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Museo Poldi Pezzoli e Teatro alla Scala, due passi in via Manzoni

Creato da Gian Giacomo Poldi Pezzoli, nobile del risorgimento milanese, offre un calore particolarissimo e unico: meravigliosi e importanti capolavori della pittura italiana dialogano tra loro non in asettici allestimenti museali, bensì tra tappeti, sculture, porcelane, mobili e orologi creati da sapienti artigiani. Proprio come in una casa. Mertitano una attenzione particolare i magnifici ritratti e non solo quelli di famiglia. Proseguiamo poi trasferendoci a pochi passi da qui: entriamo nella magia di uno dei teatri lirici più famosi del Mondo, il Teatro alla Scala. Un tuffo ancora nel Risorgimento ci farà fare la musica di Giuseppe Verdi. Ma non solo lui, il museo e la sala del teatro emanano l'arte di Bellini, Puccini, Wagner... Ricordiamo poi anche i grandi interpreti che hanno vissuti qui i loro momenti più belli, come il grandissimo Arturo Toscanini o la divina Callas. (potete scegliere anche di visitare uno solo dei musei a un costo ridotto)

Teatro comunale "Mauro Pagano"

Il Teatro Comunale Mauro Pagano fu edificato nel 1826 su disegno dell’architetto Giovanbattista Vergani. Concepito in sobrie linee neoclassiche, la facciata presenta quattro mezze colonne in stile tuscanico alternate ai tre portali d’ingresso. L’architrave celebrativa in marmo riporta la dedica: AERE-SOCIALI-ANNO-MDCCCXXVI. L’interno, sviluppato su tre ordini di palchi con platea a ferro di cavallo, è riccamente decorato con allegorie e riferimenti ad importanti musicisti.  Nel ridotto del teatro è conservato l’Archivio Mauro Pagano che custodisce 1150 bozzetti del celebre scenografo e costumista cannetese, attivo tra gli anni ’70 e ’80 del ‘900 nei principali teatri d'opera italiani ed europei. La raccolta di disegni con scene e abiti è suddivisa per opere e rappresenta un atto di riconoscenza doveroso nei confronti della famiglia Pagano che ha donato al Comune questo patrimonio.
Teatro comunale

Museo del Teatro alla Scala

Il 3 agosto 1778 venne inaugurato il Teatro alla Scala, progettato dall'architetto Giuseppe Piermarini e costruito nel luogo dove sorgeva la Trecentesca chiesa di Santa Maria alla Scala. Nel 1911 alcuni intellettuali milanesi si aggiudicarono all'asta, la collezione di Jules Sambon, mercante d’arte e collezionista, ricca di oggetti legati al teatro e alla musica. Nacque, così, il Museo Teatrale alla Scala inaugurato l’8 marzo 1913. Entrare nel foyer, affacciarsi sulla sala del teatro, immaginare i grandi maestri, da Verdi a Toscanini, mentre dirigono opere indimenticabili, rende questa visita unica e speciale. Una notevole raccolta composta da strumenti musicali, carte da gioco, abiti di scena, ritratti dei protagonisti che hanno fatto la storia di questo tempio della lirica mondiale e tante altre piccole curiosità.

Visita guidata del Teatro alla Scala

Scopriamo insieme il museo del Teatro alla Scala!

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Teatro Sociale di Stradella

«Un teatro sorto come per incanto e d’un’eleganza che mai ebbe l’eguale» Così le cronache dell’epoca salutarono, nel settembre 1846, l’inaugurazione del Teatro Sociale di Stradella, con le note dell’Ernani diretta da Angelo Mariani, noto maestro concertatore e direttore d’orchestra che tanta parte avrà nel melodramma italiano del ‘grande Ottocento’. Il Teatro venne costruito grazie all’iniziativa di alcuni maggiorenti della città, che avevano costituito, due anni prima, la «Società per l’erezione del teatro». Ne facevano parte: l’avvocato Baldassarre Locatelli, l’avvocato Agostino Depretis, il conte Arnaboldi Gazzaniga, l’ingegner Giuseppe Sabbia, l’ingegner Callisto Longhi, l’ingegner Antonio Visini, l’ingegner Battista Coelli ed “altri nativi del Borgo”. Essi acquistarono, a nome e per conto della «Società degli azionisti», «un sedime della superficie di una pertica circa denominato l’ospizio». Su quest’area progettarono la costruzione del nuovo edificio. La società era composta da 44 azionisti le cui «azioni furono determinate di diverso valore a seconda dei palchetti […] che variava per la diversità dell’ordine, della posizione e anche dell’ampiezza». Il valore complessivo delle azioni inizialmente fu di lire 58.400 e si dichiarava che gli azionisti dovessero «considerarsi proprietari speciali ed esclusivi di ciascun palchetto e comproprietari del comune ed indiviso restante edificio». Costruito su progetto dell’architetto Giovanbattista Chiappa, autore di importanti opere, sia private sia pubbliche, a Pavia, Lodi e Milano, l’edificio ricalca la tipologia del teatro neoclassico in voga nel secolo. Il modello è dichiaratamente il Teatro alla Scala, costruito nel 1778 dal Piermarini.La sede del teatro occupa la parte centrale di un sobrio edificio neoclassico di grandi dimensioni con facciata intonacata e marcapiani. La facciata, concepita per essere vista dalla piazza, è tripartita, con la parte centrale lievemente rientrante e arricchita da un balconcino a balaustrini. Notevole è il portale d’ingresso con sovrastante bassorilievo in pietra con maschere e strumenti musicali a fianco di una lira centrale. Il teatro è organizzato con atrio d’ingresso (da cui dipartono le due scale a rampe curve che portano ai corridoi d’accesso ai palchi), platea a forma di ferro di cavallo e palcoscenico al piano terreno, tre ordini di palchi con balconate di legno e il loggione. Originariamente la platea era chiusa in alto da una cupola decorata, demolita nel 1910, per costruire, su progetto dell’architetto milanese Cesare Brotti, il terzo ordine di palchi e il loggione. Il soffitto è impreziosito da un grande rosone di stile neoclassico. Il ridotto si trova all’altezza della seconda fila di palchi. Questi ultimi sono 44, tanti quanti erano all’origine i soci della “Società del teatro”; i posti attualmente recuperati sono circa 300. Merita sicuramente un cenno il pregevole sipario storico, con scene da I promessi sposi realizzato nel 1846 dal pittore milanese Felice De Maurizio, scenografo, calcografo e incisore, autore della Pala d’altare della Chiesa del Crocefisso di Milano e Conservatore della Pinacoteca di Brera dal 1867 al 1882. Il sipario, realizzato nel 1844, misura otto metri di larghezza e sei in altezza. La scena, che raffigura il matrimonio di Renzo e Lucia, si svolge sullo sfondo del lago di Como e rappresenta i due sposi che, in abiti seicenteschi dai colori vivaci, avanzano al centro del dipinto, preceduti da un gruppo di ‘bravi’ che con lunghi fucili sparano in aria. Gli sposi sono attesi da Agnese, madre di Lucia, e da Fra Cristoforo sulla soglia della chiesa. Da alcuni documenti d’archivio si apprende che la stagione principale, inaugurata nel 1846, era quella d’autunno e nel periodo della vendemmia, quando il concorso dei forestieri era molto alto, si allestivano anche balli e spettacoli di marionette. La peculiarità dell’istituzione era infatti quella di aprirsi a espressioni artistiche variegate ed eterogenee, non solo all’opera lirica, talora con scopi ben precisi e nobili, proposte da circoli locali. Nel 1857, ad esempio, la Drammatica Compagnia Toscana decise di destinare l’incasso di due rappresentazioni – Lo gran Cornelio e La guerra delle mogli contro i mariti fumatori – a beneficio degli abitanti di Portalbera rimasti toccati da una grande alluvione del Po; il Circolo di Ricreazione e l’Unione delle Arti e del Commercio idearono invece a più riprese nel corso delle varie stagioni l’organizzazione di imponenti balli per raccogliere fondi da destinare, gli uni, in beneficenza e, gli altri, alla cassa pensioni della società stessa. In tale contesto la costante attività teatrale aveva favorito lo sviluppo del «Caffè del Teatro» e di altre iniziative come quella del Gabinetto di Lettura che fu il primo passo per la costituzione di una biblioteca. Nel settembre 1899 venne inaugurata una nuova fila di posti a sedere numerata e prenotabile con un supplemento di 10 centesimi al costo del biglietto di ingresso. In tal modo il teatro poté accogliere anche spettacoli sportivi tra cui il saggio dell’Accademia di scherma che fece emergere, tra i suoi tiratori più illustri, il maestro stradellino Luigi Colombetti.Proprio nel 1910, quando si aggiunse il quarto ordine o loggione, il teatro fu luogo della raccolta di fondi da destinare ai senza tetto del terremoto di Sicilia. I gestori organizzarono conferenze, ospitarono la presentazione di brani letterari e favorirono le rappresentazioni drammatiche tra cui quella ideata dalla Compagnia dialettale condotta da Francesco Grassi, padre di Paolo Grassi fondatore del Piccolo Teatro.   L’intensa vita artistica che ruotava attorno all’istituzione incentivò anche la costituzione di compagnie locali: nel novembre 1918 nacque la Compagnia Filodrammatica Città di Stradella sotto la direzione artistica di Ritù Rizzi, compagnia che fu stabile per circa vent’anni, mentre nel 1939 fu fondata, sempre dalla stessa artista, la Compagnia Operettistica Città di Stradella, che debuttò con l’operetta Primarosa di Giuseppe Pietri, mietendo successivamente consensi con gli allestimenti dei più famosi titoli: La vedova Allegra, Il paese dei campanelli, Cincillà, Scugnizza, Il conte di Lussemburgo. Tra il 1930 e il 1934 l’attività teatrale fu sostituita da un programma di proiezioni cinematografiche mentre negli anni successivi ogni forma di spettacolo cessò definitivamente a causa degli eventi bellici. Solo nel secondo dopoguerra l’attività riprese con feste da ballo per il carnevale che si affiancarono alle proiezioni cinematografiche.Nel 1949 il teatro fu dichiarato monumento nazionale in quanto considerato «un esempio caratteristico di architettura interna teatrale della prima metà del secolo XIX».‘Bene culturale’ di prestigio, dunque, e, insieme, spazio deputato alla promozione delle attività dello spettacolo, il nostro teatro ha l’ambizione di proporsi come un tassello fondamentale di un progetto di valorizzazione complessiva del patrimonio storico-culturale di un territorio. Non solo, quindi, teatro come spazio di consumo, più o meno tradizionale, ma come luogo dinamico, aperto alle diversità delle arti e alle culture del mondo. Un vero e proprio «cantiere della mente». La costruzione del Teatro Sociale è coincisa con il passaggio di Stradella da borgo a città. Il Teatro è diventato in varia misura, a metà Ottocento, il simbolo del dinamismo economico e della vivacità culturale, di una città che entrava prepotentemente nei tempi nuovi della raggiunta unità nazionale. Una città – scriveva il 20 gennaio 1871, il “Cittadino Vogherese” – che “secondando il proprio genio, ha compiuto da pochi anni opere di considerazione che la fecero salire in molta reputazione di avanzamento”. Ebbene, allo stesso modo, il teatro potrà testimoniare, oggi, di una città (e di un territorio) che, volendo salire ancora “in molta reputazione di avanzamento”, possono – e devono – mantenersi fedeli custodi del proprio passato e del proprio patrimonio storico-artistico ed essere, al tempo stesso, città e territorio vivi, attivi e proiettati nel futuro, sapendo leggere e ripensare con intelligenza la loro storia. A cura di Pierangelo Lombardi  Fonte: www.teatrosocialestradella.it
Teatro Sociale di Stradella

Teatro dell’Accademia Giovanni Azzaretti

L'Auditorium/Teatro  nel caratteristico borgo di Fortunago sulle dolci colline dell'Oltrepò Pavese, è una struttura nuova di (3000 mq) suddiviso in vari ambienti tutti studiati per eventi e momenti differenti ma con un filo conduttore creato dai materiali utilizzati. Marmi, scalinate con luci gialle incastonate come gioielli, lampadari a cascata, torri con pietre di recupero del Castello Malaspina. E ancora: poltrone di velluto, un palcoscenico grande quanto quello della Scala caratterizzano questa struttura di Fortunago, uno dei Borghi più belli d'Italia. Cosa rende così speciale l'Auditorium  Posti a Sedere: 579 Poltrone, 533 fisse, 42 Rimovibili  Palcoscenico: 45’wide x 26’ deep  Proscenio: 45’ wide x 22’ high  Ali Laterali: Destra 13’ wide x 26’ deep; Sinistra 16’ wide x 26’ deep  Buca dell'Orchestra: 39’wide x 13’ deep; 5’ below stage; Capacity 25  Impianto Audio, Surround, 3 Schermi con proiettori 4k, 5 Americane motorizzate + Fari Led  xx Camerini, xx bagni  Foyer 300 posti, Sala Giornalisti + Bar Riservato, Sala Ristorante con Cucina a Vista

Arlecchino e Brighella, servitori bergamaschi

Alle origini di due tra i più celebri personaggi della Commedia dell’Arte
Arlecchino_11403_HR©Ciminaghi-PiccoloTeatroMilano

Alla scoperta della Scala

Un percorso alla scoperta dei segreti della Scala, teatro dell'opera tra i più celebri del mondo.Visitando il Museo Teatrale hai la possibilità di vedere il teatro da una delle logge e l'elegante foyer.Ci soffermeremo sulla vita che si svolgeva un tempo nel teatro, così diversa rispetto a quella dei giorni nostri e espressione di uno dei luoghi simbolo della vita meneghina. La visita prosegue con il Museo, un viaggio che ci porterà a incontrare alcuni degli artisti più celebri di ogni epoca e oggetti e cimeli che rendono questo luogo unico al mondo.

Lo spettacolo è online in Lombardia

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Museo Teatrale alla Scala

Museo Teatro alla Scala, Musei Milano