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Sul Torrione Porro dalla via Carlo Bonomi

In sicurezza lungo gli itinerari di Chiesa Valmalenco
Sul Torrione Porro dalla via Carlo Bonomi

Sul Monte Spedone verso Nesolio

Anello sul Monte Spedone, con partenza e arrivo ad Erve
Sul Monte Spedone verso Nesolio

A scavalco dello Zuccone

La partenza avviene da Ceresola di Valtorta, a 1.330 metri, dove c’è il parcheggio degli impianti di risalita per i Piani di Bobbio.   Dal parcheggio si stacca in salita una strada da dove si entra nel dolomitico mondo degli “Zucconi”.Si percorre lo sterrato di 4 chilometri che si snoda lungo i pratoni che conducono ai Piani di Bobbio (1.670 m), dove c'è il rifugio Lecco.All’arrivo degli impianti, si prosegue in piano fino a oltrepassare una chiesa in stile moderno. Piegando verso sinistra, in salita, si giunge in pochi minuti al rifugio Lecco (1.779 m). Dal rifugio si risale la Valle dei camosci che si apre di fronte. Mantenendosi ai bordi di quella che in inverno è pista da sci, si risale il vallone seguendo gli smunti bolli rossi.Giunti alla testata della valle, si tiene la destra e si risale il ghiaione sino alla base della parete dove convergono due canaloni rocciosi. Qui troviamo dipinta su un masso l’indicazione: a destra per la Madonnina dei Campelli, a sinistra per la vetta. Noi andiamo a sinistra.Zigzagando, si rimonta il canale sino a sbucare in cresta presso la Bocchetta dei Camosci (2.100 m circa, 1 h 30’ dal rifugio Lecco). La vetta è più a sud e si raggiunge dopo aver superato una spaccatura attrezzata con pioli e catene (2.159 m 15’ dalla Bocchetta). Lo scavalco avviene nei pressi dell’antenna ripetitore vicino alla Bocchetta, dove si scende per il panoramico sentiero che porta alla Baita La Bocca (1.923 m).Racchiusi fra la Cima di Piazzo e il nostro Zuccone perdiamo quota per altri 10 minuti sino a incrociare il Sentiero degli Stradini.Il rifugio Cazzaniga Merlini (1889 m) ci guarda dall’alto del dosso roccioso. Il Sentiero degli Stradini dopo la Casera Campelli (1.783 m) e il Colle del Faggio (1.785 m) diventa stretta cengia fra i dirupi. Superato l’attacco della difficile via Ferrata Pesciola, eccoci al Bocchetto di Pesciola che si affaccia sui Piani di Bobbio e sul vicino rifugio Lecco.Ora si divalla passando a valle del bel laghetto artificiale.Si tagliano in quota i pascoli puntando diritti a nord, transitando all’arrivo dell’ultimo ski lift e poi giù per la valle con vista sul Pizzo dei Tre Signori.  
A scavalco dello Zuccone

Alla scoperta della Val Venina

Partendo dalla visita ad Ambra, un avvincente itinerario
Alla scoperta della Val Venina

Sulla Colombina vista da capogiro

Panorami stupendi dalle Orobie, alla Valle Camonica fino al Sebino, per questo itinerario alla portata di tutti
Sulla Colombina vista da capogiro

Giro del Monte Grem

La partenza in auto è da Villasio, frazione di Gorno in Valle del Riso. Giunti nella piazzetta in centro, i cartelli indicano di prendere a destra per “Rifugi Alpini - Alpe Grem” e seguendoli si giunge al parcheggio di “Baita Alpe Grem” a 1.200 m di quota. Si parte per stradetta e subito si incontra la nuova segnaletica che ci indica il cammino (Cima Grem - sentiero CAI 239).     Mentre si sale si incontrano altri cunicoli e un paio di pozze d’abbeverata. Siamo nei pressi della Baita di Mezzo (1.447 m), posizionata sulla costa panoramica di fronte all’Alben.Seguendo le indicazioni, si sale il pascolo sino a incontrare il sentiero CAI 223 che sale da Zambla e che si fonde con il nostro. Si prosegue raggiungendo la Baita Alta di Grem (1.631 m, 1 h 10’ dalla partenza). Si riprende salendo oltre la baita per 200 metri, poi si lascia il tracciato principale e si piega a sinistra su un sentiero che volge verso lo scavo minerario e il costone che porta in vetta (vedi paletti bianco-rossi indicatori).Seguendo i paletti il sentiero diventa più ripido e in breve porta sull’anticima (1.967 m, 40’ dalla Baita Alta). Non resta che percorrere la cresta sulla Val Serina, fino alla svettante croce metallica (2.049 m, 2 h 20’ dalla partenza). Una meritata sosta per ammirare il Pizzo Arera, poi si riparte sul versante opposto, puntando alla selletta che separa il Monte Grem dal Monte Foppazzi. In 10 minuti si è alla Sella, dove la segnaletica CAI 223 ci indica la via per il Bivacco Mistri. La camminata è facile e, per praterie fiorite, si è al Bivacco Mistri (1.780 m, privato e aperto il fine settimana).Visitata la galleria dell’acqua, si prende il CAI 263 che, con altri 20 minuti ci porta al Bivacco Tellini. La discesa continua, sempre sul 263, sul ripido prato per piegare poi a destra e addolcirsi nel rado bosco per pervenire sui pascoli alti prima di raggiungere la strada in località Pozza Piasöla (1.144 m, percorsa all’andata).Ora bisogna risalire la strada per quasi 2 chilometri e poi si arriva alla macchina. Caratteristiche del percorsoLocalità di partenza: Baita Alpe Grem, Villasio 1.200 m, BGDislivello: 850 mTempo di percorrenza: A/R 5 hDifficoltà: EPunti d'appoggio: Bivacchi Mistri e Tellini, se apertiCartina Kompass: n° 104 Per ulteriori dettagli: CAI di Bergamo Gruppo Valle del Riso
Giro del Monte Grem

Alle baite e praterie del Monte Alto

L’escursione parte al termine di via Valzelli, nella stazione turistica del Monte Pora in alta Valle Seriana (1.489 m). Superata la sbarra, si prende la sterrata che in mezz’oretta porta alla baita Valmezzana (1.477 m). Alex, l’alpeggiatore, è un ottimo casaro e vende formaggio, burro e salame da urlo.     Si riparte, poi, ritornando indietro una cinquantina di metri, per prendere la sterrata che sale alla pozza d’abbeverata; la si supera per circa 500 metri e poi si imbocca a sinistra il tratturo che sale nei prati, con direzione sud-Est (15’ dalla Baita). Sempre su questa traccia, si oltrepassa un capanno da caccia e in breve si raggiungono le praterie del Magnolini. Ora il Pizzo Formico, l’Alben, il Vaccaro e la Presolana paiono coccolare questo incantato ambiente. Pochi minuti e si è al rifugio Magnolini (1.612 m, 1 h 10’ dalla partenza).Gustata la pausa, si riparte in direzione del Monte Alto (vedi indicazioni CAI) e diritti per pascoli maculati da bassa vegetazione e cespugli di rododendri, in meno di mezz’ora si è sulla tondeggiante vetta (1.723 m). Qui la piastra geodetica ci indica dal Monte Rosa all’Adamello, passando per ogni significativa vetta delle Orobie. Si prosegue verso Nord con la Presolana, il Visolo e i monti Scalvini di fronte, scendendo verso il nuovo rifugio Pian della Palù (1.593 m, 30’ dalla vetta). Si prosegue salendo per ottima stradina alla pozza e alla baita del Termen posta sulle piste da sci.Ora lo straordinario giro volge al termine e, passando sul retro della struttura, una stradina e poi la pista da sci, in breve ci portano agli eleganti condomini di Malga Alta di Pora (1.456 m) e, in discesa per via Pian del Termen, si sbuca sulla via Valzelli che, presa in salita, in pochi minuti conduce al parcheggio da cui siamo partiti. E per ben finire... suggeriamo una deviazione e breve visita al suggestivo santuario Madonna delle Grazie di Lantana. Un edificio del 1400 che al suo interno presenta affreschi del XV secolo e un’interessante Via Crucis. Per ulteriori dettagli: CAI Castione - info@caicastione.it
Alle baite e praterie del Monte Alto

L'anello del Monte Lantana

È un percorso facile ma di grande fascino, completamente inserito nella ZPS (zona di protezione speciale) della Val di Scalve.Si parte dal Passo della Presolana, dal parcheggio presso la chiesetta della Madonna della Neve, con direzione Val di Scalve.  Fatti un centinaio di metri dopo il valico (1.297 m), si imbocca sulla destra la stradetta per il famoso “salto degli sposi”, che trae il nome dalla tragica storia d’amore di una coppia polacca del XIX secolo. Su questa panoramica terrazza si inizia a contornare il lato orientale del Monte Scanapà. Dopo circa 50 minuti si è all’area pic-nic di Castel Orseto, accolti da simpatiche sculture dell’Orso.Si prosegue ora verso il Colle Vareno, sempre immersi nel bosco sospeso fra le pareti rocciose, ricche di fossili. Giunti al Colle Vareno (1.373 m, 1 h 30’ dalla partenza), si imbocca la strada asfaltata che sale costeggiando i complessi residenziali; la si percorre sino al temine dove, sulla sinistra, si stacca uno sterrato (vedi uno smunto segnavia giallo-rosso e n° 41). Si entra in un bosco formato da abeti e larici e dopo circa mezz’ora si esce sulle prime radure del Monte Lantana e, poco oltre, sul grande prato sommitale.La vetta del Lantana è poco sopra (1.615 m). Ora si punta su alcune baite diroccate e, poco prima di raggiungerle, si scende diritti fra il bosco e il limitar del pascolo, sino a ritrovare il segnavia n°41. Su questo tracciato ci si cala fra le praterie del Lantana e dello Scanapà, sino a incontrare un trivio dove si lascia il n. 41 per seguire a destra e in salita l’indicazione “Castel Orsetto”. Bastano una decina di minuti e si è al Colle di Lantana, dove si trovano le indicazioni per la “Casa della Foresta”. Giunti alla “Casa della Foresta” ci troviamo davanti a un ecomuseo che merita una lunga e curiosa pausa. Finita la visita si percorre in senso contrario il tratto fatto all’andata (40’) sino a giungere al prato che anticipa il salto degli sposi.Un ultimo sguardo al panorama e via verso il vicino Passo della Presolana, dove ha termine l’escursione. Ulteriori informazioni: CAI Castione - emai: info@caicastione.it
L'anello del Monte Lantana

Anello dei Piani verso i Rif. Gherardi e Castelli

Giunti alle porte di Pizzino, in Val Taleggio, si prende la deviazione verso destra, con le indicazioni Rifugio Gherardi, e si sale superando la frazione di Grasso per circa un chilometro, dove si incontra un bivio presso la via Bonetto.   Qui si parcheggia e si riparte, seguendo l’indicazione Rifugio Casari. Si prosegue per circa 30 minuti in ambiente panoramico sul Resegone, sulla testata della valle, giungendo alla ristrutturata contrada di Bonetto. Sempre seguendo la strada, evitando ogni deviazione, si attraversa la Valle di Salzano e si prosegue.I panorami cambiano ad ogni tornante e, quando appare l’ardito triangolo del Monte Sodadura, lo stupore è al massimo.Lassù, più lontano, appare il rifugio sciatori che avviciniamo raggiungendo la Baita di Piazza Cavalli.Si prosegue e in circa 20 minuti si è alla Forcella di Artavaggio e al Rifugio Sciatori. Qui si aprono le quinte, la bella conca dei Piani di Artavaggio si offre ai nostri occhi. L’attraversiamo puntando sul rosso Rifugio Sassi Castelli si riparte per il tratto più bello e selvaggio dell’escursione. Ritornati al Rifugio Sciatori troviamo una palina CAI che ci indica la via per il Rifugio Gherardi ai Piani dell’Alben. Via in modo ondulato, tagliando i prati e i pascoli dell’Alpe Moglia, sui pendii che degradano dal Sodadura. Si procede in questa sorta di giardino botanico in quota dove, tagliando asciutti canali e basse vegetazioni, dopo un’ora dalla partenza, si raggiunge il primo storico cippo di confine, posto 500 anni orsono dalla Repubblica di Venezia. Poi via... verso il vicino e privato Rifugio Cesare Battisti. Si riparte per l’ultimo tratto, scendendo fra i pascoli dei Piani dell’Alben, seguendo il segnavia CAI 120, si passa la baita di Foppa Lunga e senza mai lasciare il tracciato si divalla alla contrada di Quindicina. Poi giù verso l’auto a Sant’Antonio.
Anello dei Piani con soste ai Rif. Gherardi e Castelli

Alle falde del Monte Valletto

Per la strada della Val Brembana si supera Cusio, imboccando la salita verso i Piani dell’Avaro . A circa tre quarti della salita, presso la “Curva degli sciocc”, si parcheggia. Il tracciato si presenta come una gradinata (CAI 108). Si parte e, vinti i gradini, si entra nel bosco: il sentiero si spiana e, con direzione NO, supera una valletta con acqua e giunge ai pascoli di Casera Valletto dirimpetto al Pizzo di Giacomo. Si prosegue in salita lungo la traccia nella prateria ritrovandosi in breve al raccordo con la mulattiera che sale da Ornica (vedi cartello segnalatore CAI 107). Superata la sorgente San Carlo, ci si inoltra nella Valle di Salmurano, pervenendo ai pascoli dove si nota il rudere della baita del Piano.Si prosegue lungo il tracciato che si snoda nell’ampia conca per giungere al bivio fra l’antica mulattiera che porta al Passo di Salmurano e il sentiero verso il rifugio Benigni. Si va a destra verso il Passo di Salmurano, dove si apre la finestra sulla Valle del Pescegallo, su Gerola e sulla barriera delle Alpi Retiche, con i suoi giganti di granito e ghiaccio (2.017 m, 1h 40’ dalla partenza).Si riprende a destra camminando a fianco delle trincee della linea Cadorna. Superato il traliccio dell’alta tensione, si continua a mezza costa e si raggiunge un ampio costone che discende per ripido pascolo. Terminata la discesa, si prosegue in piano e s’incontra la baita Alta (1.197 m).Ora bisogna recuperare una cinquantina di metri di dislivello per raggiungere la sella erbosa posta fra il Monte Triomen a sinistra e il Monte Avaro a destra. Noi puntiamo su quest’ultimo piegando a destra. Bastano una decina di minuti e si è in vetta. Goduta la panoramica pausa, si ritorna alla sella e si piega a destra, seguendo il CAI 101.Dopo 20 minuti si giunge al bivio con il CAI 109 che scende ai Piani. Lo si impegna e si giunge dopo un’ora al laghetto, dove si trova l’albergo Rifugio Monte Avaro a 1.650 metri. Si riparte seguendo la strada che scende verso Cusio, affianca la casina in legno con il campanile finlandese e in circa 2 chilometri di discesa, porta alla località Sciocc, punto di partenza. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
Alle falde del Monte Valletto

L'anello della Terzera

La partenza avviene poco a valle dei parcheggi del rifugio Madonna delle Nevi (1.336 m), sopra Mezzoldo (BG).Davanti al ponticello sul Brembo, una bacheca CAI ci invita a prendere il Segnavia CAI 111. Varcato il ponte, si riparte, risalendo su carrareccia il prato al bordo del torrente. Per quasi mezz’ora la si segue sino a giungere nei pressi della baita del Prà del Möt.Al bivio si lascia la carrareccia per prendere a destra il sentiero CAI 111 che cambia versante. Oltre il torrente ci aspettano 20 minuti di ripida salita in un bosco di conifere. Si giunge, pertanto, a un bivio dove prendiamo la destra, accompagnati dalle indicazioni CAI 115 e “Giro delle Casere”. Il tracciato si addolcisce e volge deciso verso i pascoli di Costa Piana e dell’Alpe Terzera dove, in estate, viene caricato l’alpeggio (1.715 m, 1 h 15’ dalla partenza).Si passa al limite alto del bosco, dove si trova la Baita “Piana di Terzera” (1.730 m), poi si entra di nuovo nel bosco e subito appare la Baita Dossello (1.760 m). Si prosegue con una decisa curva a sinistra e poi su per la valle tagliando a mezza costa il catino naturale che ospita la vecchia baita detta dello “Scem” (1.830m). Poi si guadagna il pascolo finale che porta al Paaso di San Simone(2.016 m, 2 h 15’).Si ridiscende per la medesima strada, talvolta facendo la breve deviazione verso la Baita della Cuna e la Baita Dossello (1.760 m) dove si piega a sinistra e ci si cala verso il fondovalle. La veduta principale è il Monte Ponteranica e la strada provinciale che sale al Passo di Cà San Marco.Giunti in fondo al vallone, troviamo la Casera di Terza a 1.600 metri, prima tappa del locale “Giro delle Casere” (1 h dal Passo).Qui, è stata ultimata una stradetta silvo-pastorale che porta al Ponte dell’Acqua dove si perde quota. Dopo qualche tornante a destra si incrocia a 1.440 metri il bivio “Rif. Madonna della Neve” (vedi indicazioni); qui si lascia la comoda strada per il ripido vecchio sentiero che, in 15 minuti ci riporta al punto di partenza. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
L'anello della Terzera

Giro dei laghi di Foppolo

Raggiunta Foppolo, in Alta Valle Brembana, si parcheggia alla frazione di Rovera, dove una volta partiva l’impianto sciistico del Monte Toro a 1.660 m.   Fra i paravalanghe si stacca in salita la gippabile per il Passo Dordona e Montebello (sentiero CAI 204), e su questa ci si avvia.Dopo alcuni tornanti, in 30 minuti, si è al bivio con l’indicazione Rifugio Terre Rosse e insegna CAI per Montebello.Si lascia la stradetta per questo sentiero e si raggiunge l’omonimo rifugio (2.081 m, 1 h 15’ dalla partenza). Poco sopra il rifugio, un’altra indicazione (CAI 203) ci indica Lago delle Trote raggiungibile in 15 minuti circa. Superatolo, si prosegue sul sentiero 203, dove si incrocia una baitella e qui si devia a destra per seguire il sentiero CAI 204 A che sale verso i Laghetti della Foppa e il Passo di Valcervia. Pochi tornanti e si è sulla balza fiorita che porta a questa serie di invasi.Si prosegue, fra rododendri, genziane e vegetazione palustre di varie specie. Questo paradiso ora lascia il posto al ripido tratto che porta a un intaglio e a un colle dove, all’improvviso, si spalanca la veduta sul Lago Moro. In discesa si raggiunge il Passo di Valcervia (2.319 m, 3 h dalla partenza), dove si individuano le opere di difesa della linea Cadorna.Ammirata la catena dei monti Valtellinesi e il vicino Corno stella, ci si abbassa sul Lago Moro e, nei pressi del suo emissario, ci si cala verso Montebello, calcando la comoda stradetta costruita per captare l’acqua necessaria alla formazione della neve artificiale.Raggiunto e superato il Rifugio Montebello si prosegue la discesa restando sulla traccia carrabile che porta al Passo della Croce (1.953 m, 45’ dal Lago Moro). Ora, sul sentiero CAI 205 si divella verso l’arrivo della seggiovia della IV Baita dove, sul fianco dell’impianto, un cartello indica Sentiero Passo Dordona. Lo si segue fino alla stradetta percorsa all’andata e, ancora in discesa, si raggiunge il parcheggio di Via Rovera, dove ha avuto inizio l'escursione.
Giro dei laghi di Foppolo