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Le 12 attrazioni da non perdere a Milano

12 attrazioni turistiche da non perdere a Milano   1. Il Duomo di Milano La vista della città dalle guglie del Duomo di Milano è un’esperienza imperdibile, ma tutta la Cattedrale è la narrazione straordinaria di sei secoli di storia, raccontata attraverso il marmo di Candoglia, la luce delle navate, le innumerevoli statue.  2. Il Castello Sforzesco Fortezza difensiva nel Quattrocento, il Castello Sforzesco è oggi il luogo dove ammirare numerosi capolavori d’arte, dalla Pietà Rondanini agli affreschi di Leonardo, e passare momenti di relax nelle corti all’interno delle mura.  3. La Galleria Vittorio Emanuele II L’eleganza del Salotto di Milano per eccellenza, la Galleria Vittorio Emanuele, è un piacere da attraversare senza fretta, avvolti dalla cupola in vetro e acciaio del suo “Ottagono”, accompagnati dal fascino delle sue vetrine.  4. Il Quadrilatero della Moda Il cuore dello shopping milanese è due passi dal centro, tra via della Spiga, via Montenapoleone, via Manzoni e Corso Venezia, con le firme che hanno reso celebre nel mondo la moda e il fashion made in Italy.  5. Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore Tra le meraviglie nascoste di Milano, tra il centro e la basilica di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore sorprende con un coro ligneo e un ciclo di affreschi di inattesa bellezza.  6. La Pinacoteca di Brera In uno dei quartieri più suggestivi, la Pinacoteca di Brera è tra le più amate collezioni d’arte in Europa, da non perdere per le opere di Mantegna, Raffaello, Bellini, Piero della Francesca, Caravaggio, Hayez.  7. Il Teatro alla Scala Assistere a un’opera lirica o un balletto sui palchi del Teatro alla Scala è un’emozione che si ripete dal 1778, il suo palcoscenico ha ospitato i più grandi, da Arturo Toscanini a Claudio Abbado, passando dalla voce di Maria Callas.  8. I Navigli Il Quartiere dei Navigli è il luogo ideale per una passeggiata romantica serale lungo le vie d’acqua della città, per l’appuntamento mensile con il Mercatone dell’Antiquariato o per una pausa in uno dei numerosi ristoranti e locali.  9. Porta Nuova e Corso Como La Milano dell’innovazione e quella della movida si incontrano tra i grattacieli di piazza Gae Aulenti e la nightlife di Corso Como, tra uno sguardo al Bosco Verticale e un happy hour con gli amici.  10. Il Cenacolo di Leonardo da Vinci L’Ultima Cena dipinta da Leonardo da Vinci nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie affascina e incuriosisce da secoli tutti i visitatori, non solo gli appassionati d’arte.  11. Basilica di Sant’Ambrogio Con il suo quadriportico ad accogliere il visitatore e le tracce dell’originaria chiesa paleocristiana, la Basilica di Sant’Ambrogio è tra le più belle testimonianze dell’architettura romanica in Lombardia.  12. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci A Milano si può passare da un sottomarino a un treno a vapore, scoprire i segreti dello Spazio, ammirare i modelli di Leonardo da Vinci all’interno di un solo luogo: il Museo della Scienza e della Tecnologia.

La Lodoìga

Ritratto di Eleonora d'Este

San Giorgio e il drago

Il Lago di Varese

Sport, natura e cultura

Un viaggio nel tempo sui treni storici in Lombardia

Locomotive a vapore, littorine, elettrotreni, vecchie carrozze Centoporte: salite a bordo dei treni d’epoca per un tour indimenticabile nella bellezza del paesaggio lombardo
Un viaggio nel tempo sui treni storici in Lombardia  - Ferrovia Basso Sebino - Foto Banfi archivio fbs fti

Miniera di Foghera (BG) e dintorni

Partiamo senz’altro dall’Ecomuseo delle Miniere di Gorno, il quale nasce in primo luogo con l’intento di rinsaldare il legame della comunità locale con le proprie radici, la propria storia e le proprie tradizioni.   Tale obiettivo si sta attuando attraverso interventi di ricerca, salvaguardia e valorizzazione della cultura e del territorio.  Il suo Ecomuseo è un museo del tempo e dello spazio, del tempo in quanto le conoscenze e le esperienze del passato vissuto dalla comunità sono valorizzate nel presente con una prospettiva verso il futuro e le nuove generazioni, dello spazio perché privilegia il linguaggio visivo diretto degli oggetti fisici e delle immagini. Evidenziati nel loro contesto originario. All’entrata del territorio comunale, tra le località Centrale ed il santuario del S.S. Crocifisso, eccoci davanti un monumento ricco di significati, il principale riconoscimento al minatore ed alla “taissina” (cernitrice di minerale), figure che con il loro duro lavoro hanno segnato la storia del territorio, caratterizzando la comunità gornese. Il monumento assume un particolare significato dopo il riconoscimento regionale dell’Ecomuseo delle miniere di Gorno.  Faremo un bel tour quindi girando le varie frazioni di Gorno e Oneta per conoscere l’attività peculiare della comunità di Gorno, che ha contribuito a conformare il paesaggio stesso, minerario che è sempre stato profondamente legato a quello rurale, agli alpeggi e al governo del bosco: i minatori fuori dalla galleria accudivano le bestie, producevano formaggio per la famiglia, “andavano” per legna e per erbe, si rivolgevano per ogni necessità spirituale e materiale ai santi della tradizione. Proprio per indagare e valorizzare questo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, si è scelto di intrecciare temi che solo apparentemente sembrano disgiunti ma che sono riferiti a un medesimo ambito, quello dell’ interazione fra l’uomo, il lavoro, la montagna e la sua spiritualità. Il paese di Gorno è costituito da contrade, una volta collegate tra loro da vecchie mulattiere ed oggi invece da strade carrozzabili. La frazione Villassio, posta a 710 metri s.l.m. è il capoluogo; le altre contrade sono: Erdeno, Riso, Cavagnoli, Calchera, Peroli Alti e Bassi, San Giovanni, Sant’Antonio, Campello. Oltre alle contrade, diverse altre località lo compongono, senza contare le molte case sparse poste sulle pendici del monte Grem.Accattivante poter assaporare questo luogo in ogni suo scorcio. Si prosegue con un altra affascinante tappa ci porta ad immergerci in uno scenario indimenticabile, partendo dalla Fontana Sels, angolo caratteristico di Oneta, possiamo raggiungere il bellissimo Santuario della Madonna del Frassino, teatro di un miracolo avvenuto, secondo la tradizione, ad una giovane fanciulla cieca e sofferente, sedeva presso un frassino mentre custodiva le sue pecore, pregando e invocando l'aiuto della Madonna, quando le comparve una signora che le guarì gli occhi chiedendole di far edificare una chiesa a Lei dedicata. Proseguendo infine potremo addentrarci in una altra antica Miniera Polveriera alla scoperta del suggestivo mondo dei minatori. Un percorso ricco di attrezzature e macchinari storici, nel quale è stato allestito un suggestivo arche museo che permette di conoscere la storia delle miniere già attive in epoca romana. 

Teodolinda, il vino e le vigne scomparse

“Avremmo gran desiderio di ricevere dalla sua mano una tazza di vino, come in avvenire dovrà fare per noi”. Con queste parole Autari, bello e giovane re dei Longobardi, chiede di conoscere la sua futura sposa, principessa di “delicata bellezza”.  Ha inizio così la storia di Teodolinda, sin dal principio suggellata dal vino.  Che la Brianza fosse da tempi antichissimi terra di viticoltura lo testimonia la definizione di “arbustum gallicum” data al modo di coltivare la vite, che i Romani scoprirono qui, nell’allora Gallia Cisalpina. Sostenuta da piante vive, con i tralci come festoni da una pianta all’altra, la vite animava il paesaggio brianzolo, colorandolo ora di verde, ora di rosso, ora d’oro col passare dei mesi. Come sempre avviene, i miti si fondono alle origini con la realtà e se è vero che Teodolinda è, a buon diritto, considerata la mitica fondatrice di Monza non meraviglia il pullulare di leggende che la collegano alla tradizione del vino in queste terre. Fu lei a salvarne la produzione vinicola quando, pare a sua insaputa, i suoi consiglieri vietarono di bere vino, mangiare uva e persino coltivare la vite per favorire l’amara cervogia, la birra tanto amata dal popolo longobardo.  Con una coppa di vino, però, la giovane vedova (Autari era, ahimè, morto in modo misterioso), rivelò la sua scelta di Agilulfo, duca di Torino, come suo sposo e nuovo re dei Longobardi e, allo stesso tempo, la preferenza per il vino, acclamata dal popolo della Brianza. Si narra anche che fu proprio grazie ad una botte, così enorme da essere trainata da sei coppie di buoi, che Agilulfo poté vincere la sfida lanciata dalla stessa regina che avrebbe sposato colui che le avesse portato la botte più grande piena di vino buono. Alla fine dell’Ottocento la fillossera distrusse i vigneti della Brianza che non furono più reimpiantati ma perché non farci guidare oggi dal filo rosso del buon vino e tornare tra le vigne scomparse? Dopo aver ammirato le storie di Teodolinda, immortalata nel Duomo di Monza mentre offre vino in una tazza che, leggenda vuole, possiamo ancora ammirare nel suo Museo, ci dirigiamo verso nord seguendo la via principale per giungere là dove l’Arciduca Ferdinando aveva acquistato una vasta vigna per costruire la sua casa di campagna, oggi Villa Reale.  Proseguendo all’interno del parco, lungo l’antica strada per Vedano si incontra la cascina San Fedele, in cima ad una lieve altura un tempo terrazzata di filari d’uva e più avanti la collinetta di Vedano, dove si produceva il frisell, vinello bianco e frizzante, cantato in milanese dal poeta Carlo Porta. Qui gli Asburgo festeggiavano la vendemmia. Arriviamo quindi alla Villa Verri di Biassono, dimora del conte Carlo, giovane illuminista che sul finire del Settecento si era dedicato al miglioramento della produzione della vite. Oggi ospita un piccolo museo etnografico, da visitare se si vuole tornare all’atmosfera semplice della vita dei contadini che coltivavano i vigneti. Finita, quindi, la passeggiata non resta che rinfrancarsi con un risotto alla monzese (in cui il vino rosso fa ben la sua parte) e un buon bicchiere. Testo a cura di DEBORA LO CONTE, guida abilitata ConfGuide-GITEC  Se questo racconto ti è piaciuto, CLICCA QUI per scoprire le sue varie proposte d'itinerario.
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Brescia Natura, gusto e tradizioni: la Val Sabbia

Dai trekking di più giorni con sosta ai rifugi alle passeggiate più brevi e per tutti con il piccolo Lago d’Idro a fare da cornice sul fondo valle
@inlombardia - Brescia Natura, gusto e tradizioni: la Val Sabbia

Da Lecco a Milano seguendo l'Adda

Un lungo ed affascinante percorso, che lascia ricordi indelebili in chi lo percorre
Da Lecco a Milano seguendo l'Adda

La Via Francisca del Lucomagno

Lungo la Via Francisca del Lucomagno, il medioevo risorge in un Cammino d’altri tempi. Tra montagne e natura incontaminata
Via Francisca del Lucomagno

Angera

Un borgo storico sulla sponda lombarda del Lago Maggiore
Lungolago di Aagera, con una spiaggetta. In riva al lago c'è una sdraio vuota e si vede la Rocca in lontananza.