La Brianza comasca

La Brianza comasca svela ai visitatori perle inaspettate.

Dai monumenti romanici ai dipinti rinascimentali, dalle chiese barocche alle ville neoclassiche, dagli edifici otto-novecenteschi fino alle architetture contemporanee.
Gli amanti della natura trovano in questa parte della Brianza un ventaglio di opportunità, che vanno dalla scoperta dell’Orrido, monumento naturale che permette di osservare il fenomeno delle sorgenti pietrificanti (acque limpide che, depositando il calcare, favoriscono la nascita di nuove rocce), al giardino botanico del Bosco della Bressanella fino alle foppe di Fornacetta.

Bulciago (Lc) — Troverai, ben segnalato dai cartelli, il Santuario dei Morti dell’Avello. L’edificio è intitolato alla Madonna del Carmine, festeggiata il 16 luglio di tutti gli anni. Il Piccolo Museo della Tradizione Contadina conserva attrezzi e oggetti utilizzati per l’agricoltura, risalenti al periodo a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Puoi raggiungere la Bella Veduta: una collina rialzata creata in passato dai nobili locali per poter godere di una visuale panoramica suggestiva. Al centro della collina c’è il cosiddetto Piantone, una Sophora Japonica con più di un secolo di vita.
(Ph Ig: @martyscatty)

Costa Masnaga (Lc) — La Chiesa di Sant’Ambrogio, riconoscibile per il portale di ingresso ad arco a tutto sesto, ospita un trittico con i santi Gervaso, Protaso e Ambrogio; accanto all’abside è presente un masso avello, di datazione incerta ma sicuramente ricavato da un masso erratico proveniente dalla Valtellina. La Torre di Camisasca, eretta tra il XII e il XIII secolo è alta 12 metri. La facciata di ingresso è impreziosita da una dentellatura formata da una serie di mattoni murati con spigoli indirizzati verso l’esterno. Da notare le feritoie a testimonianza dello scopo difensivo che la torre aveva in origine.
(Ph Ig: @ciarlonimassimo)

Cremella (Lc) — Villa del Bono realizzata in stile eclettico alla fine dell’Ottocento ha le forme classiche del Rinascimento fiorentino; include collezioni artistiche del XV secolo ed è circondata da un parco secolare di 6 ettari, attraversato da un viale di tigli lungo più di 200 metri. Il giro di Monte Gregorio sale sulla collina sopra Baciolago, fiancheggia dei ruscelli che formano la Valletta, la roggia che dà il nome al parco. Quindi, dopo aver attraversato una zona umida, dall’ingresso di Torricella (frazione di Barzanò) ti imbatterai nei tanti massi di origine glaciale della dorsale del Monte Gregorio.
(Ph Ig: @nico.bastianelli)

Garbagnate Monastero (Lc) — Risalente al XIII secolo, la Chiesa di San Martino siede su una collina ed è affiancata da un piccolo campanile: una nicchia sulla parete del fianco esterno raccoglie ancora oggi alcune ossa di appestati. Troverai le rovine di un antico mulino che nella seconda metà del XIX secolo veniva impiegato per macinare il grano in farina, una grande ruota in legno che girava grazie all’acqua del torrente Bevera. Puoi dirigerti al percorso degli stagni di Brongio. Qui ammirerai, tra l’altro, la rana di Lataste e il gambero di fiume italiano, specie protette, ma anche piante come la pervinca e la scilla.
(Ph Ig: @gloria_turati)

Molteno (Lc) — Villa Rosa, che ospita il municipio, è circondata da un grande parco. In passato l’edificio apparteneva alla famiglia nobile dei Riva, di cui puoi ancora vedere lo stemma gentilizio sulla facciata. Tradizione vuole che la villa sia stata spesso frequentata da Benito Mussolini; per altro, su una facciata di fronte al muro del parco è presente, all’altezza del secondo piano, un’effigie del Duce. Da ammirare, sul colle Ceppo, la bella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio, con interno a tre navate. Nella zona di Coroldo puoi concederti una passeggiata tra campi e boschi: una vera oasi di pace e relax.
(Ph Ig: @maggioni91)

Nibionno (Lc) — Un cartello ti permette di raggiungere la Torre di Tabiago: si tratta di ciò che rimane di un castello costruito nel Duecento, una costruzione massiccia a pianta quadrilatera. Lungo il corso del Lambro puoi incontrare ciò che rimane dei mulini attivi in passato in paese: è il caso, per esempio, della ruota in ferro del Mulino Ceresa, situata sulla sponda sinistra del canale di derivazione. Per ammirarla devi recarti in località Ceresa. Un edificio del Mulino Nuovo, situato sulla sponda sinistra del canale di derivazione, integra nelle murature esterne alcune delle macine in pietra di un tempo.
(Ph: agoranibionno.com)

E non si può parlare di Brianza senza menzionare i prodotti tipici. Le eccellenze culinarie locali sono numerose e diversificate: il prezzemolo brianzolo, il cavolo cappuccio, i marroni di Albavilla, le noci e le nocciole dei colli di Brianza, ma anche gli ottimi formaggi come il quartirolo, lo stracchino e il gorgonzola.

La Brianza comasca

Ph Ig: @viaggiareinbrianza

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