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Le vie del latte e del tè

Proposta per gruppi
Le vie del latte e del tè

Esplorando il Cimitero Monumentale

Esplora questo straordinario museo a cielo aperto.

Visita guidata tra i borghi della Lomellina

La Lomellina è una terra affascinante caratterizzata dalla presenza di risaie, oasi naturali, castelli e borghi medioevali. In questa gita la nostra guida ci porterà a conoscere due dei luoghi più suggestivi di questo territorio. Inizieremo la visita nel borgo di Lomello ammirando la bellissima basilica protoromanica di Santa Maria Maggiore, l'adiacente battistero longobardo, il Museo degli Stucchi e la chiesa romanica di San Michele. Da Lomello ci sposteremo in auto (10 minuti) per raggiungere Sartirana. Qui entreremo nel castello visconteo risalente al Trecento e perfettamente conservato. Tra le suggestive sale della fortezza potremo ammirare anche una curiosa mostra di abiti vintage.

Il gioiello primitivo

Crea il tuo gioiello primitivo in argento apprendendo la tecnica della fusione in osso di seppia.

Rifugio Ca' Runcasch 2170 m

Alpe Campagneda

Tour delle tre isole

Gita turistica in battello sul lago d'Iseo

Parapendio Tandem sul Lago di Como con Flylibell

Goditi la splendida vista del Lago di Como e del Lago di Lugano con il Parapendio Biposto. Il Decollo è dall'Alpe Giumello

L'antico Giovello

Le pietre verdi della Valmalenco, da secoli estratte e lavorate nell'omonima area geografica, erano e sono tuttora parte integrante di una realtà sociale, culturale ed economica che affonda le sue radici nella immemorabile tradizione artigianale raccolta e trasmessa per secoli di padre in figlio. Il muro di pietra naturale che separava la conca di Chiesa dall'alta valle fu denominato "Giovello". In età medioevale qualcuno osservò che gli strati di roccia affiorati si presentavano marcatamente divisi in lamelle molto sottili. Fu così che i Malenchi, già esperti nello scavo delle locali miniere di ferro, sperimentarono le prime tecniche di scavo e lavorazione del Serpentinoscisto. L'enorme volume di deposito detritico che ricopre tutta l'area è lo scarto di lavorazione delle numerose miniere sotterranee. Diverse centinaia di persone umili e caparbie, aggregate in originali forme di corporazione dette "compagnie", per secoli, ogni mattina all'alba si sono incamminate verso le miniere ad affrontare il duro lavoro di cavatore e spaccapietre. Il prodotto realizzato è la "pioda della Valmalenco" che, grazie alle caratteristiche fisico meccaniche uniche, alla secolare durata e al pregievole aspetto estetico, trova un impiego assai diffuso nelle coperture dei tetti. Le fasi della produzione manuale della Pioda, caratterizzate da una gestualità precisa e costante e dal particolare suono sprigionato durante la lavorazione, sono rimaste immutate nel corso dei secoli. L'area dell' antico "giovello" è stata definitivamente abbandonata alla fine degli anni '80 ed è attualmente oggetto di un progetto di valorizzazione che include il ripristino della sentieristica, la collocazione di cartelli informativi ed il ripristino di un laboratorio e di una miniera da adibirsi a museo: un percorso che permetta al visitatore di immergersi nelle radici di un'attività che ha segnato profondamente la vita sociale ed economica della Valmalenco.

Il Museo Diocesano

Corno di S. Giovanni a Lovere

Accesso: da Piazza Garibaldi a Lovere prendere via Matteotti e risalire per via Oprandi; giunti alla rotonda, prendere la prima strada a destra e proseguire poi lungo via San Maurizio, quindi imboccare (a destra) le XXV Aprile e 1° Maggio. Qui, svoltare in via Gerone e parcheggiare l'auto negli appositi spazi. Il tutto in 5 minuti. Proseguire quindi a piedi lungo via Castelliere, dapprima su strada asfaltata e poi su sentiero. Poco prima del sentiero sulla destra è sita una fontana. Continuando lungo il sentiero panoramico anche su sassi e nel bosco, dopo circa 20 minuti si giunge alla prima torre, quella del 24 maggio, alla cui base è posta una freccia rossa che indica la sinistra. Tenendo la destra e indossando il casco, si arriva ad una nicchia creata da un grosso masso appoggiato alla parete del Corno Grande dov'è possibile fare base. All’interno si trovano delle bacheche con alcune vie. La via parte proprio vicino alla base. Si può notare in bianco, anche se sbiadito, il nr. 4. Nella via ci sono ancora i chiodi originali di quando è stata aperta nel giugno ’44. Essendo però i Corni di San Giovanni la “palestra” principale dei CAI di Lovere, sono stati messi ottimi fix del 12 ed altri affari vari. Dunque una salita sempre in piena sicurezza. Anche le soste sono ok. Dalla base si risale l’evidente fessura che poi si biforca (la barchetta…) ma continuare a risalirla fino al suo termine. La sosta è vicino ad un albero dopo circa 25 metri. E' un 5c in termini sportivi. Traversare a sinistra e poi rimontare un difficile, quanto evidente tetto, sorpassatolo, poco sopra c’è la S2. Credo che al tetto si possa dare 6b. A questo punto consiglio di fermarsi e di scendere in doppia. Questo perché da lì in poi la roccia è instabile nel vero senso della parola. Si muove tutto. Si può arrivare in cima 540 mt. ca s.l.m.(dove c’è una madonnina…), risalendo la cresta, ma ci sono tanti altri bei itinerari per farlo: tipo la via Sud o l’Ulivo anche… Arrivati eventualmente alla madonnina volgete lo sguardo poco sotto e noterete su una roccia rivolta a NO due anelli per calata: DISCESA in doppia! E’ una discesa su strapiombo, non limitatevi ad arrivare a terra ma, con faccia alla roccia, scendete alla vostra sx superando ancora un evidente tratto verticale di massi incastonati, per una ventina di mt. fino a toccare il sentiero: il recupero delle corde è fattibile anche se da quella posizione fanno un bell’angolo. Scendere il sentiero che in 5 min. porta alla base.
Corno di San Giovanni

Il Parco Minerario di Paglio-Pignolino

Alla scoperta delle miniere nel Comune di Dossena

Livigno in bici con i campioni

Pedalare verso il piccolo tibet
Livigno in bici con i campioni