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Palazzo d'Arco a Mantova

Vita quotidiana di una nobile famiglia tra Settecento e Ottocento
Palazzo d'Arco - ph: Federica Bottoli

Da Zuigno alla Linea Cadorna

La storia, la natura e lo sport caratterizzano questo itinerario
Da Zuigno alla Linea Cadorna

Da Zuigno alla Linea Cadorna

La storia, la natura e lo sport caratterizzano questo itinerario: ville di delizia, ciclisti famosi, architetture marziali e borghi variopinti, tutto a pochi chilometri dal confine con la Svizzera.    Dal parcheggio situato vicino a Villa della Porta ci spostiamo sulla S.P. 7 che con innumerevoli tornanti ci conduce ad Arcumeggia per poi continuare in direzione del Passo di Sant’Antonio. Al bivio svoltiamo a destra e pedaliamo in salita fino a San Michele. Da qui retrocediamo per un centinaio di metri e giriamo a sinistra su una strada sterrata seguendo le indicazioni per Monte San Martino. Procediamo quindi in discesa sino a tornare al Passo di Sant’Antonio ed a ritroso ad Arcumeggia e al punto di partenza. ITINERARIO Distanza: 24.7 kmDifficoltà: difficileFondo stradale: asfalto e sterratoDislivello: +1544m, -1216 m (Pendenza max: 34.7%, -36.4% ; Pendio medio:8.4%, -8.7%)Adatto a: utenti preparati atleticamenteTipologia di bicicletta consigliata: MTB, da strada se ci si limita alla sola salita di San MicheleDurata media: 2 h ca. ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Villa Della Porta Bozzolo a CasalzuignoLa residenza, edificata nel ‘500, venne trasformata in “villa di delizia” nel ‘700 arricchita da meravigliose decorazioni in stile roccocò e dal meraviglioso giardino all’italiana.Info utili: https://www.fondoambiente.it/luoghi/villa-della-porta-bozzoloTelefono: 0332 624136  ll Cuvignone, la salita di Ivan Basso e Alfredo Binda tra la Valcuvia e LuinoQui i ciclisti, dai più famosi come Alfredo Binda e Ivan Basso agli sportivi della domenica, si allenano per circa 8 km di tragitto su un dislivello di quasi 800mt. Il tragitto si snoda attraverso una vallata poco frequentata.Info utili: http://www.vareselandoftourism.com/passo-cuvignone  Il borgo dipinto ArcumeggiaI primi affreschi realizzati sulle facciate degli edifici del piccolo borgo rurale risalgono al 1956 e sono opera di grandi artisti nazionali ed internazionali. Oggi sono ben 168 i dipinti murali sulle pareti esterne delle case.Info utili: http://www.provincia.va.it/code/40902/Borgo-di-Arcumeggia-Paese-Dipinto-...  San Michele a Porto ValtravagliaFu realizzata tra l’inizio del sec. XI e la metà del sec. XII per consentire anche alle persone che dimoravano sui monti di presenziare alle funzioni religiose. Gli affreschi, anche se per la maggior parte coperti da intonaco, ci mostrano un piccolo ma suggestivo centro del culto micaelico.Info utili: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00999/  Linea Cadorna Definita anche “Linea di difesa alla frontiera del Nord” é un sistema di fortificazioni costruito durante la I G.M. e voluto dal generale Cadorna, per evitare che, in caso di attacco, i nemici potessero raggiungere Milano e la pianura padana. Oggi l’area è fruibile attraverso 9 itinerari principali lungo i quali è possibile visitare ciò che rimane delle opere militari.  
Da Zuigno alla Linea Cadorna

Terme di Boario

Quattro fonti d’acqua termale, trattamenti benessere, bagni di sabbia. E un parco-avventura con slittovia. Alle Terme di Boario
Terme di Boario in Valle Camonica

Basilica di San Vittore Martire

E’ dedicata a San Vittore il Moro,  martire molto caro ai Milanesi che morì nel III secolo, e si erge sulle macerie di una vecchia chiesa dedicata allo stesso martire che venne abbattuta in quanto risultava degradata. Una conferma della sua antica esistenza vi è un documento del 1080, che attesta una compravendita immobiliare . La Chiesa Prepositurale di San Vittore Martire è di fondazione antichissima, testimoniata sin dall'anno 846. A differenza dell'attuale edificio di culto però, l'antica prepositurale aveva orientamento opposto: l'ingresso era ad ovest e dava sull'odierna Piazza Visconti, ove vi era un'area cimiteriale. Venne restaurata nel 1596, ma rimase comunque un piccolo tempio lungo 18 metri e largo 12 metri e nel XIX secolo appariva talmente degradata, che si decise un nuovo restauro con relativo ampliamento sul terreno antistante dedicato alle sepolture.All'avvento dei lavori però si decise per l'abbattimento con successiva ricostruzione, questa volta con facciata rivolta ad est. Fu in questa occasione che venne rinvenuta la mummia dell’Arcivescovo Leone da Perego nel sottotetto della chiesa, che dopo varie vicessitudini ora riposa presso il cimitero di Rho. Venne quindi costruita una Basilica in stile neoclassico secondo i progetti di Besi e Aluisetti. Il primo progetto realizzò due campanili, uno dei quali fu raso al suolo nel 1889 a causa nell’instabilità strutturale. Rimase il campanile di destra che venne innalzato fino a 58,40 metri. I dipinti del pronao sono opera del professore milanese Beghè guidato da Don Moiolo; le vetrate, ben 16, sono stati eseguiti dal pittore Giulio Cesare Giuliani e altre sono di Tevarotto di Milano. Altri dipinti del monumento sono opera del Professore Bosoni e della scuola di Luini. Nel 1847 venne portata a termine la costruzione della Chiesa e la successiva consacrazione avvenne con la presenza dell’arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana. Nella stessa piazza in cui sorge l’edificio di culto, c’è la Croce della peste, ossia una croce al di sotto della quale vennero rinvenute delle reliquie accompagnate da un foglietto. Tali reliquie erano poste in plichi di carta suggellati e autenticati da  Monsignor Benetti. Una nota particolare merita il concerto di campane della basilica, realizzato dalla fonderia Barigozzi: La Fonderia Barigozzi, fondata nel 1806 come Fonderia Napoleonica Eugenia, è stata una storica fonderia della città di Milano. Quando la succursale di Locarno (Canton Ticino) si aggregò a quella di Milano, nel capoluogo meneghino venne sperimentata la sagoma che regalò diversi concerti-capolavoro a tutta la Lombardia. Tra i quali i concerti di Rho (parrocchiale e santuario), Corbetta,Vedano Olona (VA), Chiasso, Morbio Inferiore, Carate Brianza.
Esterno della Basilica

Ammirando ampi panorami, su strade militari

Questo facile itinerario porta alla scoperta di strade militari e resti di fortificazioni regalando punti d’osservazione assai ricchi piuttosto che reperti bellici.   Nelle giornate di cielo terso dalla cima della Punta di Mezzo l’osservatore può scorgere un panorama che va dal Sasso del Ferro a Laveno, sul Lago Maggiore, fino a Luino con il Limidario e il Gambarogno, la Valcuvia e Valtravaglia fino al Monte Generoso in Svizzera. La partenza è da Campo dei Fiori, un massiccio montuoso che si trova nella sezione delle Prealpi Luganesi, a nord della città di Varese dove è possibile lasciare la propria automobile nello spiazzo davanti all'Osteria Irma, oppure facendo un paio di tornanti in più, all’inizio della strada privata che porta al piazzale del Belvedere e quindi all' Osservatorio Astronomico GV Schiaparelli. Il sentiero da imboccare è sulla destra ed è segnalato con il numero 1, si procede fino a raggiungere l’intersezione che si dirama sulla destra e sale nel bosco fino a Punta di Mezzo. Si raggiunge così una radura dove a sinistra si trova un punto panoramico e un ampio prato rivolto a sud verso il lago di Varese. A destra invece il sentiero continua ripido e sale fino alla cima della Punta di Mezzo (1227 m), la cima più alta del comprensorio del Campo dei Fiori.Si scende qualche metro indietro rispetto al cartello nelle immediate vicinanze della cima e si imbocca a sinistra il sentiero che percorre la cresta del Campo dei Fiori.Più avanti si giunge ad un cartello che indica a sinistra il Sentiero 1, lo si segue di nuovo, iniziando così una ripida discesa nel bosco che conduce in località Merigetto, tra la punta dallo stesso nome e la Punta di Mezzo. Ci si ritrova quindi sull'ampia strada militare che arriva dal Belvedere (inizio dell’itinerario) che è possibile seguire al posto del tracciato appena percorso se si preferisce una camminata più tranquilla. La vista sui laghi di Varese, Comabbio, Monate e Maggiore accompagna il camminatore fino alla fine. Seguendo ancora la strada militare per una ventina di minuti, giunti nei pressi di un bivio, si hanno due possibilità: si imbocca il sentiero direttissimo che taglia i tornanti della strada militare e giunge rapidamente in cima al cosiddetto Forte di Orino, oppure si prosegue sul sentiero principale.Arrivati in cima, ci si trova di fronte ad un ampio prato tra i resti delle fortificazioni del Forte di Orino appartenente alla “Linea Cadorna”, tratti di muro di pietra che spuntano tra l’erba alta e l’edera, con incavi al suo interno, con lo scopo di alloggiare le armi, da qui il panorama si apre ancor di più e si scorgono le Prealpi Luganesi, le Alpi Piemontesi e Centrali ed il Verbano, nonché la Pianura Padana Occidentale ed i laghi Varesini. Dopo una sosta per ammirare il paesaggio, si ridiscende sulla strada militare, seguendola a ritroso per circa un’ora tra panorami aperti e boschi fino al piazzale del Belvedere.
Ammirando ampi panorami, su strade militari

Lombardia archeologica per tutti: l'ex monastero e l'isolotto

Chi dice che interessa solo agli archeologi? Ci troviamo a Cairate a poca distanza dal Parco RTO (Rile Tenore Olona) e dal Parco Archeologico di Castelseprio-Torba. Prima dei Romani Cairate era abitata da popolazioni celtiche e gli scavi archeologici del 1981 condotti sotto la guida del prof. Brogiolo hanno evidenziato l’importanza strategica del centro per i Longobardi per controllare le vie che da sud e da ovest confluivano a Castelseprio.  La visita guidata che propongo inizierà proprio qui a Cairate nel monastero benedettino di Santa Maria Assunta per continuare verso il Lago di Varese sull’Isolino Virginia a Biandronno che dista meno di 30 km e dal 2011 è diventato patrimonio mondiale dell’Unesco.  Le origini del monastero sono legate alla figura misteriosa della nobildonna longobarda Manigunda che lo fece erigere quale ex voto dopo essere guarita miracolosamente da una malattia renale, grazie all’acqua bevuta dalla fonte di Bergoro, un tempo nelle vicinanze. In effetti il complesso conserva un sarcofago del III-IV secolo d.C. probabile luogo di sepoltura di una donna riccamente abbigliata. Per circa un millennio il monastero, che possedeva i 2/3 del territorio cairatese e quattro mulini, è stato il centro economico e sociale di Cairate, vi si accedeva attraverso l’arco trionfale ancora visibile all’esterno; l’arrivo di Napoleone (1799) ne decretò la soppressione con la conseguente vendita all’asta dei beni. A partire dagli anni Ottanta viene acquisito in più fasi dal Comune e dalla Provincia e inizia finalmente ad essere oggetto di restauri conservativi che terminano nel 2013 svelando molti segreti. Oggi è un importante sito archeologico occupato da un’area museale di grande interesse storico e artistico, mentre la cosiddetta ala di San Pancrazio è occupata dalla sede del Municipio e dalla Biblioteca. Si accede al complesso camminando sopra i resti a vista dell’abside della chiesa tardoantica. Proprio in quest’area del monastero gli scavi hanno documentato la presenza di murature di una fattoria romana affacciata alla valle dell’Olona, dove venivano conservati cereali, legumi e altri prodotti, usata tra il I ed il IV secolo d.C. Alla fine del V secolo venne ricavata una piccola chiesa funeraria privata che attesta l’avvio di quel fenomeno di cristianizzazione promosso dai ceti dirigenti nelle aree rurali all’interno di ville romane presente in tutto l’Impero e nell’Italia settentrionale. Qualche passo in più e intravedendo il chiostro su due livelli, ci si addentra nei locali usati come refettorio e sala capitolare caratterizzati da soffittatura lignea sostenuta da colonne in arenaria decorate da capitelli cubici dove saltano subito all’occhio gli stemmi dipinti e scolpiti dei Visconti e dei Cairati. Il luogo raccolto che segue era una zona dedicata a sepolture di rango elevato: tombe conservate a quota di rinvenimento, tra cui una a vasca dipinta internamente e in posizione centrale, un’imponente struttura costruita con materiale di spoglio, tra cui una stele funeraria ornata dalla ruota solare, coperta da una lastra crucifera.  Un’ampia porzione di muro privato dell’intonaco che dal piano terra arriva al secondo consente di riconoscere la sequenza costruttiva e le numerose trasformazioni avvenute in quasi dieci secoli di storia: è un esempio pratico di stratigrafia degli alzati. Quello che segue era  probabilmente l’ambiente più esclusivo del monastero: un grande locale con doppio affaccio verso l’Olona decorato sotto il soffitto da un raffinato fregio della seconda metà del Cinquecento raffigurante putti, scene sacre e allegoriche intervallate da numerosi strumenti musicali a testimonianza dell’elevato livello d’istruzione della committente, la badessa Antonia Castiglioni. La chiesa ad aula unica, essendo claustrale è divisa in due parti, e l’aula delle monache seppur danneggiata da successivi utilizzi abitativi durante il XIX secolo presenta una parete di fondo interamente occupata da un affresco ora su tela raffigurante l’Assunzione della Vergine dipinta da Aurelio Luini e datata 1560 nella cornice parietale. Nella stessa aula una cripta a sedute testimonia la pratica alquanto macabra della scolatura dei corpi, a cui seguiva il disfacimento e la raccolta delle ossa in sepolture. Tutto ciò ebbe fine con l’editto di Saint Cloud durante la Repubblica Cisalpina.
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Abbazia di Chiaravalle Milano: Visita guidata

Visita guidata all'Abbazia di Chiaravalle, a due passi da Milano
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Milano, una città romanzo

Inseguendo gli scrittori del passato, tra i luoghi e le atmosfere di Milano che hanno ispirato grandi capolavori della letteratura

In battello sui laghi lombardi

Iseo, Garda, Como, Maggiore e Ceresio. Le gite in battello sui laghi lombardi offrono un punto di vista alternativo. Dai laghi ai borghi che li circondano
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Fare sport a Varese

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11 esperienze gratis in Lombardia

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