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Nuclei rurali di Chiesa in Valmalenco

Cà Rotte

“I ca-aler? Du mis de galera!” (I bachi da seta? Due mesi di galera!)

Parco Adda Nord: le tradizioni primaverili

Gli Abeti bianchi di Vesenda

Tra gli Abeti di Vesenda si provano emozioni uniche: ci si sente un tutt’uno con la natura.

Fiume Olona

Il fiume nasce a 548 m s.l.m. in località Fornaci della Riana alla Rasa di Varese, presso il Sacro Monte di Varese, all'interno del Parco regionale Campo dei Fiori. Solcata la Valle Olona e attraversato l'Alto Milanese, l'Olona giunge a Rho, dove versa parte delle sue acque nel Canale Scolmatore di Nord Ovest. Passata Pero, il fiume entra a Milano, dove, all'uscita del suo percorso sotterraneo, confluisce nel Lambro Meridionale in località San Cristoforo ponendo fine al suo corso. Il Lambro Meridionale sfocia poi nel Lambro a Sant'Angelo Lodigiano. Lungo il suo percorso, il sistema idrico formato dall'Olona e dal Lambro Meridionale attraversa o lambisce 45 comuni ricevendo le acque di 19 affluenti. L'Olona è noto per le cascate e le grotte di Valganna e per essere stato uno dei fiumi più inquinati d'Italia. La valle scavata dal fiume, grazie all'impianto di ruote idrauliche che sfruttavano la forza motrice originata dall'acqua, è stata una delle culle dell'industrializzazione italiana. Il fiume talvolta è indicato anche come "Olona settentrionale" per l'omonimia con un altro Olona, che nasce a Bornasco e che sfocia nel Po dopo aver attraversato la provincia di Pavia. Questo secondo Olona, a sua volta, viene designato come "inferiore" o "meridionale". L'omonimia non è di origine imitativa o etimologica, ma è dovuta al fatto che originariamente si trattava di due tronconi dello stesso fiume, deviato dagli antichi Romani nel suo tratto superiore verso Milano per portare acqua al fossato delle mura difensive della città.

Via Francisca

Seconda tappa della Via Francigena Renana
Via Francisca

Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca

Un trekking tra natura e tradizioni
Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca

Rive storiche il canale Vacchelli

Scopri il percorso ciclo-pedonale che si snoda lungo il canale Vacchelli.
Rive storiche il canale Vacchelli

Dalla Brughiera Briantea al lago di Montorfano

Dalla stazione ferroviaria di Meda, in provincia di Monza e Brianza, la segnaletica dedicata al sentiero Meda-Montorfano porta in Piazza Vittorio Veneto, dove si affacciano chiese e palazzi storici.   Dopo aver percorso Via Santa Maria e Via Monte Bianco ci si immette su Via Betulle entrando nel Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea. Nella primavera di quest’anno è stata ultimata la posa della nuova segnaletica che aiuta a districarsi tra sentieri e deviazioni che si incontrano in un ambiente dal grande valore naturalistico. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, costellato di cascine storiche e caratterizzato da dolci pendenze che consentono di superare vallette e colline. Quasi subito si arriva alla Zoca dei Pirutit, un invaso formatosi con l’estrazione dell’argilla e oggi area umida importante per la vita degli anfibi. Si raggiunge il Laghetto della Mordina a Mariano Comense (Como), un tempo vi si raccoglieva l’acqua piovana utilizzata per l’irrigazione, qui i fiori di loto hanno preso il sopravvento. Il nuovo tracciato della Meda-Montorfano, rispetto a quello ideato oltre 30 anni fa, si snoda alla periferia della cittadina. Ci si porta così al sottopasso che consente di superare con maggiore sicurezza la strada provinciale Novedratese. Si possono ammirare, poco dopo, l’Oratorio Romanico di San Martino risalente all’XI secolo. Si rientra nella brughiera e circa 8 chilometri separano dal successivo centro abitato: Olgelasca, frazione di Brenna dove si trova un altro Oratorio Romanico, quello di Sant’Adriano. Si procede tra i boschi di Brenna e Cantù, attraversati dal Torrente Terrò, con alcune radure dove si può ancora osservare il brugo, l’erica comune che dà il nome alla brughiera. Aree risorgive, considerate le sorgenti del Terrò, caratterizzano la zona tra Capiago e Montorfano. Si attraversano i bellissimi boschi di castagni prima di arrivare alla Riserva Naturale del Lago di Montorfano dove si riproducono il rospo comune e la rarissima rana di Lataste. Al centro paese di Montorfano si prendono mezzi pubblici per rientrare a Meda.  
Dalla Brughiera Briantea al lago di Montorfano

Coira e Via storica dello Spluga

Importante tappa della Via Francigena Renana
Coira e Via storica dello Spluga

Start from Colico

Itinerari da Colico sul Lago di Como e in Valtellina

E-Bike Tour: S.Quirico, Rocca di Angera e Lago Maggiore

E' TOUR che dal lago di Varese, ci porta, attraverso sentieri e campagne, a raggiungere il Lago Maggiore nella zona prima di Ispra e poi, attraverso il parco del golfo della Quassa, la zona di Angera e la nostra meta: il MONTE S.QUIRICO che con i suoi 410 metri rappresenta il punto più alto di Angera. E’ costituito da una magnifica area verde quasi completamente a bosco che noi raggiungeremo dal sentiero di Uponne (frazione di Ranco). L’origine geologica è rappresentata da antichissimi e caratteristici porfidi color mattone, verdastro e cioccolato su cui si sono depositati materiali morenici all’epoca delle grandi glaciazioni.  Dal punto di vista vegetazionale siamo di fronte a un bosco misto in cui è presente il castagno, il pino silvestre e, in minor quantità, la quercia e la betulla pendula. Nella parte più alta del colle, ai piedi del castagno, il sottobosco è ricco di mirtilli. La primavera offre poi una fitta fioritura di primule, viole, viole canine e ricchi cespugli di ginestre. Il San Quirico è zona frequentata dagli amatori di funghi i quali ne possono raccogliere parecchie specie in primavera e in autunno. Nelle zone a castagno si trovano il porcino, a ruzzola, la mazza di tamburo, il gallinaccio e, in basso sotto la robinia, cespi di chiodini. Un tempo le colture della vite coprivano i fianchi del colle fin quasi al vertice e la copertura boschiva era assai più limitata. Ancora oggi nei boschi sono presenti numerosi terrazzamenti; è questo un segnale dell’antica vocazione vinicola dell’area. Sulla sommità si trova la chiesetta dedicata al Santo Martire Quirico, arricchita da decori di epoca moderna. Dalla cima godremo di un panorama mozzafiato del Basso Verbano da diverse prospettive.

Santuario della Madonna della Ceriola

Alla sommità di Monte Isola, visibile da tutto il lago, sorge il santuario che unifica i fedeli delle varie parrocchie dell’isola dedicato alla Madonna della Ceriola e alla festa della Purificazione. In origine la chiesa, detta Santa Maria de Curis, fu la prima parrocchiale per tutta l’isola come documentato nel 1410. È assai probabile che il sito fosse frequentato in epoca precristiana per culti inerenti divinità dei boschi: alcuni ritrovamenti archeologici sembrano sostenere questa ipotesi. Il termine Ceriola, invece, trova forse un nesso con la celebrazione della festa della Candelora che si svolge il 2 febbraio. La chiesa è arroccata sulla roccia, circondata da un piccolo sagrato; il panorama sul lago è assai suggestivo. La prima costruzione è forse da ricondurre al XIII secolo; seguì un ampliamento nel XV-XVI secolo e altre modifiche nel Seicento che portarono alla costruzione del presbiterio, assai più grande a base rettangolare con relativa cupola, la volta a botte della navata e l’inserimento di due cappelle laterali. A metà del ‘700 furono decorate le volte e aggiunto il campanile. La facciata è anomala perché vi furono addossate la torre campanaria e parte dell’abitazione del custode; l’ingresso principale è un semplice portale in arenaria con protiro poggiante su una colonna e aperto su due lati. L’interno si presenta invece sfarzoso per l’impiego di decorazioni, lesene con capitelli e stucchi che riempiono l’unica navata e ancora più il presbiterio. I dipinti settecenteschi della navata e del presbiterio propongono episodi della vita della Vergine; sono di discreta fattura con un’attenzione alla costruzione prospettica e agli effetti coloristici pienamente barocchi. In controfacciata è riemerso, dopo che l’edificio è stato colpito da un fulmine, un affresco della fase quattrocentesca della chiesa; si tratta di una Imago pietatis, ossia il Cristo morto e piagato che si leva dal sepolcro con i simboli della Passione. Un altro affresco, una Madonna col Bambino del XVI secolo, è stato in parte messo in luce. Il santuario conserva inoltre una piacevole raccolta di tavolette ex voto donate dai devoti che ricevettero grazie dalla Madonna; di scarsa fattura, queste piccole opere forniscono uno spaccato della devozione e della vita quotidiana durante i secoli. Negli ex voto compare spesso, in associazione alla Vergine, anche san Fermo venerato nella cappella ricavata nel fianco sinistro della navata; la pala dell’altare raffigura la Madonna col Bambino e i santi Giuseppe, Antonio di Padova, Fermo. La cappella sulla destra è in onore di san Giuseppe e conserva un’interessante tela, datata 1733 e firmata Antonio Paglia, raffigurante la Morte di san Giuseppe. Il presbiterio è tuttora separato dalla navata da un’elaborata cancellata seicentesca in ferro battuto. La mensa dell’altare è in marmo nero e fa da basamento alla struttura barocca che sale fino al fregio da cui stacca la cupola: è una grande cornice in legno dorato retta ai lati da colonne con decorazioni vegetali e terminante con timpano spezzato. Al centro, nel primo ordine, si divide in tre nicchie in cui dimorano le statue lignee della Madonna della Ceriola (o della Seggiola), fra i Santi Faustino e Giovita. Nella porzione superiore si propone la medesima tripartizione ma senza nicchie; al centro vi è un bassorilievo con Dio Padre benedicente. Il complesso scultoreo sembra il risultato dell’assemblaggio di elementi provenienti da allestimenti differenti, scalati cronologicamente tra i secoli XVI e XVII. Alla Madonna e a Gesù bambino sono state aggiunte le corone dorate; il manto della Vergine, rispetto a quello dei due santi, pare più elaborato e meglio riuscito nella definizione delle pieghe in particolare le porzioni che coprono gli arti inferiori. Proprio per la spigolosità e la ricercatezza delle vesti, la Vergine pare essere di fattura un poco più antica. Le ultime opere realizzate sono i dipinti murali (1924) di Achille Locatelli posti nelle pareti del presbiterio e in controfacciata.    
Santuario della Madonna della Ceriola - Ph: visitlakeiseo.info