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Il Quartiere Arcobaleno

Milano è una città bella che sa anche sorprendere con le sue tante sfaccettature e luoghi poco conosciuti che sicuramente meritano una visita non solo da parte dei turisti ma anche da chi vive in città.   Uno di questi luoghi è sicuramente il Quartiere Arcobaleno in via Lincoln e nell'adiacente via Franklin: un insieme di colori simile alla tavolozza di un pittore e conosciuta come la strada della Burano milanese.Negli ultimi anni questo piccolo quartiere è meta turistica del turista moderno alla ricerca di luoghi insoliti da visitare.   La caratteristica principale di questo piccolo quartiere vicino al centro di Milano sono le villette con i suoi colori variegati: le tonalità pastello di queste case a due piani con giardino, con decorazioni floreali sulle cancellate, il passaggio stretto che non lascia spazio ad auto parcheggiate, ne fanno un'oasi di silenzio e di bellezza.    Anche questo pezzetto di una Milano un po' fuori dagli schemi ha una storia che risale all'Ottocento. Questo quartiere nasce da una cooperativa edilizia per gli operai che lavoravano nella zona. L'intenzione era quella di realizzare case semplici e a prezzi accessibili. Il Quartiere Arcobaleno nasce quindi negli anni '80 dell'Ottocento, vicino a corso Ventidue Marzo da un'area dismessa. Qualche anno prima era stata abbattuta la stazione ferroviaria di Porta Tosa, diventata inutile perché nel frattempo era stata costruita la Stazione Centrale di Milano, che aveva sostituito anche Porta Nuova.   A quei tempi non esistevano le case popolari e quella delle nascenti cooperative edilizie era l'unica soluzione abitativa a buon mercato rispetto agli affitti liberi, che pesavano su gran parte dello stipendio degli operai senza che rimanesse loro nulla in mano. L’obiettivo era semplice: la somma degli affitti pagati da un certo numero di operai poteva costituire un capitale per edificare case a buon mercato. Tanto valeva quindi metterli insieme, in forma di quote di cooperativa.    Oggigiorno le abitazioni di via Lincoln hanno prezzi di mercato decisamente alti, sono esclusive, in posizione centrale a Milano, a dieci minuti dal Duomo, originali, ciascuna diversa dall'altra, più grandi rispetto a un normale appartamento, hanno giardini privati, strada non di passaggio. Tutte caratteristiche che innalzano il costo al metro quadro e restringono la platea di possibili acquirenti. Per raggiungere il Quartiere Arcobaleno dalla stazione centrale di Milano basta prendere il tram n. 9 e scendere in p.zza V Giornate. Da li si percorrono pochi metri a piedi.   Ph Ig: @robyandanythingelse

Il Ciliegio di Besana

Il suggestivo ciliegio nelle campagne di Besana Brianza, con la sua bianca nuvola di fiori primaverili, richiama fotografi e curiosi.

I Castagni secolari di Brallo

Il punto più meridionale della Lombardia comprende valli e cime appenniniche quasi completamente ricoperte da alberi.   Tutta questa zona, geograficamente più vicina a Genova che a Milano, appartiene al territorio di Brallo di Pregola. Il comune, immerso in un contesto paesaggistico di grande valore, si trova a cavallo tra l’Oltrepò e l’emiliana Val Trebbia. Tra le sue ricchezze naturalistiche, i protagonisti assoluti sono i boschi di castagni secolari. Al loro interno incredibili esemplari stupiscono per le intricate forme assunte: si vive la sensazione di attraversare foreste incantate. Una delle selve castanili più interessante si trova, in pochi minuti, scendendo dalla località Bralello lungo il Sentiero dei Briganti, che collega Brallo (950 m s.l.m.) al paese di Fego (550 m s.l.m.); qui ci si ritrova circondati da castagni con enormi tronchi. Decine sono gli esemplari monumentali ed almeno una dozzina d’essi supera i 5 metri di circonferenza. Il più imponente presenta un fusto con una circonferenza di 9 metri (diametro di 290 cm). È davvero un’emozione unica stare in questo luogo e, man mano che si procede, scoprire altri straordinari castagni nascosti tra la vegetazione. Un’ulteriore area con esemplari secolari si trova nella frazione Ponti, raggiungibile da Brallo percorrendo la strada che porta alle pendici del Monte Lesima (1724 m s.l.m.), il punto più alto della zona appenninica lombarda.  La presenza di così tante piante giganti la si deve alla coltura delle castagne, che nei secoli passati erano fondamentale risorsa alimentare nelle aree collinari e di media montagna. Tale era l’importanza, soprattutto per la produzione di farina, che la specie veniva soprannominata “l’albero del pane”.  Monumento verde liberamente visitabile. (Ph: Luca Pernechele) 

Longone al Segrino

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