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Zavattarello
In un paesaggio da cartolina dell’Oltrepò Pavese, sorgono Zavattarello ed il suo castello, legati alla potente famiglia dei Dal Verme
Nella Val Tidone, dove l’Appennino digrada verso il Po, le pietre millenarie son incastonate in un ambiente tra i più suggestivi dell’Oltrepò pavese, che coi suoi filari di viti richiama alla mente panorami umbri o toscani.
È una vallata sospesa nel tempo, dove la storia si legge ovunque, nel paesaggio agrario modellato dall’uomo come nei castelli, nelle antiche pievi ed abbazie. Qui sorge Zavattarello (PV), un borgo con tradizione militare molto antica, come racconta anche il castello del celebre capitano di ventura Jacopo Dal Verme, da poco recuperato; le mura e le torri del borgo testimoniano che era un luogo strategicamente importante per lo Stato Vermesco.
L’imponente rocca sovrasta il borgo antico abbarbicato alla collina. L’esposizione a levante esalta i colori caldi e chiari della pietra arenaria e le tinte dei muri segnate dal tempo che si confondono con i toni cangianti del bosco circostante. Dai suoi terrazzi e dalla torre si gode un panorama mozzafiato sul territorio circostante. Tutto in pietra, con le mura spesse oltre 4 metri, il ricetto fortificato, le scuderie, la chiesa e le sue 40 stanze, il Castello Dal Verme merita certamente una visita.
Scendendo nella piazza, si possono osservare gli edifici in pietra - le antiche case medievali - che conservano la struttura urbanistica originaria. Il borgo, in parte ancora circondato da mura, è attraversato da una via stretta e da numerosi passaggi a raggiera verso la rocca.
Dall’altro lato del paese si trova la romanica pieve di San Paolo, con un notevole altare ligneo, pale antiche e reliquie di santi; sul retro invece il cimitero ottagonale, un’opera pregevole per l’armonia delle proporzioni, che accoglie la cappella della famiglia Dal Verme, che strenuamente hanno difeso la gloria e la gente del posto.
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