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Calcio in provincia di Bergamo sulla A35

I murales, il castello medievale e la Chiesa di San Vittore.
Murales a Calcio

Turismo accessibile sul Lago d’Idro

Suggerimenti di visita per persone con disabilità ed esigenze specifiche
Lago d'Idro

Codevilla

Sorge in prossimità dello sbocco in pianura del torrente Staffora, e la sua storia si identifica sostanzialmente con quella della frazione di Mondondone dove sirgeva un avamposto difensivo della rocca di Codevilla, di cui oggi rimangono solo pochi ma affascinanti resti. Mondondone fu sede comunale fino gli inizi del XVI secolo; fu in parte proprietà del Monastero pavese di Santa Maria e Ant'Aureliano, detto "del Senatore". Il paesaggio è molto bello, sulle colline prospicenti le frazioni di Mondondone e Piana, si estendono folti boschi di latifoglie, roveri, robinie e castagni. Troviamo anche il Santuario del Pontasso dove una leggenda popolare vuole che sia stato fondato da un guerriero longobardo, di nome Asso, che durante l’assedio di Pavia si era recato nei boschi dell’Oltrepò per cacciare. Smarritosi tra la fitta boscaglia, egli fece voto di costruire una cappella nel caso avesse ritrovato la strada: in quel momento, una signora sarebbe giunta in suo soccorso per indicargli la giusta direzione.
Codevilla

Itinerario romanico-gotico nel Lodigiano

Itinerario artistico alla scoperta del Lodigiano
Lodi Vecchio - basilica dei XII apostoli

Tour in A35: Pozzuolo Martesana

La Basilica di S. Francesco, le tombe longobarde e il parco della Martesana.
Tour in A35: Pozzuolo Martesana

Palestro

Palestro è celebre per essere stato teatro della prima importante offensiva della Seconda Guerra d'Indipendenza, la vittoriosa battaglia del 30-31 maggio 1859, con cui le truppe sabaude riconquistarono la Lomellina invasa dagli Austriaci. Ogni anno, l'ultima domenica di maggio la popolazione di Palestro, unitamente alle autorità civili, militari e religiose, si raccoglie di fronte all'Ossario per rendere omaggio ai caduti di ogni tempo e Paese. Esisteva già nell’anno 1006 l’edificio ad uso chiesa e dedicato a San Martino di Tours che a seguito di ampliamenti nel secolo XVI e ristrutturazioni frutto dei restauri ottocenteschi, venne trasformato nell’attuale Chiesa parrocchiale con la facciata nello stile gotico-lombardo. Il Parroco è il tenutario del timbro per i pellegrini della Via Francigena e in caso di sua assenza il transito può essere certificato presso il       B&B Ospitaliere La Torre Merlata.

San Zenone al Po

L’importante storia di San Zenone al Po è legata alla sua posizione alla confluenza dell’Olona con il Po. Il Comune di San Zenone al Po ha una superficie di 686 ettari (6,86 Kmq) ed è situato nella parte est della provincia di Pavia denominata Bassa Pavese (talvolta: Basso Pavese oppure Campagna Sottana Pavese), alla confluenza del Fiume Olona con il Po. Il territorio, pressochè pianeggiante, è caratterizzato da un intenso sfruttamento agricolo a mais, riso e arboricoltura del pioppo, quest'ultima, in particolare, lungo le golene dei due fiumi. In questo luogo sin dal Medioevo transitarono eserciti e flotte fluviali, e numerosi furono gli scontri in armi. Personaggio illustre di questa terra di fiume fu Gianni Brera, giornalista sportivo e scrittore nei cui scritti San Zenone e il Po tornano spesso legati ai ricordi d’infanzia. GIANNI BRERA (nato a San Zenone nel 1919 , morto nel 1992) è stato uno dei migliori giornalisti italiani sia per esperienza e competenza sia per originalità di stile e cultura. Laureato in Scienze politiche ha diretto quotidiani e settimanali sportivi, collaborato a periodici di grande diffusione e tenuto rubriche sportive alla televisione. E' inoltre autore di libri di storia, di biografie dedicate a personaggi illustri e di fortunati romanzi (Naso bugiardo, Il corpo della ragassa, Il mio vescovo e le animalesse), alcuni dei quali ambientati a San Zenone, la sua felice Pianariva. Il Po e l'Olona esercitano una grande influenza sulla vita dei Sanzenonesi, l'incontro della 'Madre Olona' con il grande Fiume rende all'aria qualcosa di magico, un influsso che viene avvertito anche da coloro che vengono per la prima volta a San Zenone. L'ambiente fluviale, i canali e le rogge nonchè la relativa abbondanza di pesce, favoriscono la pratica della pesca sportiva e di tutte le altre attività turistiche legate ai fiumi (spiaggia, barche, canoe ecc.). Lungo la riva del Po esiste un piccolo porticciolo turistico privato, 'Imbarcadero', dotato di bar ed attracchi per natanti, situato nelle vicinanze di una splendida spiaggia a sabbia, per gli amanti dei bagni e delle abbronzature, aperto anche alla sera per chi vuole approfittare del fresco e della splendida cornice del paesaggio fluviale notturno. Per gli appassionati della natura e degli sport, il paese offre un maneggio, una aviosuperficie per aerei untraleggeri ed alianti, un centro sportivo, gestito dalla parrocchia, dotato di: campi da calcio, tennis, pallavolo \ pallacanestro , bocce, bar - sala biliardo e angolo ludico per bambini; è possibile fare interessanti escursioni nella natura, in bicicletta, a piedi o a cavallo, lungo gli argini che costeggiano i fiumi, nei boschi e sugli arenili (per l'occasione la locale Pro Loco, appena rifondata, ha intenzione di creare al più presto una serie di itinerari naturalistici). La riva destra dell'Olona è costeggiata da due  splendidi Lungo-fiume, che dal ponte si diramano a valle (Lungo Olona F. Garavaglia) ed a Monte (Lungo Olona Don Battista Trabatti) da dove si possono ammirare, oltre al paesaggio, gli animali acquatici presenti nell'ultimo tratto del corso d'acqua (germani, oche, anatre comuni, gallinelle e occasionalmente aironi e cormorani).

Spessa

Spessa è un paese agricolo sulla riva sinistra del Po, con abitazioni e cascine sparse a grappolo nella campagna e una piazza che costituisce il centro di riferimento per i cittadini. Sembra che il nome del paese derivi dai raccolti rigogliosi (spessi) ottenuti in seguito alle opere di bonifica dei suoi terreni golenali un tempo acquitrinosi.

Corteolona e Genzone

A Corteolona, re Liutprando (712-744) fece costruire una fastosa residenza reale, abbellita da marmi, colonne e mosaici preziosi che fece arrivare apposta da Roma. Il Palazzo si trovava nei pressi dell’attuale cascina Castellaro.Anche dopo la caduta dei Re longobardi, il Palazzo di Corteolona continuò a essere frequentato dai sovrani carolingi e del Regno Italico. Il comune di Corteolona e Genzone è stato istituito il 1° gennaio 2016 mediante la fusione dei comuni contigui di Corteolona e di Genzone, a seguito del referundum che ha avuto luogo il 25 ottobre 2015. Il nome del paese consta in due parti: Olona, dal fiume omonimo, eCurtis, particolarmente usata nella tarda epoca romana. Esso deriva daChorte, che equivale, nel linguaggio popolare, a "corte". Con la calata dei barbari e la conseguente occupazione delle Ville romane, le popolazioni rurali si raggrupparono intorno ad esso, dando origine alle corti. Corteolona era già denominata Curtis all'epoca di Alboino (568 d.C.), ma non fu fondata dai Longobardi in quanto esisteva come villa romana. Che tale villa fosse importante e posta in luogo dominante lo conferma il fatto che le fu assegnata dai Longobardi il ruolo di residenza rurale e seconda capitale. Lo dice il loro storico Paolo Diacono. Il territorio fa parte della zona alluvionale a nord del Po e risale in parte al diluvium recente e in parte all'alluvium. E' situato nella regione agraria chiamata "Basso Pavese" e giace su un terrazzo alluvionale che crea nell'estremità meridionale un salto di circa mt. 15. E' percorso lungo il confine orientale, per un tratto circa di 4 km. dal fiume Olona. Il Po scorre circa a 4 km. a sud del confine meridionale del territorio. Secondo il "Codex diplomaticus Longobardorum" la Curtis Olona aveva un'estensione di mille "mansi" coltivati e si estendeva sulla sinistra del fiume Olona fino al Po e, a nord, fino al territorio di Inverno. Essendo ogni "manso" di circa quattro ettari, si calcola che la Corte avesse una superficie di circa 60.000 pertiche milanesi attuali, cifra abbastanza rilevante anche per quei tempi. Dell'antica villa e poi del Monastero dei Benedettini non si è però, finora, trovato nulla nei fabbricati della Cascina Castellara che serva da sicura testimonianza. Genzone Nel XII secolo appare come Genzonus o Gençonus. È citato nel diploma del 1164 con cui l'imperatore Federico I assegna alla città di Pavia la giurisdizione sulla Lomellina, l'Oltrepò Pavese e anche alcune località del Pavese, come Genzone, che forse non appartenevano a Pavia dai tempi più remoti. Apparteneva alla Campagna Sottana pavese, e dal XV secolo alla squadra (podesteria) del Vicariato di Belgioioso (di cui era capoluogo Corteolona), infeudato dal 1475 a un ramo cadetto degli Estensi confluito per matrimonio nel 1757 nei principi Barbiano di Belgioioso.

Santa Cristina e Bissone

Santa Cristina era già ricordata nella più antica relazione di viaggio che menzioni la Via Francigena: l’itinerario di Sigerico del X secolo. La rilevanza spirituale e logistica di Santa Cristina era dovuta alla presenza di un importante Monastero (Via Dante) di cui oggi sono riconoscibili l’impianto medievale e i rimaneggiamenti secenteschi. All’interno di una bifora gotica, sono ancora presenti quattro colonnine con capitelli dell’VIII secolo, originariamente provenienti dal palazzo regio di Corteolona.

Casteggio

Per posizione e caratteristiche ambientali, Casteggio offre molti panorami suggestivi, come quello dalla Certosa Cantù, splendida residenza settecentesca che ora ospita le collezioni del Civico Museo Archeologico e la Biblioteca Civica, dotata di spazio multimediale. Un altro splendido panorama si gode della piccola frazione Mairano, dove sorge l’ottocentesca Villa Marina, nella quale soggiornò anche Giuseppe Mazzini. Fra i rigogliosi vigneti, in una giornata tersa, si intravedono la cupola del Duomo di Pavia e le Alpi. Nel 218 a.C. Annibale raggiunse la Pianura Padana, dopo aver sconfitto i romani presso il Ticino e, corrompendo il comandante del presidio romano di Casteggio, Dasio Brindisino, si fece consegnare tutte le vettovaglie che i Romani vi avevano depositato. Con la temporanea sconfitta dei Romani, Casteggio tornò indipendente, ma nel 197 a.C. il console Quinto Minucio Rufo impose la resa a numerosi oppida liguri, tra cui Casteggio e, per punire una ribellione, diede l'abitato alle fiamme. La storia riporta che, prima di varcare le mura dell'antica Clastidium, Annibale fece abbeverare i suoi elefanti ad un'antichissima fonte di acqua dolce, tuttora esistente e recentemente restaurata (2012). La famosissima battaglia di Clastidium (l'attuale Casteggio) descritta dallo storico Polibio e da Plutarco, ebbe luogo nel 222 a.C. e rappresentò lo scontro decisivo con cui i Romani si aprirono definitivamente la strada verso Milano dopo aver contrastato per tre anni le pericolosissime offensive dei Galli Insubri. Per attenuare la situazione della popolazione di Acerrae (nel Cremonese) assediata dai Romani, gli Insubri avevano tentato una diversione su Clastidium, ma furono impetuosamente attaccati dalla cavalleria romana e andarono incontro alla morte. Il console Marco Claudio Marcello, riconosciuto il re nemico Viridomaro dalle ricche vesti, Io uccise personalmente in singolar tenzone e per questa ragione ricevette (terzo e ultimo nell’intera storia romana) la spolia opima, il maggior riconoscimento per un generale romano. Sulle colline appena sopra Casteggio, a Mairano, ha sede la Fondazione “Bussolera Branca”. Scopo primario della Fondazione è promuovere lo sviluppo e la diffusione della ricerca, della scienza, della tecnologia e della formazione professionale nell’enologia e nelle altre specialità dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione dei prodotti agricoli, con particolare attenzione alle produzioni tipiche dell’Oltrepò Pavese; è di altrettanta rilevanza la costante attenzione alla valorizzazione dell’Oltrepò in tutti i suoi aspetti economici, sociali e culturali, che si esprime con impegno attivo in progetti di vario genere, finanziamenti di convegni, seminari, pubblicazioni e attività diverse. Edificata per volere del Collegio Borromeo di Pavia e destinata a convitto estivo, sulle alture sopra Casteggio incontriamo l'Antica Tenuta Pegazzera.  Villa Pegazzera, situata nel cuore dell’ Oltrepò Pavese risale nelle sue forme originarie al primo Settecento e il collegio pavese ne mantenne la proprietà fino al 1967. Questa bella abitazione signorile conserva intatta la propria eleganza, grazie ai restauri dei nuovi proprietari e agli alberi secolari nell'ampio parco. Sul giardino si apre inoltre la cappella dedicata a San Carlo Borromeo.  
Casteggio

Brallo di Pregola

Brallo di Pregola sorge nel cuore dell’Appennino.  Al confine con le province di Piacenza, Genova, Alessandria e proprio per questo motivo la zona viene definita “delle quattro province”, luogo di incontro di tradizioni, culture e dialetti differenti. Posta in posizione panoramica al disopra del paese, dell’antica cappella di Sant’Agata rimane soltanto il tracciato del perimetro. Questa dipendenza del monastero di San Colombano di Bobbio è documentata con sicurezza soltanto dal IX secolo, ma i reperti archeologici qui rinvenuti indicano una storia ancor più antica, che risale almeno al VII, all’epoca di San Colombano e dei Re longobardi. Da vedere Nei dintorni a Pregola il Castello e la Chiesa dei Santi Agata e Rocco, a Somegli la chiesa dalle forme architettoniche romanico lombarde del XIII secolo. Molto caratteristiche le casette in pietra di Colleri e Corbesassi. Suggestive sono le passeggiate che portano a Cima Colletta (m. 1493) e al Monte Lesima (m. 1724). Con diramazioni dai sentieri principali si può arrivare al monte Chiappo (m. 1699), al monte Ebro (m. 1701), al Boglelio (m. 1490), al Carmo (m. 1547), al Giarolo (m. 1473), al monte Penna (m. 1735), al monte Bue (m. 1780) e al monte Maggiorasca (m. 1810).
Pregola