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Da Como in bicicletta sulla linea di confine

Una quattro giorni al confine con la Svizzera
Da Como in bicicletta sulla linea di confine (ph: Maurizio Panseri)

Da Romagnese a S. Margherita di Staffora

L’itinerario che collega Romagnese a Santa Margherita di Staffora presenta due salite piuttosto lunghe per un dislivello complessivo in salita di 1000 m circa. Romagnese si trova nell'Alta Val Tidone, che interessa la zona montana dell'Oltrepò Pavese, facilmente raggiungibile seguendo la ex SS412. Non è lontano dal Passo Penice.  Romagnese si trova a 650 m di quota, prestigioso luogo di villeggiatura estiva ed invernale per la salubrità dell'aria.  In base alla tradizione che affonda le radici nella leggenda, l'antico borgo di Romagnese (Castrum Romaniense) avrebbe avuto origine da un accampamento di legionari romani, in fuga dopo la sconfitta nella battaglia del fiume Trebbia ad opera delle truppe di Annibale nella seconda guerra punica (218 a.C.). Lasciata Romagnese si sale fino alla panoramica Strada di Costa d’Alpe, da qui si scende fino a Piano Margarino e Menconico. Una seconda e meno impegnativa salita porta a Costa Roncassi, gli ultimi 3 km di discesa conducono fino a Santa Margherita di Staffora. L'itinerario attraversa la riserva Naturale del Monte Alpe e il borgo di Menconìco. Monte Alpe risulta interessante sia per la presenza di castagneti e formazioni prative, sia per la presenza di impianti artificiali di conifere (pino nero, pino silvestre e larice), quasi completamente distrutti dal fuoco e successivamente sottoposti ad operazioni di ripristino della vegetazione spontanea.
 Sono, inoltre, presenti sorgenti pietrificanti con formazione di travertino particolarmente preziose nella tutela degli habitat europei. La storia di Menconico è strettamente legata a quella del Monte Penice, situato presso i confini del suo territorio comunale. Dal Toponimo Penice anticmanete chiamato “Mons Conicus”, deriverebbe il nome stessod el paese che significa “il luogo delle grandi rocce”. Si racconta che sulla vetta del monte Penice sorgesse un tempio pagano. Il territorio fu donato a San Colombano da Aldovaldo figlio del re Agilulfo. La tradizione vuole che qui, nell’anno 613, sia passata la regina Teodolinda quando si recò a Bobbio per visitare San Colombano. L'itinerario termna nel comune di Santa Margherita di Staffora a 546 m.s.l. nella zona montana dell'Oltrepò Pavese, nell'alta valle Staffora. Al di sopra della rocca di Santa Margherita è ben visibile la chiesa dalla quale è possibile ammirare gran parte della valle, mentre sul lato seminascosto alla strada provinciale rimangono ancora visibili i resti della casaforte/castello un tempo di proprietà dei marchesi Malaspina.

Villa e Parco Toeplitz

A pochi passi dal centro di Varese, Villa Toeplitz e il suo parco, fanno respirare un’atmosfera d’Oriente

Campodolcino

Meta ideale per le vacanze, Campodolcino offre al turista un oasi di pace immersa nella bellezza del paesaggio delle Alpi.
Campodolcino: vita all'aria aperta in Valle Spluga

Castello di Pozzolengo

Castelli a Pozzolengo
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Il Tiglio di Orino

Dietro monumenti verdi spesso si nascondono storie che li rendono unici. È il caso dell’incantevole Tiglio di Orino, simbolo di libertà.

Da Clusone a Selvino lungo la Val Seriana

Conosci già la ciclabile della Val Seriana? Ecco un itinerario con alcune imperdibili chicche
Da Clusone a Selvino lungo la Val Seriana

Un percorso nel Parco Valentino a misura di bambino

La città di Lecco è dominata dal monte Coltignone, la terza cima del gruppo delle Grigne. Il versante meridionale del monte offre spettacolari formazioni rocciose, su queste pareti si sono scritte importanti pagine della storia alpinistica italiana.   A nord, invece, il Coltignone è caratterizzato da dolci pendii coperti da incantevoli faggeti, qui nel 1984 si diede vita al Parco del Valentino, piccolo gioiello di questa zona. L’itinerario proposto è facile, adatto a tutti, bambini compresi, e si può fare in qualsiasi periodo dell’anno. Bisogna lasciare la macchina al parcheggio gratuito ai Piani Resinelli di fronte ad un grattacielo, che si raggiunge compiendo l’anello stradale a senso unico.Ci si trova così in via degli Escursionisti, il sentiero parte avendo sulla sinistra il Parco Avventura e a destra il pratone, dove la gente si ferma per fare pic-nic, prendere il fresco o il sole.Il percorso è largo e comodo, in leggera salita e ci conduce all’ingresso del Parco Valentino dove un pannello informativo ci mostra tutti i sentieri del parco. Si prende il sentiero n.1, di fatto una mulattiera ed in poco tempo ci si trova di fronte al cancello d’ingresso del parco, lo si supera e si raggiunge un bivio, qui si prende il sentiero sulla sinistra, il n.4, in direzione Cima Paradiso. Il percorso inizia subito a salire deciso lungo una strana, e probabilmente artificiale, radura rettangolare che comincia poco sopra il bivio e continua fino alla sommessa Cima Paradiso. Alle spalle la scena è dominata dalla Grigna Meridionale, Grignetta per gli abitanti della zona, che, con le sue guglie, offre uno spettacolo unico. Osservando bene si nota lo scintillio della croce di vetta e del Bivacco Ferrario. A destra della vetta si segue la cresta Sinigaglia, stupendo percorso alpinistico invernale, mentre a sinistra si trova la cresta Segantini, cresta che termina al Rifugio Rosalba. Dopo aver ammirato il paesaggio si prosegue lungo il sentiero n.3, poi n.1, in direzione Monte Coltignone; il percorso porta in un meraviglioso faggeto si cammina con qualche saliscendi poco impegnativo. Al prossimo bivio il sentiero da seguire è il n.2, qui il paesaggio si apre e a sinistra si possono osservare il Monte Due Mani, il Resegone e i Piani d’Erna, Lecco, il Lago di Como, quello di Garlate e, infine, quello di Olginate, il Monte Barro, il Cornizzolo, il Moregallo, i Corni di Canzo, il Palanzone e, per ultimo, ma non per importanza, il San Primo. Il panorama è davvero mozzafiato e a seconda della limpidezza della giornata lo sguardo arriva sempre più lontano. Bisogna ripercorrere a ritroso l’ultimo tratto fino all’ultimo segnavia, qui, in direzione Belvedere, seguendo il sentiero n.1, inizia la discesa che porta alla passerella panoramica sotto il Roccolo. Installata da poco lungo la cresta che collega la vetta del Coltignone a quella del Forcellino, la struttura offre la possibilità di ammirare il panorama avendo il vuoto sotto i piedi, un’esperienza da non perdere! Dopo una breve sosta e qualche foto la marcia può riprendere per completare l’anello. Ora in piano si possono ammirare frassini e faggi ed è possibile incrociare qualche capriolo o camoscio. In poco tempo si giunge alla Casa Museo Villa Gerosa, piccolo edificio nato come casa patronale della zona e oggi adibito a museo naturalistico e scientifico dalla comunità montana del Lario orientale. Il museo offre un intrigante viaggio nel passato alla scoperta della vita ai piedi della Grigna Meridionale, è aperto da maggio ad ottobre e non tutti i giorni.Seguendo la mulattiera, si ritorna al cancello del parco concludendo così il nostro percorso.
Un percorso nel Parco Valentino a misura di bambino

Valfurva

Valfurva (SO)

Chiesa di S. Stefano

La parrocchiale di Santo Stefano è di origini antichissime. Le sue strutture originarie sono oggi nascoste da restauri e rifacimenti; perfino l'orientamento è rivolto in senso contrario a quello primitivo. L'interno, a tre navate, fu affrescato nel 1899 dal Tagliaferri, un artista originario di Pagnona; notevole, nel catino dell'abside, il martirio di Santo Stefano. Nel presbiterio ci sono due quadri del pittore Castelli da Menaggio, rappresentanti due miracoli eucaristici: l'ostia sanguinante sotto il pugnale dei protestanti e un comunicando sacrilego che stramazza davanti a S.Carlo Borromeo. Sopra l'altare della Madonna, nella testata della navata sinistra, si trova una copia del dipinto di Bernadino Luini riproducente Maria con Gesù ed un angelo, il cui originale si trova al Louvre. L'altare è circondato da settecenteschi medaglioni in rame a olio, con scene della vita della Madonna. Nella navata di destra un telo di notevoli dimensioni ma di autore ignoto, raffigura S.Giorgio mentre l'altare del Sacro Cuore è ornato da stucchi settecenteschi di maestri intelvesi. Sempre nelle navate minori sono collocate due grandi tele di Scuola Fiamminga (sulla sinistra la nascita della Madonna e sulla destra la Pietà). Continuate la vostro scoperta del borgo di Menaggio seguendo l'itinerario storico.

Nel silenzio del bosco, tra abeti e larici

Santa Caterina Valfurva è uno dei paesi all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio e conserva, tanto nei suoi edifici, quanto nelle tradizioni, il suo spirito alpino.   Situato al culmine meridionale della Valfurva, al confine con la val di Gavia, è raggiungibile in auto dirigendosi verso Bormio e successivamente seguendo le indicazioni per Santa Caterina distante solo 13 km da quest’ultimo.All’inizio del paese si trova un ampio parcheggio a più piani dove è consigliabile lasciare l’auto poiché, soprattutto in alta stagione, è difficile posteggiare in centro. Bisogna dirigersi verso il centro del paese ed in poco più di trecento metri ci si trova di fronte alla Chiesa di Santa Caterina, si attraversa la strada, si percorre un tratto di via Frodolfo, fino al bivio sulla sinistra con la via delle Cappellette, dove un cartello vi indica la direzione per una bella passeggiata. Il percorso è semplice e adatto a tutti, le pendenze sono dolci e il panorama davvero suggestivo e rilassante. Solo nel tratto finale, dove la discesa diventa un po’ più ripida, bisogna stare attenti a possibili tratti ghiacciati nella stagione fredda. L’inizio del tracciato è una dolce salita che passa dietro alle prime baite del versante, la si percorre in tranquillità fino ad un tornante dove si trova una cappelletta votiva. Si sale verso destra e la vista si apre sui monti del versante opposto sui cui pendii si trovano le piste da sci, ben più affollate e caotiche rispetto a questo tracciato. Questa zona, infatti, porta nella zona più tranquilla e meno frequentata del paese, attraversando boschi silenziosi e alcune baite tipicamente alpine, le cui travi scure perfettamente incastonate, richiamano ad un’antica conoscenza ormai perduta.Proseguendo oltre si passa dapprima per il piccolo agglomerato delle baite di Sell e poi, alla fine di una sinuosa e dolce salita, per la baita di Tov accanto alla quale si può ammirare un vecchio crocifisso ligneo intagliato a mano. In questo tratto è la vista del monte Sobretta, a destra, a dominare la scena con i suoi 3.296 m di altezza e la cima rocciosa, aspra e selvaggia. Più avanti la vista si apre sul centro di Santa Caterina Valfurva, sulla storica pista da sci dedicata alla campionessa Deborah Compagnoni e sui monti sopra il passo Gavia.A spiccare su tutti sono le guglie dei monti Giumella, Punta San Matteo, Punta Pedranzini e il Pizzo Tresero, tutti abbondantemente sopra i 3.000 m che vegliano sulla vallata come antichi giganti aggrottati. Finito il tratto pianeggiante a mezza costa, un tornante porta in discesa dove inizia il tratto finale. La pendenza è inizialmente poco impegnativa ma aumenta a mano a mano che scendete verso il paese, restando però sempre piacevole. Qui si trova un bivio lungo la discesa ma non importa quale strada si sceglie di percorrere dal momento che poco più avanti i due sentieri si incrociano di nuovo, il consiglio è di prendere quello di destra più dolce anche se più lungo. La camminata in questo tratto corre in mezzo ai boschi di abeti e larici lasciando spazio a qualche fugace scorcio sui monti, si è quindi circondati dalla quiete, una passeggiata nel segno del totale relax.I profumi delle cucine degli alberghi e gli schiamazzi della gente si fanno però via via più forti una volta finita la discesa e ci si ritrova sulla strada che passa di fronte allo storico Albergo Compagnoni dove termina il percorso ad anello.
Nel silenzio del bosco, tra abeti e larici

Castello dell'Innominato

A Vercurago nei luoghi di Lucia e de I Promessi Sposi
lecco città manzoniana