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Palazzo d'Arco a Mantova
Vita quotidiana di una nobile famiglia tra Settecento e Ottocento
In una grande piazza acciottolata di Mantova, si affaccia la maestosa facciata della residenza settecentesca in stile neoclassico appartenuta ai conti D’Arco.
Oltre l’androne d’ingresso, dopo l’esedra semicircolare, si intravede il giardino colorato e profumato di fiori e piante, alberi da frutto ed erbe aromatiche. Salendo lo scalone di marmo si arriva al piano nobile dove il susseguirsi delle stanze arredate rivela la vita, l’eleganza, la raffinatezza e le passioni della nobile famiglia D’Arco, di antichissime origini, estintasi solo mezzo secolo fa dopo una storia di novecento anni.
Partendo dal grande salone centrale dedicato agli antenati, si procede negli appartamenti privati dei padroni di casa, dove la luce discreta di chandelier e lampadari in vetro di Murano, illumina salotti di ricevimento per gli ospiti a cui si offrivano té, caffè o cioccolata in preziosi servizi in porcellana di Meissen o in argento.
Non mancano studioli privati, cabinet de toilette, un fumoir in stile vittoriano riservato solo agli uomini, che vi si ritiravano per fumare e discutere di politica. Gli occhi sono attratti da mobili intarsiati, canterani, tavole imbandite con antichi servizi che a rotazione vengono esposti, perché questo è un museo vivo che dispone di un patrimonio ricco e vario, conservato dall’ultima contessa Giovanna e da lei donato generosamente alla sua amata Mantova.
Persone di cultura, intellettuali, i conti D’Arco hanno raccolto una pinacoteca di valore con tele di Lorenzo Lotto, Bernardino Luini, Sodoma, Grechetto, Antoon van Dyck. La biblioteca possiede manoscritti e incunaboli, cinquecentine e testi a stampa a disposizione di chiunque desideri consultare questa preziosa risorsa.
Non può mancare una sosta in cucina, le cui pareti sono completamente ricoperte da stampi in rame dalle fogge più disparate, sono esposti anche catini, brocche, spremiagrumi, bricchi per il caffè, grandi pentole per preparare il pesce, paioli per la polenta e tutto quanto poteva servire per soddisfare il palato dei signori.
Le sorprese non sono finite: in giardino due palazzine cinquecentesche ospitano una raccolta naturalistica e un sorprendente salone affrescato nel 1520 da Giovanni Maria Falconetto. Sotto grandi archi dipinti i dodici segni dello zodiaco sono
raccontati attraverso miti, eroi, monumenti antichi; un tuffo nel passato lontano per assaporare ancora di più questa sofisticata dimora ancora oggi viva e palpitante.
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Ph copertina: Federica Bottoli
Testo e immagini in gallery a cura di MARTA PETRUZZELLA, guida abilitata ConfGuide Mantova
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