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Alla scoperta di un luogo mistico… a Tirano
Percorrendo questa facile passeggiata potrai giungere in un luogo assolutamente tagliato fuori dal caos e godere di un meraviglioso panorama e fare un viaggio nel passato…Ma procediamo con ordine!
Dove siamo? A Tirano, cittadina situata al margine orientale del piano della media Valtellina, ben conosciuta perché punto di partenza della famosa linea della Ferrovia Retica patrimonio Unesco (il trenino rosso per intenderci), ma spesso sentita solo come punto di transito sulla strada verso i paradisi sciistici dell'alta Valtellina.
Eppure, proprio per la sua posizione strategica alla confluenza fra la Val Poschiavo e la Valtellina, a pochi chilometri in linea d'aria dal Bresciano, Tirano è stata per secoli al centro delle vicende storiche valtellinesi.
In questo contesto il luogo di cui voglio parlarti ricorda da vicino la funzione di “tramite” di queste zone e in particolare quella dell’ospitalità: voglio portarti allo Xenodochio e alla Chiesa di S. Perpetua.
Arrivarci non è difficile né, tanto meno, lungo o faticoso. Si parte dalla SS 38 imboccando una stradina, Via Ragno, che si stacca sulla sinistra (direzione Sondrio-Tirano) poco prima del grande edificio color mattone della Centrale idroelettrica di Villa di Tirano. Si segue la strada per circa 200 metri per poi voltare a destra in una ripida e stretta stradina che, dopo essere passata fra alcune case, giunge ad un tornante sul quale si trova una palina con cartellini indicatori escursionistici. Si imbocca, quindi, la strada che dal tornante volge verso destra (Nord-est). Si passa sopra la condotta forzata della Centrale continuando, in leggera salita, fra i vigneti mentre il panorama su Tirano si apre. La stradina altro non è che l'antica mulattiera che conduceva in Val Poschiavo, al Passo del Bernina e poi in Engadina.
La salita ci porta a lambire anche un vecchio palazzetto che, sebbene in abbandono, colpisce per l'eleganza e la solidità della sua struttura. Purtroppo rimangono solo poche tracce degli affreschi che decoravano le sue facciate, ma, nel complesso, la costruzione ha mantenuto una sua forte personalità che non può lasciarci indifferenti; anzi questo luogo è chiamato dai tiranesi Cà dei Spìrit (casa degli spiriti) e custodisce il terribile segreto di una delle tante battaglie tra il Diavolo, incarnatosi in un nero enorme ragno e la Vergine Maria. Superata questa costruzione, unica superstite di un piccolo agglomerato di case, in pochi minuti si giunge nel punto in cui il cemento del fondo stradale torna a lasciare il posto all'acciottolato originario della mulattiera. Siamo ora di fronte alla nostra meta.
La chiesa romanica di Santa Perpetua sorge a picco su una rupe posta all'imbocco della Val Poschiavo, sulla sua destra idrografica. Da lassù si domina la piazza del Santuario della Madonna di Tirano e tutto l'abitato. Questo santuario è uno dei monumenti religiosi più importanti della provincia di Sondrio, sorto nel 1509, nel luogo in cui, l'anno precedente, la Santa Vergine era apparsa al Beato Mario Omodei ed è il luogo più visitato e famoso di Tirano.
La chiesetta di S. Perpetua, che invece non viene aperta con regolarità vista la scarsità dei visitatori, risale al secolo XI, è stata per centinaia d'anni punto nodale del sistema di comunicazione che, attraverso il Bernina, univa le valli del Reno e dell'Inn con la Valtellina e il Bresciano. Accanto all'edificio sacro sono ancora visibili le mura dello xenodochio che fungeva da ostello e punto di ristoro per viandanti, pellegrini e mercanti. Sulla stessa via, costoro potevano ulteriormente fermarsi allo xenodochio di San Romerio, in Val Poschiavo, e a quello annesso alla chiesa di San Pietro, nei pressi del valico dell'Aprica.
Il piccolo semplicissimo edificio, ad aula unica absidata, e campanile a cella bifora, ha rivelato, durante i restauri del 1987, nell’abside un ciclo di affreschi rimasti sino a quel momento nascosti sotto gli strati di scialbo. Sulla parete, interrotta da due aperture a monofora, alla quale è ancora addossato l'antico altare in muratura, è la santa titolare (individuata dalla scritta "S. Perpetua") in posizione frontale, con le braccia alzate nella posizione dell'orante; a sinistra è san Pietro ("S. Petrus"), accompagnato da un altro apostolo non identificabile, al quale faceva probabilmente seguito un secondo, scomparso per l'apertura di una porta; a destra è san Paolo ("S. Paulus") con accanto gli apostoli Matteo e Giuda ("S. Mafeus", "S. Iudas"). Nella fascia inferiore è un velario dipinto, decorato con grandi stelle.
Nell'arco, invece, si vede una Annunciazione realizzata in uno stile più recente di quello delle figure dell’abside. Nel catino absidale doveva trovarsi un Cristo benedicente in mandorla. Le figure, caratterizzate da una grande forza espressiva e da vigore plastico, esaltati dalla gamma equilibrata dei colori, con dominanti grigio-blu e arancio-giallo, sono tutte collocabili nell'arco del XII secolo, e risultano fra le più antiche opere pittoriche della Valtellina.
La particolarità e il sapore antico di questi affreschi, uniti alla suggestiva posizione del complesso di accoglienza un tempo gestito da monaci che dedicavano le loro forze alla lavorazione delle vigne circostanti, piegando e modellando il paesaggio attraverso i tipici terrazzamenti, ti trasporterà sicuramente in un viaggio nel tempo…se vorrai essere condotto “per mano” alla scoperta di questo e altri luoghi…contattami!
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(Immagine di copertina: valtellina.it)
Testo a cura di SARA NUZZI, guida abilitata ConfGuide-GITEC
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