma contrada del “Comun da Solto, Ripa de Solto et Unione” già citato negli statuti di Bergamo del 1331 e comprendente gli attuali comuni di Solto Collina, Riva di Solto, Fonteno, Pianico e Castro, oltre al territorio di Piangaiano ora nel comune di Endine. Il successivo sviluppo industriale tra Otto e Novecento vedeva Castro e Lovere congiunte in un polo sovracomunale destinato a una grande espansione dopo la deviazione del fiume Tinazzo, avvenuta nel 1918.   Attilio Gualeni
Nucleo storico Castro - ph: visitlakeiseo

Crespi d'Adda: villaggio operaio patrimonio Unesco

La visita conduce alla scoperta di uno dei rari esempi di paese nato dal nulla, o meglio, dal sogno dell’imprenditore tessile Cristoforo Benigno Crespi. Nella seconda metà del '800 egli fondò, tra i fiumi Adda e Brembo, la sua azienda di cotone e il villaggio per i suoi operai, con tutti i servizi necessari a una piccola realtà indipendente.La nostra passeggiata ci porterà alla scoperta del dopolavoro, della chiesa, della scuola, delle villette operaie e di quelle per i dirigenti, della fabbrica e del cimitero, un complesso urbanistico con pochi eguali nel sud Europa, tanto da essere inserito nella lista del patrimonio dell’umanità. Per chi volesse, la visita può diventare di una giornata intera, passeggiando o navigando lungo il fiume Adda, scoprendo ville e castelli oppure visitando Bergamo, in particolare la città alta, le cui mura a luglio 2017 sono entrate a far parte del patrimonio Unesco.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie

La chiesa di Santa Maria delle Grazie è collocata sull'antica strada Calciana che collegava Bergamo a Cremona. E' stata costruita nel 1501 ad opera dei frati carmelitani. Nel 1536 divenne la cappella privata della Famiglia Stampa. Nel 1772 dopo l'editto di Maria Teresa d'Austria nel quale venivano soppressi i conventi, i carmelitani dovettero lasciare Soncino e la loro chiesa che iniziò un inesorabile degrado fino al 1864 quando la Santa soncinese Paola Elisabetta Cerioli, fondatrice dell'ordine delle Suore della Sacra Famiglia, acquistò il convento e la chiesa restituendo ad entrambi l'antico splendore. La chiesa è a pianta rettangolare a navata unica con cinque cappelle per lato. L'interno è interamente affrescato su due diversi piani sovrapposti, con opere di Giulio Campi, di Bernardino e Francesco Carminati e del soncinese Francesco Scanzi.

Lungo i navigli cremonesi

Alla scoperta di un territorio ad alto valore naturalistico e ambientale.
navigli cremonesi

Tra Serio e Oglio... passeggiando nella Bassa Bergamasca

La bassa bergamasca orientale è una zona geografica pianeggiante posta a sud della città di Bergamo. È delimitata a est dal fiume Oglio, a sud dalla provincia di Cremona, a ovest dal fiume Serio.
Fiume Oglio

La Brianza lecchese

Il fascino senza tempo della Brianza lecchese deriva essenzialmente dalla perfetta combinazione tra storia e natura che questo splendido territorio è, in grado di offrire. Un’escursione all’interno della Brianza lecchese è la migliore occasione per godere di tranquille passeggiate grazie anche ai vari punti di interesse storico, naturalistico e architettonico; da non perdere i gustosi percorsi enogastronomici. Sono ospitate all’interno di meravigliose ville storiche interessanti mostre che vale la pena tenere in considerazione.  Questo territorio tutto da scoprire, collocato a pochi chilometri da Milano, facilmente raggiungibile anche da Bergamo, Monza, Como e naturalmente Lecco, è da considerarsi una meta ideale per chiunque sia alla ricerca di relax e svago a poca distanza dalle principali città lombarde.Soprattutto, della Brianza lecchese seduce l’alternarsi di paesaggi così complessi e diversificati, tra zone pianeggianti, fitti boschi e morbide colline. 

Da Valbondione al Rifugio Brunone

Questo itinerario porta ad uno dei rifugi più elevati e più difficili da raggiungere delle Orobie, all’altezza di 2297 metri. Insomma non è per tutti ma solo per i più allenati.   Si sale nella Valle di Fiumenero, frazione del comune di Valbondione posto presso la testata della Val Seriana in provincia di Bergamo, lungo il lato orografico destro, attraversando il bosco con moderata pendenza. Superata la Valsecca si attraversa il torrente e si passa sul lato orografico sinistro. Da qui il sentiero prosegue e inizia a salire in modo più deciso fino a sbucare nella piana della cascina del Campo. Si arriva in breve alla Valle dell'Aser che si supera con un ponte di legno. Da qui il sentiero sale con pendenza costante, con numerosi tornanti, per guadagnare decisamente quota e arrivare a quota 2200 m all'incrocio con il Sentiero 225 (Sentiero delle Orobie) che proviene dal Rifugio Calvi. Percorrendo un breve tratto in comune con quest'ultimo, in breve si arriva al Rifugio Baroni al Brunone.
 Da Valbondione al Rifugio Brunone

Da Valbondione al Rif. Merelli al Coca

L'itinerario per il Rifugio Mario Merelli al Coca è considerato da veri duri, in realtà, se affrontato con calma e con un po' di allenamento, è meno impervio di quanto le leggende narrano.   In alcuni tratti bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, anche se in montagna questa regola dovrebbe valere sempre. Dalla frazione Sambughera di Valbondione, posto presso la testata della Val Seriana in provincia di Bergamo, appena superate le ultime case, sulla sinistra parte il sentiero che scende verso il Fiume Serio e lo attraversa con un ponticello. Il percorso sale con decisione con alcuni tornanti il ripido versante boscoso, al termine del quale si prosegue per un tratto a mezzacosta fino ad attraversare il torrente con un nuovo ponte. Il manufatto è stato posato per consentire la realizzazione di una nuova parte di sentiero che evitasse un tratto di difficile manutenzione e sicurezza. Si sale quindi con attenzione (barriere di protezione) il nuovo sentiero che si raccorda poco più in alto con il vecchio tracciato. In breve, si arriva affamati al Rifugio Mario Merelli al Coca dove ci attendono Fabrizio e Silvana con la loro tribù.
Da Valbondione al Rif. Merelli al Coca

Dal Pianone al Rifugio Parafulmine

Dai Pascoli del Pianone nella bella Clusone in provincia di Bergamo, vigilati dal vecchio edificio dedicato al Dottor Giulio Romelli, si taglia il prato per iniziare la salita.  Sul sentiero che serpeggia nel bosco si prende quota e si giunge all’ex Rifugio Capanna Ilaria alla Forcella Larga, dove recentemente a cura del CAI Valgandino è stata collocata una stilizzata campana dedicata ai caduti della montagna. Si scollina sul versante opposto, entrando così nella grande piana della Montagnina, dove si incontra la stradetta che conduce in 30 minuti al Rifugio Parafulmine, da dove si prosegue scendendo sul lato opposto e in breve si giunge alla Cappelletta dei Morti della Montagnina. imboccando da qui il sentiero numero 508 si passa alla sella e si giunge al “Pozza ‘d’abbeverata”. Proseguendo in salita si vede l’Alpeggio Fogarolo, poco oltre troviamo l’indicazione “Pianone”; in mezz’ora si è al bivio di Località Pendesa e seguendo le indicazioni per San Lucio-Pianone si ritorna, tagliando pascoli e baite, presso la Baita G. Romelli.
Dal Pianone al Rifugio Parafulmine

Dalle Orobie al Cremasco

Pedalate stupende tra gioielli d’arte, castelli turriti, borghi e ponti che raccontano la storia. 9 soste tra le Orobie e il Cremasco

Altopiano di Selvino e Aviatico

Benvenuti sull'Altopiano di Selvino e Aviatico, la montagna per tutta la famiglia a due passi da Bergamo
Altopiano Selvino Aviatico, gita sulle Prealpi Orobiche

Cammino "Alta Via delle Grazie"

Il Cammino “Alta Via delle Grazie” è il primo cammino spirituale bergamasco, con i suoi 315 km si snoda tra i santuari mariani di città, montagna e lago.