Ho trovato 1333 risultati per Borghi

Lago di Comabbio

Scopri il Gioiello Nascosto di Varese
Passerella in legno sul lago di Comabbio, con alberi sullo sfondo in una giornata di sole.

10 luoghi immersi nella natura

Se volete passare una giornata a contatto con la natura vi consigliamo queste mete davvero particolari.
Scoprire la Lombardia attraverso la natura

Sapore in Lombardia: 5 esperienze golose

Mete Golose_Franciacorta

Itinerari naturalistici in Val di Scalve

Tra boschi, percorsi e miniere
itinerario naturalistico in Val di Scalve

Parco Del Serio, gli itinerari dalla A35

Gli itinerari da percorrere in bici o a piedi nel Parco Del Serio in area A35
Parco Del Serio, gli itinerari dalla A35

Terrazze e panorami mozzafiato in Lombardia

Scopri la lombardia attraverso i suoi meravigliosi panorami.
Terrazze e panorami mozzafiato in Lombardia

Valtellina per tutte le stagioni

Per cominciare: tanto sport, cibo genuino, passeggiate romantiche, gite culturali e relax
Valtellina per tutte le stagioni

Il centro storico di Clusane d’Iseo

Clusane, il cui toponimo potrebbe derivare da Clodius o da Chiusa, è situato sulla riva meridionale del Sebino. Comune autonomo fino al 1927, oggi è frazione di Iseo. È uno dei paesi a lago più antichi: insediamenti di comunità primitive fin dal Paleolitico sono testimoniati da tracce di attività palafitticole e ritrovamenti di punte di freccia e altri reperti. La zona fu abitata anche dai Romani, la cui presenza è rivelata dal ritrovamento di una lapide dedicata al dio Giove, oggi conservata al Museo Maffeiano di Verona, e dai resti di una villa nel centro storico del paese. Nel paramento in pietra sul lungolago si possono infatti distinguere una nicchia a pianta semicircolare affiancata su entrambi i lati da una serie di archetti ciechi forse pertinenti a un ninfeo. In base al vasellame rinvenuto durante scavi archeologici di emergenza, è possibile datare la villa al I-II secolo d.C. In questo stesso tratto di lago vi erano, in età longobarda, le riserve di pesca del monastero di Santa Giulia di Brescia. La prima menzione dell’abitato risale alla fine dell’XI secolo, quando i fratelli Aliprando e Alberto, appartenenti alla nobile famiglia longobarda dei Mozzi, donarono al monastero di Cluny la loro parte di una cappella dedicata ai santi Gervasio e Protasio che si trovava all’interno del castrum. L’atto fu firmato a Iseo il 12 luglio 1093 e comprendeva anche tutte le case, i terreni e le decime pertinenti alla donazione. I monaci si insediarono quindi nell’antico castello, costruirono un monastero fra 1112 e 1113, intorno al quale si raccolse una piccola comunità di contadini e pescatori. Nella prima metà del XII secolo Santi Gervasio e Protasio dipendeva dal monastero di San Paolo d’Argon; nel 1144 passò alla pieve di Iseo e il censo annuo era raccolto dal priorato di San Pietro in Lamosa di Provaglio d'Iseo, sotto il cui controllo passò definitivamente nel 1274. L'abitato di Clusane si costituì intorno al castrum che conteneva, oltre alla cappella, il primo nucleo di case. Tracce della fortificazione sono ancora visibili nel centro storico, racchiuso dalle vie della Chiesa vecchia, Molino, Castello e Ponta: in via della Chiesa vecchia vi è un arco in pietra che proteggeva la parte più elevata dell’insediamento, e in via Molino vi è la porta con antiporta. In questa via, dove probabilmente si trovavano i mulini segnalati nel Seicento, si riconoscono anche tratti di mura e basamenti di case medievali, e sono da segnalare le ville Mondella (XVII secolo) e Baroni (XVIII secolo) e il mulino moderno chiuso nel Novecento. Nel XIV secolo il comune di Clusane era amministrato dalla Quadra di Iseo. In questo secolo nacque la parrocchia, segnalata nel 1410, e all’esterno del borgo fortificato venne edificato il castello detto del Carmagnola , probabilmente ad opera della famiglia iseana degli Oldofredi. Fuori dalle mura, vicino al piccolo porto, vi erano le case dei pescatori. Nel 1517 la famiglia Sala, allora feudataria del castello del Carmagnola, costruì una chiesa dedicata a san Rocco nella zona della ”Ponta“. La chiesa parrocchiale fu gradualmente ingrandita nel corso dei secoli, fino all’Ottocento, quando furono aggiunte le due navate laterali, ma nel 1935 fu definitivamente abbandonata in seguito al completamento della nuova chiesa dedicata a Cristo Re: oggi l’edificio, completamente restaurato, è adibito ad auditorium. La fisionomia del paese cambiò nei primi anni del Novecento, quando fu aperto sulla riva del lago l'opificio della filanda Pirola e fu costruita la strada provinciale Iseo-Paratico. Si affermarono inoltre nuove forme economiche che trasformarono i pescatori in ristoratori grazie alla peculiare capacità di cucinare il pesce di lago, in particolare la tinca, pescata soprattutto nella zona a lago detta della “Foppa”, di fronte al paese. La maggior parte dei ristoranti fu costruita lungo la strada provinciale e nella parte verso la collina.   Angelo Valsecchi
Il centro storico di Clusane - ph: visitlakeiseo.info

Il nucleo storico di Tavernola

Tavernola sorge al centro della sponda occidentale del Sebino: il centro storico si articola lungo il fronte lago, anche se fanno parte dell’attuale comprensorio comunale anche le frazioni collinari di Cambianica e Bianica, e quella lacustre di Gallinarga. Fino alla prima metà dell’Ottocento il borgo era isolato e raggiungibile soltanto via lago, poiché la strada litoranea fino a Predore fu realizzata tra 1832 e 1848. L’abitato di Tavernola è stato duramente colpito, nel 1906, da un grave dissesto geologico che causò la frana di parte del paese, poi affondato nel lago. In quella circostanza andò perduta parte del centro antico (probabilmente due isolati) dato che le abitazioni medievali venivano costruite nella zona più pianeggiante a ridosso del lago, dove erano facilmente raggiungibili e si svolgevano le attività mercantili del porto. Tavernola prende il nome dal latino taberna (bottega), anche se nel territorio non sono state rinvenute tracce d’età romana. Lo sviluppo medievale è tuttora documentato da diversi edifici, prevalentemente di carattere fortificato, e dall’impianto urbanistico che presenta uno schema comune a molti paesi in affaccio sul Sebino: una strada principale parallela alla riva del bacino lacustre, da cui si dipartono strette strade parallele che collegavano con la collina retrostante. Nel Medioevo, il porto di Tavernola divenne un importante punto di smercio dei prodotti provenienti da Vigolo e Parzanica, paesi che non avevano sbocco sul lago e rientravano sotto il dominio dei Fenaroli, famiglia attestata nel territorio già nell’XI secolo e che dominava incontrastata in quest’area del Sebino. I Fenaroli (il nome deriverebbe dal fieno raccolto dai prati delle montagne retrostanti per rifornire le città di Bergamo e Brescia) erano di fazione guelfa e scelsero Tavernola come luogo di residenza per controllare le tratte commerciali tra Sarnico e Lovere. Gli statuti del comune di Bergamo del 1331 attestano la vallis Tavernolae, che includeva, oltre a Tavernola, anche Vigolo e Parzanica, definendo il “dominio” dei Fenaroli che controllarono questo territorio fino all’arrivo dei Veneziani (1428). Nel corso del tempo solo la famiglia Fenaroli riuscirà a costituire una sorta di autonomia territoriale, sfruttando l’isolamento geografico delle zone montuose circostanti e il facile approdo al lago Sebino. Sul piano ecclesiastico Tavernola dipendeva dalla pieve di Calepio, con sede nel basso Sebino e geograficamente piuttosto distante: la pieve non riusciva di conseguenza a esercitare un reale controllo e Tavernola giunse a una gestione quasi indipendente. Nella limitata estensione di questo comune, infatti, si trovano numerose chiese di epoca medievale – San Pietro a Tavernola, San Giorgio a Gallinarga, San Michele a Cambianica, San Bernardo a Bianica – che costituivano i punti di aggregazione per le comunità diffuse nel territorio. Almeno dal XII secolo San Pietro era la sede della cura d’anime e solo nel 1570 la cura parrocchiale venne trasferita in Santa Maria Maddalena. Lo sviluppo demografico e le esigenze devozionali determinarono nel Settecento la ricostruzione della chiesa parrocchiale e l’edificazione di una nuova chiesa di San Michele a Cambianica, che affianca la cappella romanica, ma anche la costruzione del santuario di Santa Maria di Cortinica. Lo sviluppo dell’abitato di Tavernola tra XV e XVIII secolo è oggi documentato da alcune case a sud del centro, mentre solo le foto d’epoca restituiscono il fronte lago distrutto dal dissesto del 1906, dominato dallo splendido loggiato aggiunto dall’architetto Giovanni Donegani alle case Fenaroli. I primi decenni del Novecento videro lo sviluppo dell’edilizia Liberty con le belle dimore Capuani (a nord) e degli insediamenti industriali (le filande Sina e Capuani, ancora presso il Rino e ancora più a nord la Cementifera, sorta nel 1902).   Federica Matteoni
Il nucleo storico di Tavernola - Ph: visitlakeiseo.info

Chiesa Santi Pietro e Paolo a Curetto

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in località Curetto, fu fin dalla fondazione gestita dalla locale confraternita dei Disciplini come documentato nell’atto d’insediamento redatto nel luglio del 1521 nella Curia di Brescia. L’edificio è registrato come “cappella recentemente inaugurata fuori dalla zona della riva di Sale”. Più tardi, nella visita apostolica del 1580, il cardinale Carlo Borromeo decreta il riordino di alcune porzioni dell’edificio e la fusione delle Schola della Disciplina e di San Rocco in un’unica congregazione chiamata la Disciplina dei santi Rocco, Pietro e Paolo. La pala d’altare del 1582 (ora nella chiesa di Conche[103]) raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Sebastiano, Pietro, Paolo e Rocco, fu realizzata per suggellare la fusione tra le due confraternite. La tela è stata posta a confronto con le opere del pittore bresciano Girolamo Rossi. La pala fu collocata nell’altare maggiore (ora trasferito nella chiesa di Marasino[104]) coprendo l’affresco della Flagellazione di Cristo realizzato al centro dell’abside: il dipinto murale, oggi visibile, è databile tra terzo e quarto decennio del XVI secolo e riconducibile alla cerchia di Paolo da Caylina il Giovane. La facciata principale, rivolta verso lago, è oggi a ridosso della strada il che la rende impraticabile; presenta un semplice impianto con tetto a doppio spiovente, timpano, portale d’ingresso in pietra di Sarnico con due finestrelle laterali. Nella lunetta del portale si conserva mal ridotta l’immagine di San Carlo Borromeo. Sul fianco nord vi sono il campanile e l’ingresso oggi in uso; su questa fronte si veda, dall’esterno, l’originario andamento ad arco trilobato della finestra. L’edificio è ad aula unica con presbiterio absidato, volta a botte, grandi finestre e un matroneo in controfacciata, sostenuta da colonne in granito, cui si accede dalla scala interna. Nel grande matroneo, menzionato nelle visite pastorali, si riunivano i disciplini: rimangono la grata sopra il parapetto e il soffitto in legno dipinto con finte architetture barocche. Un grande oculo che guarda sul lago consente la presa di luce. Nel 1797 la Disciplina fu soppressa, la chiesa incamerata dal demanio e venduta con la casa annessa a privati. Nel 1855 il Comune comprò il complesso per adibirlo a ospedale affinché vi fosse un luogo per curare i malati colpiti dall’epidemia di colera; allo stesso anno si deve l’intervento strutturale dell’ing. Giacomo Cozzoli. La chiesa è oggi di proprietà del Comune e utilizzata come auditorium. Dei vari rimaneggiamenti restano molte opere seppur tra loro non coeve. Gli stucchi nella volta e sotto il matroneo inquadrano affreschi di Domenico Voltolini da collocarsi tra il secondo e il terzo decennio del Settecento (Noli me tangere, Speranza, Fede, San Gregorio, San Pietro in carcere visitato dall’angelo, La caduta di Saulo da cavallo, San Lorenzo, Visitazione di Maria a Elisabetta, San Rocco benedice gli appestati). Restano, inoltre, le mense degli altari laterali in muratura; delle due pale disperse una è forse da individuare nella tela con San Francesco che riceve le stigmate (ora nella sagrestia della parrocchiale di Sale) realizzata da un pittore bresciano, nell’ambito di Pietro Marone, a cavallo tra XVI e XVII secolo. Nel 1856 Antonio Guadagnini, ingaggiato dalla comunità civile di Sale, affresca la fronte dell’arco del presbiterio con l’Annunciazione mentre nel catino absidale realizza l’ex voto per il colera rappresentante l’Intercessione dei santi alla santa Trinità. L’opera è una delle meglio riuscite del pittore esinese: Cristo è al centro della composizione mentre riceve le preghiere della Vergine e dei santi patroni della Disciplina; un angelo depone ai suoi piedi il flagello, segno che l’ira divina, e con essa il colera, è cessata così che possano tornare nel borgo la Pace e la Giustizia, ritratte sulla sinistra nell’atto di baciarsi.   Federico Troletti
Chiesa Santi Pietro e Paolo a Curetto - Ph: visitlakeiseo.info

Chiesa di San Colombano

La chiesa, dedicata a San Colombano abate, il monaco irlandese del VI secolo fondatore del monastero di Bobbio, si trova ai limiti del borgo di Parzanica e il suo sagrato si apre a una splendida vista. Non si hanno notizie sulla fondazione della prima chiesa. Dovette dipendere dalla pieve di Predore almeno fino al 30 ottobre 1512, data che le fonti indicano come quella di fondazione della parrocchia e di consacrazione di un primo edificio. La chiesa attuale sorse negli ultimi decenni del ‘700. Aperta al culto nel 1792, venne dotata nel 1797 del campanile, al cui vertice si trova la statua del santo patrono. Consacrata il 24 ottobre 1867, nel 1923 fu prolungata nella parte absidale su progetto di Luigi Angelini. La facciata, di stampo neoclassico, si articola su due livelli: è tripartita da lesene e grandi colonne addossate con trabeazione aggettante e culmina in un grande timpano. Il portale in arenaria di Sarnico venne abbellito nel 1973 da un gruppo in cotto nella lunetta, opera dello scultore Gaetano del Monte di Faenza con la raffigurazione del santo titolare della chiesa. L’interno ad aula unica di quattro campate mostra la stessa impronta neoclassica della facciata con elementi tardo barocchi: poderose colonne inquadrano le arcate delle cappelle e sorreggono il fregio, sul quale si imposta la volta a botte. Le pareti sono arricchite da dorature e cornici in stucco, in gran parte riprese nel 1945 da Emilio Sessa e dallo stuccatore Adolfo Gardoni mentre gli affreschi della volta, con episodi della vita di san Colombano, furono realizzati da Giuseppe Grimani (1911-1998), autore anche della decorazione del presbiterio con i Quattro Evangelisti, la Gloria di san Colombano e il Cristo Re tra santi e fedeli, la cui pittura si connota per una felice commistione tra modernità e richiami alla pittura settecentesca. Sulla controfacciata è collocato un grande dipinto murale di ambito bergamasco del XVIII secolo, con la Cacciata dei mercanti dal tempio. Nella prima campata a sinistra il battistero conserva il Battesimo di Cristo dipinto a fresco da Aldo Locatelli nel 1946 entro cornice settecentesca in stucco; una cornice del tutto simile contiene a destra la pala dell’altare dell’Addolorata, una Pietà con i santi Giovanni, Francesco d’Assisi e Luigi Gonzaga di ambito bergamasco del XVIII secolo. Nella seconda campata sull’altare a sinistra la grande tela seicentesca raffigurante l’Annunciazione è firmata dal pittore Alessandro Bonvicini e sarebbe stata portata a Parzanica dalla Svizzera nel XX secolo. Di fronte si trova l’altare del Sacro Cuore di Gesù, dotato di diverse sculture: tra queste il Sacro Cuore di Alessandro Ghislandi (1940), San Francesco d’Assisi di Angelo Righetti del 1908 e San Colombano, della prima metà del XX secolo. Nella terza campata l’altare del Rosario conserva un paliotto seicentesco intarsiato a motivi floreali in marmi policromi con un medaglione centrale raffigurante la Madonna del Rosario fra i santi Domenico e Francesco; proviene dalla chiesa precedente ed è riconducibile alla bottega degli scultori Manni. L’ancona contiene i quindici Misteri del Rosario, databili al XVII secolo e una nicchia con la statua della Madonna del Rosario, opera di Giuseppe Stuflesser del 1964. Di fronte, l’altare di San Luigi Gonzaga presenta una cornice lignea settecentesca mentre la statua è opera del 1911 di Giovanni Avogadri. L’altar maggiore, datato 1674, anch’esso proveniente dalla chiesa antica, ha un notevole paliotto a intarsi policromi che incorniciano il medaglione della Natività, pure riconducibile alla bottega dei Manni. Nel 1924 venne in parte integrato e ampliato con la tribuna. Sul fondo la grande pala raffigurante San Colombano con Agilulfo, ascrivibile ad Antonio Guadagnini, databile alla seconda metà del XIX secolo. Ai suoi lati due tele di ambito bergamasco del XVIII secolo raffigurano a sinistra I santi Fabiano, Rocco e Sebastiano e a destra I santi Antonio di Padova, Fermo e Antonio abate.   Francesco Nezosi
Chiesa di San Colombano, vista sagrato - ph: giulia danesi - visitlakeiseo

Tour in A35: Ospitaletto

Ospitaletto è il luogo in cui è bello abitare e dove lavoro e occupazione trovano ogni giorno importanti conferme. Tra i monumenti da visitare sicuramente merita la parrocchiale, la biblioteca e il Municipio. Obbligatoria infine è una sosta a Lovernato e il suo bellissimo Santuario dedicato alla Vergine Maria.
Ospitaletto