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L'età romana sul Lago d'Iseo

Il lago d’Iseo ha restituito poche ma significative testimonianze di età romana. Le evidenze suggeriscono una frequentazione prevalentemente residenziale del lago che, per le caratteristiche paesaggistiche e per il clima più mite, doveva essere scelto come sede di ville d'ozio. La posizione, fra Bergamo, Brescia, le colline della Franciacorta e la Valle Camonica, favorì una vivacità culturale e commerciale, soprattutto sulla sponda bergamasca, come testimoniano i ricchi corredi della necropoli di Lovere, con servizi in argento e raffinati oggetti d’ornamento. La necropoli, organizzata a recinti funerari lungo la strada di collegamento fra il lago e la Valle Camonica, fu in uso dalla fine dell’età del Ferro a tutta l’età romana. L’importanza della zona è confermata dalla villa di Predore, di cui si conservano consistenti resti oggi valorizzati in un’area archeologica. Verosimilmente appartenne intorno al II secolo d.C. alla gens Nonia, una delle più potenti e ricche famiglie bresciane, imparentata con la gens Arria, proprietaria fra l’altro della villa di Toscolano Maderno. In posizione più interna, lungo la strada che collegava la Valle Cavallina attraverso Lovere alla Valle Camonica nel luogo oggi occupato da Casazza, si trovava un esteso villaggio di fondovalle, strategicamente posizionato, in uso dal I al IV secolo d.C. che doveva svolgere un importante ruolo di scambio culturale e commerciale nel territorio. Lo confermano i corredi delle tombe trovate non lontano, a Mologno, che annoverano fra i reperti anche due anelli in ambra di probabile produzione aquileiese. Verso nord, dopo Costa Volpino che ha restituito sepolture ed epigrafi rinvenute fra Otto e Novecento nelle frazioni collinari, la testa del lago permetteva di raggiungere facilmente la Valle Camonica e Cividate Camuno. L’antica Civitas Camunnorum è una vera e propria città romana in area alpina, capoluogo politico e amministrativo di un vasto territorio che entro la fine del I secolo d.C. fu organizzato in res publica con autonomia giuridica e amministrativa da Brixia. Fu fondata intorno al 16 a.C. al termine delle campagne augustee di conquista dell’arco alpino. La città aveva edifici e spazi pubblici monumentali: negli anni sono stati riportati alla luce le terme, resti consistenti del foro, domus private, le necropoli e il quartiere degli edifici da spettacolo, con un teatro e un anfiteatro. Gli straordinari ritrovamenti sono valorizzati all’interno di un percorso che si snoda tra il Museo Archeologico Nazionale e i Parchi Archeologici del teatro e dell’anfiteatro e del Santuario di Minerva in località Spinera di Breno. Seguendo il corso del fiume Oglio e muovendosi dalla Valcamonica verso Brescia si arriva a Pisogne. Nella chiesa plebana di Santa Maria in silvis è conservato il blocco centrale di un monumento funerario, riutilizzato come vasca battesimale. L’ara, datata alla metà del I secolo d.C., suggerisce l’esistenza non molto lontano di una villa, rimasta verosimilmente in uso fino al V-VI secolo d.C. quando, analogamente a quanto riscontrato altrove, per iniziativa vescovile e con la collaborazione dei proprietari, sorse una chiesa battesimale preposta alla cristianizzazione del territorio. Il monumento funerario conserva sulle facce laterali due bassorilievi con Eroti con fiaccola accesa, secondo uno schema tipico delle raffigurazioni funerarie. Al centro si legge una dedica al sacerdote del divo Augusto Tiberio Claudio Numa e a una donna di nome Claudia Seconda. L’appartenenza del sacerdote alla tribù Quirina indica il legame con la Valcamonica e il gravitare del territorio verso la Civitas Camunnorum. L’esistenza di ville residenziali sul lago è comprovata dai resti indagati a Marone, loc. Co’ de Hela e parzialmente valorizzati in situ. A Sale Marasino nei pressi della ferrovia sulla riva del lago sono state scoperte strutture murarie, resti di mosaici e materiali riferibili a un esteso edificio di epoca romana. Dalla chiesa di San Zenone proviene un’epigrafe votiva con dedica a Cautopates da parte del duo viro Gaius Munatius Tiro (ora a Brescia), a testimonianza della diffusione in zona dei culti orientali. Sempre da Sale Marasino proviene un’epigrafe funeraria in latino chiusa da tre segni in caratteri camuni. L’epigrafe, datata al II secolo d.C., testimonia il persistere della scrittura indigena durante la piena età imperiale. Un frammento di epigrafe e tombe romane sono emerse anche a Monte Isola. Il centro principale dell’area in età romana doveva essere Iseo. Nei pressi del Santuario della Madonna della Neve, sono emersi a più riprese resti di un edificio romano articolato in più ambienti disposti a diversi livelli su terrazze digradanti verso il lago. Il ritrovamento di elementi relativi al sistema di riscaldamento a ipocausto e di apparati decorativi quali lacerti di mosaico e frammenti di intonaco affrescato colorato, suggerisce il livello qualitativo dell’edificio. Si trattava con tutta probabilità di una villa d’ozio, collocata in uno dei punti più scenografici della zona. I materiali datano al I secolo d.C. la fase più antica dell’edificio. Diverse epigrafi sono state rinvenute nei pressi della pieve di Sant’Andrea a nord del paese, dove sono emerse anche tracce di strutture pavimentali con impianto di riscaldamento riferibili a un edificio di età romana. L’abitato doveva estendersi nella parte più elevata e arrivare fino all’attuale Piazza Garibaldi/Rosa, dove doveva esserci il porto sul lago. Nei pressi dell’attuale via Roma correva un acquedotto di epoca tardo-romana di cui sono emerse le spallette in ciottoli e malta e il rivestimento interno in cocciopesto. Infine i resti della villa di Clusane rappresentano, dopo Marone, il contesto meglio conservato della zona.   Serena Solano  
L'età romana sul lago d'Iseo - Ph: visitlekeiseo.info

Tra Montichiari e Carpenedolo, lungo la Fossa Magna

L'itineriario tocca alcuni paesi del bresciano situati lungo la famosa Fossa Magna, un canale della Lombardia che scorre proprio nella provincia di Brescia. Fu Costruito da Bernabò Visconti ed in origine partiva dal fiume Chiese. Il percorso della Fossa Magna, che tocca i paesi di Montichiari, Carpenedolo e Borgo San Giacomo, è stato parzialmente coperto nell'Ottocento, soprattutto nel centro di Carpenedolo, offrendo ugualmente nelle restanti parti un panorama naturalistico tutto da osservare. Da piazza Santa Maria a Montichiari percorriamo via Trieste e poi via Matteotti direzione Pieve di San Pancrazio e ci dirigiamo verso via Fornace, sterrata. Ci spostiamo sull’altro lato della Fossa Magna in direzione del santuario di Fontanelle. Qui prendiamo la strada asfaltata e giungiamo ai ruderi di un antico complesso agricolo e alle prime case di Carpenedolo svoltiamo a sinistra. Proseguiamo poi fino al centro del paese. Da via Fusetti ci immettiamo in via della Bruciata per poi inoltrarci nei campi. Continuiamo su via Sacca, asfaltata. Arrivati alla rotonda seguiamo la ciclopedonale che conduce nel centro di Montichiari. ITINERARIODistanza: 40.6 kmDifficoltà: facileFondo stradale: asfalto e sterratoDislivello:+ 215 m, -215 m. (Pendenza max: 10.2%, -13.8% Pendio medio: 0.7%, -0.8%)Profilo altimetrico:Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB, ibridaDurata media: 4 h ca. PUNTI DI INTERESSE Chiesa di San Pancrazio a MontichiariCostruita nel XII secolo, la muratura esterna è formata da conci di pietra bianca ricavata dalle cave di Mazzano e Virle (BS). All'interno, la bellissima abside maggiore è decorata con motivi antropomorfi e floreali. Info utili: PRO LOCO MONTICHIARI, Piazza Teatro 1. Telefono: 334 7150693Orari di apertura: tutte le domeniche e nei giorni festivi da aprile a settembre dalle 15 alle 18.30, ingresso libero.Sito internet: www.visitmontichiari.it/pieve-di-san-pancrazio/Geolocalizzazione su mappa: 45.4053, 10.39375  Castello Bonoris a MontichiariIl Castello Bonoris è stato costruito tra il 1891 e il 1905 su preesistenti ruderi medievali ed è uno degli esempi architettonici di stile neogotico più importanti della Lombardia. Info utili: PRO LOCO MONTICHIARI, Piazza Teatro 1. Telefono: 334 7150693Orari di apertura: il sabato e la domenica da aprile a tutto il mese di ottobre. sabato: 15-19; domenica: 10-12 e 15-19 (ultimo ingresso 40 minuti prima della chiusura) ingresso a pagamento con visita guidata. in altri giorni visite guidate su prenotazione.Sito internet: www.montichiarimusei.itGeolocalizzazione su mappa: 45.41242, 10.39133  Duomo di Santa Maria Assunta a MontichiariEdificata dal 1729 ad opera dell’architetto Paolo Soratini, viene completata nel 1890 con la costruzione del campanile da Giovanni Tagliaferri. All'interno c'è la splendida pala dell’Ultima Cena del 1542, capolavoro del Romanino. Info utili: Apertura: tutti i giorni 9-12 e 15-18. Sito internet: www.montichiarimusei.itGeolocalizzazione su mappa: 45.41314, 10.39146  Fossa Magna a CarpenedoloIl canale fu costruito da Bernabò Visconti. In origine partiva dal fiume Chiese, passando da Lonato, per ricongiungersi al fiume dopo 15 km. Il percorso della Fossa Magna è stato parzialmente coperto nell'Ottocento.Info utili: E-mail del comune: istruzione.cultura@comune.carpenedolo.bs.it Telefono: 030-9966640 Geolocalizzazione su mappa: 45.37286, 10.41947   Palazzo Gonzaga-Acerbi a CastelgoffredoQuesto storico palazzo è stato la residenza di tutti i signori che si sono succeduti a Castelgoffredo, iniziando dai Gonzaga. All'interno è presente una loggia affrescata dalla scuola di Giulio Romano.Info utili: www.terrealtomantovano.it/luogo/palazzo-gonzaga-acerbi/ Telefono: 0376-781218 Email: info@terrealtomantovano.it Geolocalizzazione su mappa: 45.29811, 10.47494    Pieve di Santa Maria in Carpino a CarpenedoloL'edificio romanico presenta un'abside semicircolare in pietra di Botticino. Nella muratura sono inseriti elementi con decorazioni di epoca altomedievale e romana. Nell'abside c'è un affresco quattrocentesco attribuito a Bonifacio Bembo.Info utili: goo.gl/vWHJStGeolocalizzazione su mappa: 45.35257, 10.4487    
Tra Montichiari e Carpenedolo. Lungo la Fossa Magna

Gardone Riviera

Gardone Riviera è un elegante salotto sul Lago di Garda dove godersi la bellezza di ville e giardini, tra cui il Vittoriale di D’Annunzio
Gardone Riviera @inLombardia

Immergiti online nell'arte in Lombardia

Visita online le bellezze architettoniche, le città, i monumenti, i musei, le mostre e i luoghi della cultura in Lombardia 
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Sarnico

Suggestiva cittadina affacciata sul Lago d'Iseo che offre paesaggi caratteristici e che da sempre ha una grande vocazione turistica

Mostra Permanente di Antiquariato

Cenni storici La costruzione del corpo centrale dell'edificio, commissionata all'architetto Giovanni Ruggeri dal conte Antonio Cavazzi della Somaglia, risale alla seconda metà del XVII secolo. Nel 1688, il conte lasciò la Villa in eredità al pronipote Paolo Dati che, divenuto conte Antonio della Somaglia, attuò l'ampliamento del palazzo, trasformandolo in una reggia maestosa.Al termine dei lavori (1749) la Villa comprendeva il corpo centrale ampliato (corte d'onore), una corte rustica, un cortile triangolare e il cortile degli scudieri, tuttora esistenti.Il complesso, autosufficiente grazie all'apporto di decine di servitori e di famiglie a servizio, comprendeva cucine, granai, lavanderie, pollaio, legnaia, scuderie, cavallerizza, fienile, cantine, agrumarie, orti, vigna, macelleria e ghiacciaia.Le parti di maggiore fascino erano quelle riservate agli appartamenti del proprietario e degli ospiti che comprendevano il salone delle feste, il teatro, la sala biliardo, l'oratorio, lo scalone d'onore; ambienti affrescati e riccamente arredati. Da non dimenticare i giardini che si estendevano sul retro della Villa, con mosaici e ninfei sino a raggiungere un attracco per le barche sul Po.Il Palazzo fu venduto all'inglese Riccardo Holt (1824) per l'impossibilità di mantenerlo a causa dei numerosi debiti della famiglia. Holt insediò nella Villa e nel paese alcune filande, trasformando la cavallerizza in fabbrica. L'inglese accumulò molti debiti e alla morte, nel 1847, la proprietà passò al suo maggiore creditore il conte Giulio Litta. La famiglia Litta Visconti Arese portò nuovamente il palazzo agli onori della vita mondana. Ancora una volta, i debiti contratti portarono alla vendita del Palazzo che aveva nel frattempo assunto il nome di Villa Litta. Nel 1897 il figlio del conte Giulio Litta vendette la proprietà a Guido Corti, che già amministrava questi beni. I problemi economici delle varie famiglie hanno portato allo spoglio e ad un uso non sempre consono della Villa. Basti pensare che il penultimo proprietario Federico Colombo la adibì ad allevamento di animali di vario genere e a magazzino per il grano.Nel 1970 Villa Litta fu acquistata dalla famiglia Carini, attuale proprietaria, che ha iniziato un lento, graduale recupero del palazzo, vincolato dalle Belle Arti come bene storico e artistico nazionale. CRITERI ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA Le aree visitabili sono concentrate nel corpo centrale dell'edificio, suddivise su due piani. Solitamente la visita ha inizio al pianterreno dove si trovano sette sale in sequenza. Dalla sala d'ingresso si accede al giardino terrazzato di cui è visitabile solo il primo livello.La visita alla mostra d'antiquariato prosegue al primo piano al quale si accede tramite lo scalone d'onore. Qui si possono ammirare il salone delle feste e altre tre sale.In tutte le sale si possono osservare gli affreschi e gli stucchi dei soffitti, arredi d'epoca, quadri, oggetti d'antiquariato, sculture lignee ed una raccolta di oggetti e curiosità (armi, giocattoli, utensili da lavoro ecc.) di varie epoche storiche.

Santuario della Madonna della Punta

L’oratorio della Madonna del Rosario sorge su uno sperone roccioso proteso nelle acque del lago Maggiore e posto a scenografica chiusura del golfo di Maccagno Inferiore. Alti sulla costa e sull'abitato, chiesa e sagrato rappresentano un quadro paesaggistico di rilievo per la definizione dei caratteri dell'intera costa dell'alto Verbano.
Santuario della Madonna della Punta

In centro a Varese

Giro ad anello nella città giardino

Weekend a casa: ecco cosa fare

Idee e attività per tutta la famiglia
Credits photo_ Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli

Miniera di Foghera (BG) e dintorni

Partiamo senz’altro dall’Ecomuseo delle Miniere di Gorno, il quale nasce in primo luogo con l’intento di rinsaldare il legame della comunità locale con le proprie radici, la propria storia e le proprie tradizioni.   Tale obiettivo si sta attuando attraverso interventi di ricerca, salvaguardia e valorizzazione della cultura e del territorio.  Il suo Ecomuseo è un museo del tempo e dello spazio, del tempo in quanto le conoscenze e le esperienze del passato vissuto dalla comunità sono valorizzate nel presente con una prospettiva verso il futuro e le nuove generazioni, dello spazio perché privilegia il linguaggio visivo diretto degli oggetti fisici e delle immagini. Evidenziati nel loro contesto originario. All’entrata del territorio comunale, tra le località Centrale ed il santuario del S.S. Crocifisso, eccoci davanti un monumento ricco di significati, il principale riconoscimento al minatore ed alla “taissina” (cernitrice di minerale), figure che con il loro duro lavoro hanno segnato la storia del territorio, caratterizzando la comunità gornese. Il monumento assume un particolare significato dopo il riconoscimento regionale dell’Ecomuseo delle miniere di Gorno.  Faremo un bel tour quindi girando le varie frazioni di Gorno e Oneta per conoscere l’attività peculiare della comunità di Gorno, che ha contribuito a conformare il paesaggio stesso, minerario che è sempre stato profondamente legato a quello rurale, agli alpeggi e al governo del bosco: i minatori fuori dalla galleria accudivano le bestie, producevano formaggio per la famiglia, “andavano” per legna e per erbe, si rivolgevano per ogni necessità spirituale e materiale ai santi della tradizione. Proprio per indagare e valorizzare questo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, si è scelto di intrecciare temi che solo apparentemente sembrano disgiunti ma che sono riferiti a un medesimo ambito, quello dell’ interazione fra l’uomo, il lavoro, la montagna e la sua spiritualità. Il paese di Gorno è costituito da contrade, una volta collegate tra loro da vecchie mulattiere ed oggi invece da strade carrozzabili. La frazione Villassio, posta a 710 metri s.l.m. è il capoluogo; le altre contrade sono: Erdeno, Riso, Cavagnoli, Calchera, Peroli Alti e Bassi, San Giovanni, Sant’Antonio, Campello. Oltre alle contrade, diverse altre località lo compongono, senza contare le molte case sparse poste sulle pendici del monte Grem.Accattivante poter assaporare questo luogo in ogni suo scorcio. Si prosegue con un altra affascinante tappa ci porta ad immergerci in uno scenario indimenticabile, partendo dalla Fontana Sels, angolo caratteristico di Oneta, possiamo raggiungere il bellissimo Santuario della Madonna del Frassino, teatro di un miracolo avvenuto, secondo la tradizione, ad una giovane fanciulla cieca e sofferente, sedeva presso un frassino mentre custodiva le sue pecore, pregando e invocando l'aiuto della Madonna, quando le comparve una signora che le guarì gli occhi chiedendole di far edificare una chiesa a Lei dedicata. Proseguendo infine potremo addentrarci in una altra antica Miniera Polveriera alla scoperta del suggestivo mondo dei minatori. Un percorso ricco di attrezzature e macchinari storici, nel quale è stato allestito un suggestivo arche museo che permette di conoscere la storia delle miniere già attive in epoca romana. 

Location per matrimoni a Bergamo tra arte e design

Scopri dove organizzare un matrimonio a Bergamo: musei, dimore e teatri per nozze unconventional all’insegna dell’arte e del design
Location per matrimoni a Bergamo tra arte e design

Brescia e le sue meraviglie

Visita guidata all'interno del Museo di Santa Giulia e al Parco Archeologico di epoca Romana. Visita guidata attiva all'interno del centro storico di Brescia, tra le piazze e le vie e i palazzi, focalizzata su temi diversi, a scelta dell'insegnante.