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Milano, città a colori
Scopriamo insieme quanto è colorata Milano
Milano è brutta, c’è solo traffico, smog, nebbia, tanto freddo in inverno e tanto caldo condito dal ronzio delle zanzare d’estate. Ma ne siete sicuri? E se vi dicessi che Milano è una “città a colori”?
E non stiamo parlando dei colori cui purtroppo ci ha abituati la pandemia che ancora stiamo vivendo: zone bianche, gialle, arancioni o rosse. Stiamo parlando di veri quartieri colorati, tanto che alcuni amano definirli “quartieri arcobaleno”.
Siamo in zona Città Studi, dove nel 1915, nell’area campestre delle c.d. “Cascine doppie”, viene posata la prima pietra di quella che sarebbe diventata, appunto, la Città degli Studi: ambizioso progetto che prevedeva la realizzazione di nove padiglioni destinati al Politecnico, alla Scuola di Agricoltura, agli Isti-tuti clinici di Perfezionamento, alla Scuola di Veterinaria, all’Orto Botanico, all’Accademia di belle arti e all’Accademia scientifico-letteraria. Stava nascendo una cittadella della cultura dove ci si prefiggeva di superare la contrapposizione fra sapere scientifico ed umanistico… e intorno ai nuovi palazzi destinati a studenti, studiosi e lezioni - dove ancora oggi si trova uno dei poli universitari più importanti della città di Milano e non solo - sorgevano anche case per i professori e le loro famiglie. Semplici allora, molto caratteristiche oggi.
Proviamo a camminare ad esempio in via Giuseppe Colombo e dopo pochi passi ci ritroveremo a bocca aperta e nasi all’insù ad osservare le diverse casette colorate con relativo giardino privato inter-no che caratterizzano questo asse viario. Alcuni passi in più e, dopo aver attraversato il trafficato viale Romagna, un altro quartiere nel quartiere ci farà domandare “ma siamo davvero a Milano”? Sì, Milano è proprio tutta da scoprire. La via Andrea del Sarto e le vie limitrofe sono caratterizzate da piccole e grandi ville in stile Liberty, oggi quasi tutte restaurate: una vera bellezza camminare qui.
Non solo a Città Studi troviamo piccoli quartieri-arcobaleno. Spostandoci poco più verso il centro, tra la via Archimede e la via Sottocorno, si trova la via Lincoln: qui davvero sembra di passeggiare in un mondo fatato. Piccoli giardini incantati, casette colorate, una dimensione silenziosa e semi-nascosta ci “rituffa” nel passato. Case popolari ma indipendenti per gli operai che lavoravano a fine ‘800 in questa zona… divenute ora dimore molto ambite, ma anche bellissime solo da osservare da fuori.
Milano a colori è anche: i muri delle massicciate ferroviarie che delineano una sorta di cerchio esterno periferico. Ecco, su questi muri da alcuni anni il Comune permette ai writers di dar libero sfogo al loro estro e alla loro fantasia nel disegno o nelle scritte. Davvero una bella iniziativa e un piacere per gli oc-chi vedere questi muri di confine ferroviario colorati. Sono i “muri liberi”. Un modo di permettere agli artisti di esprimersi decorando muri anonimi ma al tempo stesso un modo di invitare ad esprimersi su muri autorizzati.
Qualche esempio per passeggiate alla ricerca di opere di street art lungo i “muri liberi” milanesi? Non perdete nella zona di NO.LO. (acronimo americaneggiante di North Loreto identifica la zona di vie a nord - appunto - di piazzale Loreto) la lunga via Pontano, collegamento tra la via Padova e il viale Monza.
Ci spostiamo completamente di zona della città - da est a ovest - e ci ritroviamo a Baggio, siamo in fondo alla via Forze Armate, estrema periferia dove la storia del piccolo borgo è raccontata sui muri con deliziose immagini in maiolica: dai contadini che pigiavano l’uva agli incontri in taverna fino a quel personaggio che pensò fosse una buona idea issare il suo cavallo in cima al campanile per fargli mangiare l’erbetta cresciuta lassù, immaginate che comodità!
Questi sono solo alcuni esempi della nostra Milano, città a colori.
Al prossimo appuntamento… possibilmente colorato!
Testo a cura di ELENA MEVIO, guida abilitata ConfGuide-GITEC
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