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Settimana europea della mobilità

Dal 16 al 22 Settembre 2020

Visite alla strada basolata

La strada basolata romana di via Solferino a Cremona, che da sabato tornerà ad essere visitabile dai cremonesi e dai turisti dopo lo stop a causa del Covid. Il nuovo inizio è reso possibile dalla collaborazione tra Camera di Commercio, e le guide turistiche del territorio e del Touring Club Italiano nell’ambito di Aperti per Voi, che contribuisce ad aprire alla visita, in modo sistematico e continuativo, luoghi d’arte e cultura solitamente chiusi al pubblico, grazie al prezioso impegno dei suoi soci volontari. Dal 20 dicembre 2011, quando è stata inaugurata la nuova sistemazione, la Strada Basolata Romana, fino al 2019, prima della sua chiusura a causa della pandemia, è stata visitata da circa 35.500 persone.

Andiamo a Tavola

33° edizione

Lungo l'Oglio verso la Rocca di Soncino

Itinerario verso la bassa padana
Lungo l'Oglio verso la Rocca di Soncino

La chiesa di Santa Maria della Neve

Il complesso del Tinazzo sorge sulla parte nord della vecchia strada che collegava Cremona a Bergamo. Il toponimo Tinazzo prende il nome dal luogo paludoso che ricopre l'area del fiume Oglio da secoli. Abbiamo notizie riguardo il parco dall'inizio del XVI secolo, ma è nel  XVIII secolo  che vede la sua sistemazione con l'introduzione di nuove essenze diverse da quelle tradizionali. Contemporanea al parco è la piccola chiesa della Madonna delle Nevi, meglio conosciuta come Madonna del Tinazzo. Costruita nel 1510, presenta una sobria facciata a capanna con portale e oculo centrale. L'interno della chiesa è ricoperto di affreschi di carattere votivo, tutti risalenti al XVI secolo.

Turismo accessibile per il Cammino di Santa Giulia

Suggerimenti di vista per persone con disabilità ed esigenze specifiche
Museo Santa Giulia

La rete di itinerari ciclabili

Il Lodigiano si presenta come luogo ideale per chi desidera pedalare con facilità.

Da Casalmaggiore a Borgoforte

In bici tra le provincie di Cremona e Mantova.
Da Casalmaggiore a Borgoforte

Verso il Santuario di Caravaggio

Da Cremona a Caravaggio camminando su piste ciclabili, strade vicinali e sentieri campestri.   È l’impresa compiuta da un gruppo di amici di Pandino, che ha ora deciso di raccontare questi itinerari nella guida «La via dei santuari da Cremona a Caravaggio - Da Omobono a Giannetta». «L’idea era e rimane – spiegano Antonio, Damiano e Fiorenzo – quella di far conoscere la nostra esperienza, affinché altre persone possano ripercorrere i nostri passi, scoprire e stupirsi di quanto di quali bellezze abbiamo attorno, e proporre altri itinerari. Vogliamo dare un piccolo contributo al nostro territorio, in modo da favorire la crescita di un “turismo lento”». Per la verità i percorsi sono due: uno che passa per Crema e Pandino (quello A), l’altro per Soncino e Antegnate (quello B). Entrambi si articolano in sei tappe, con tempi di percorrenza che vanno da 2,30 a 4,30 ore. Il tracciato A è di 106 chilometri, quello B di 125. In comune i due tracciati del percorso da Cremona a Caravaggio hanno la partenza, vale a dire la cattedrale in cui riposano le spoglie di Sant’Omobono, e l’arrivo, cioè il santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio. Ma anche le prime tre tappe: da Cremona a San Vito-Casalbuttano di 17 km, con un tempo di percorrenza di tre ore; da San Vito-Casalbuttano a Soresina, della stessa durata; da Soresina a Castelleone, di 20 km e 3,30 ore di percorrenza. Quindi il percorso A prosegue da Castelleone a Crema (18 km e 3,15 ore), da Crema a Pandino (19 km in 3,15 ore) e da Pandino a Caravaggio (15 km e 2,30 ore).Il percorso B da Castelleone porta a Soncino (per un totale di 25 km in 4,30 ore), da Soncino ad Antegnate (23 km, 4,30 ore) e da Antegnate a Caravaggio (23 km, 4 ore). Descrizione del percorsoPer avere un’idea della proposta, descriviamo la sesta tappa della variante B, da San Michele di Antegnate al santuario di Santa Maria della Fonte di Caravaggio.In particolare, eccoci alla seconda parte: da Castel Gabbiano fiancheggiamo Villa Griffoni e svoltiamo a destra per Vidolasco. Subito dopo prendiamo uno sterrato a destra ed entriamo nel Parco del Serio; tenendo la destra al primo evidente bivio risaliamo il corso del fiume. Giunti al ponte della statale (con molta attenzione) attraversiamo la strada e ci portiamo sul versante opposto del fiume lasciando il Serio alla nostra destra. Prendiamo subito a destra un viottolo e ritorniamo a seguire il corso del fiume. Dopo poco più di un chilometro, quando oramai è evidente di fronte a noi la striscia d’asfalto della Brebemi, notiamo uno sterrato che porta a sinistra. Lo prendiamo sino a raggiungere la località Belvedere. Lasciamo alla nostra destra la cascina e proseguiamo sullo sterrato (la strada ben presto piega verso sud) tenendo al successivo incrocio sempre la destra. Attraversiamo la statale 91 e, tramite via San Pietro entriamo a Fornovo San Giovanni. Attraversiamo tutto il paese al termine del quale una ciclopedonale ci conduce sino a Caravaggio. All’incrocio con via Spartaco prendiamo a destra e successivamente a sinistra per la circonvallazione Porta Nuova. Ben presto ci troviamo su viale Papa Giovanni. Di fronte a noi, a circa un chilometro e mezzo, scorgiamo già il santuario della Fonte.Questo tratto della tappa 6B è di circa 14 km. 
Verso il Santuario di Caravaggio

Cattedrale e Torrazzo

Un orologio astronomico, pitture di pregio, una vista stupenda sulla città. La Cattedrale e il Torrazzo sono i simboli di Cremona
Cattedrale di Cremona @inlombardia

Campanili e torri in Lombardia

Una salita da brivido sui campanili e le torri più alti della Lombardia
Campanili e torri campanarie in Lombardia

Orazio Gentileschi: La fuga in Egitto

Nel pieno rispetto della normativa vigente la mostra è sospesa fino a data da destinarsi. Per la prima volta si potranno vedere l’una di fianco all’altra due versioni del"Riposo durante la fuga in Egitto", capolavori di Orazio Gentileschi, in una straordinaria mostra promossa dal Comune di Cremona attraverso il Settore Cultura e Musei, con la curatela di Mario Marubbi. Accanto alle due magnifiche tele, la prima del Kunsthistorisches Museum di Vienna e la seconda di collezione privata, la mostra proporrà una selezione di altri dipinti, sculture, avori, incisioni sulla popolare “Fuga” tramandata dal solo Vangelo di Matteo ma protagonista dei Vangeli apocrifi. Due tele eguali, di mano di Orazio Gentileschi, realizzate l’una dopo l’altra, dedicate al racconto del “Riposo durante la fuga in Egitto”. Un tema che, così come splendidamente ricreato dal Gentileschi, affascinò diversi committenti. Tanto che, accanto alle due versioni riunite a Cremona, se ne conoscono altre due, l’una al Louvre e al Birmingham Museum la seconda. Dipinti che sono riconosciuti tra i più intriganti del primo Seicento italiano. Le due versioni esposte all’Ala Ponzone risalgono al momento in cui Orazio Gentileschi - forse il più precoce, intelligente e spregiudicato interprete tra i pittori caravaggeschi - godeva di enorme fama internazionale. Fama accresciuta a Parigi, dove era stato chiamato alla corte di Maria de’ Medici, e ampliata a Londra dove era stato chiamato da George Villiers, primo duca di Buckingham. La caduta di Re Carlo I d’Inghilterra provocò anche quella del suo potente ministro e la sua “Fuga in Egitto” venne messa all’asta da George Cromwell ad Anversa nel 1646. Finì nelle collezioni dell’arciduca Leopoldo Gugliemo, per il suo castello di Praga, e infine al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Anche la seconda versione non ebbe pace. Dopo vari passaggi, nell’Ottocento il dipinto finì anch’esso nella collezione dei Duchi di Buckingham, a sostituire il gemello finito a Praga. Riproposto sul mercato, entrò a far parte della collezione di Paul Getty a Malibu e oggi è uno dei tesori di una collezione privata di Mantova. Per la prima volta nella storia, le due versioni “Buckingham” del “Riposo durante la fuga in Egitto” vengono esposte vis a vis, grazie al prestito concesso dal museo viennese che, in cambio, riceverà dai Civici Musei di Cremona uno dei loro capolavori, il “San Francesco” di Caravaggio. E, naturalmente, grazie alla disponibilità del collezionista che conserva l’altra versione del dipinto.