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Castelponzone
L’antico borgo murato dei cordai di Castelponzone ha perso le sue mura, ma cerca di recuperare il fascino rurale e artigiano di un tempo.
Una corda tesa tra la terra e il fiume: potremmo definir così Castelponzone (CR), antico borgo murato di sapore rinascimentale (ora senza più mura) che sorge sonnacchioso nella placida campagna cremonese cercando di salvare la memoria del passato, quando fiorenti erano i commerci e numerosi i cordai.
La filiera agricoltura-artigianato teneva insieme il lavoro della terra, le funi prodotte dalla canapa, le botteghe e i commerci. Il cuore di tutto erano sempre la campagna e il Po, che un tempo scorreva a soli 2 km. Ferveva la vita nelle viuzze del borgo e sotto i portici cinquecenteschi, con le loro osterie, negozi e botteghe. I mattoni rossi messi a nudo nel crollo degli intonaci rivelano storie dimenticate.
Qui c’era un castello: spianate le mura e colmato il fossato, rimane un borgo che vuole rivivere: per questo Castelponzone ha sistemato le facciate, chiuso al traffico e ripristinata l’originaria pavimentazione in ciottolato, per consentire al visitatore di cogliere i segni della storia, tra la chiesa parrocchiale e la residenza signorile settecentesca conosciuta come la villa, col suo porticato di colonne doriche a U.
Il resto sono abitazioni rurali, spesso abbellite da balconi e finestre fiorite, immerse nella quiete della pianura, delimitate dalla strada di circonvallazione che ricalca il tracciato delle antiche mura.
Oltre restano le case sparse e le corti agricole, tra verdi distese di campi e viottoli campestri: porticati, fienili, stalle, granai, abbeveratoi, portali d’ingresso e naturalmente le case padronali e dei braccianti.
Si viene qui per l’elogio della vita di campagna, per la nostalgia dei filari d’alberi che delimitavano i campi, per la visione bassa di pianura: orizzonti aperti, profumo di fiori e scorrere di acque. Vita semplice e cucina sostanziosa.
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