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Pinacoteca “Gianni Bellini” di Sarnico

La Pinacoteca Gianni Bellini, inaugurata nel 2004, è ubicata nella parte sommitale del centro storico di Sarnico. L’edificio che ospita la collezione è anche conosciuto come Palazzo Gervasoni, dal nome della storica famiglia sarnicese che cedette la proprietà alla locale amministrazione verso la fine degli anni Novanta. Prima di divenire dimora privata, il palazzo fu sede di un monastero di clausura (sec. XVI). Testimonianze dell’antico convento sono rintracciabili nell’impianto dell’edificio con colonne e archi che ne delimitano il vecchio chiostro. Al centro della sala, ancora pavimentata nella tipica pietra di Sarnico, vi era un vano aperto verso l’alto. Quando il sacerdote e collezionista sarnicese don Gianni Bellini decise di donare la sua collezione d’arte alla cittadina di Sarnico, l’amministrazione locale si trovò nella condizione di individuare un luogo adatto alla conservazione e all’esposizione di tale patrimonio artistico. Fu, quindi, deliberato l’acquisto di Palazzo Gervasoni con l’idea di un recupero architettonico dell’immobile in vista della sua nuova funzione di pinacoteca. Il restauro durò circa sei anni. La planimetria del palazzo venne rispettata, come pure il colore grigio della decorazione in pietra, ora maggiormente sottolineato e scandito dal bianco dei muri e dal legno delle travature. Le strutture sospese dei ballatoi furono rinforzate e assicurate, quindi alleggerite nel piano più elevato. Il tetto fu interamente rimosso per lasciare spazio alla leggerezza di un grande lucernario che accompagna simbolicamente la visione del figurativo umano verso l’infinito. La donazione di don Gianni Bellini annovera poco meno di 200 opere tra dipinti su tavola e su tela, alcune importanti statue lignee e marmoree, nonché quattro crocifissi processionali di grande interesse. Ad arricchire la collezione vi sono anche dei pregiati mobili d’epoca. La maggior parte delle opere esposte si situa in un arco cronologico compreso tra il XVI e il XVIII secolo. Don Gianni Bellini fu collezionista, ma ancor prima fu un conoscitore e un appassionato. Più volte ebbe a dichiarare di essere “assalito dalla voglia di possedere dipinti, sculture e arredi che acquistai presso mercanti e collezionisti privati grazie al fiuto di investire denari nonostante le ridotte disponibilità economiche”. E nella collezione non vi è, a ben vedere, un’esclusiva propensione verso il tema sacro: oltre al diffuso soggetto penitenziale e mistico, non sono poche le concessioni al tema mitologico, ai capricci e al vedutismo. Così accanto al Compianto sul Cristo morto di Palma il Giovane, possiamo ammirare L’allegoria del tempo del Legnanino o Prometeo della bottega di Luca Giordano. Tra gli autori di maggior fama spiccano i nomi di Alessandro Magnasco, Antonio Cifrondi, Carlo Ceresa, Francesco Cairo e Nicolas Régnier. Ugualmente, dal punto di vista geografico la collezione Bellini attinge da un bacino decisamente europeo: dalle differenti scuole italiane si passa all’area fiamminga, francese, spagnola e tedesca più alcuni interessanti esempi della tradizione bizantina greco-veneta.
Pinacoteca Gianni Bellini Sarnico - visitlakeiseo

Castello di Zorzino (Riva di Solto)

Posto a mezza costa tra Riva e Solto, Zorzino conserva le tracce di importanti strutture residenziali medievali, una caratteristica che condivide con i nuclei che costituivano fino al 1928 la grande Comunità o Unione di Solto: Riva, Gargarino e Zorzino. L’abitato di Riva era lo scalo lacustre di Solto: in origine costituita da diversi piccoli nuclei, si presenta compatta con vicoli orientati nord-sud che conducono a lago dove certamente in antico vi erano dei pontili d’attracco. Questi nuclei erano dotati di alcune difese, tuttora ben riconoscibili. Il piccolo abitato di Gargarino, tra Riva e Zorzino, si trova stretto attorno a una minuscola piazzetta con una casa torre con feritoie; poco distante, a sud sorge la chiesa di San Cassiano, l’unico edificio religioso medievale di Riva di Solto. Nel suo territorio si trovava la località Bataino, forse indizio toponomastico di una piccola fortificazione temporanea. Il nucleo di Zorzino è posto tra Gargarino e Solto ed è caratterizzato dalla presenza di alcuni edifici medioevali: poco disgiunto a est verso il Bogn si trova l’antico nucleo del Castello. L’area, oggi solo parzialmente edificata, presenta il caratteristico andamento anulare dei villaggi fortificati medioevali, che segnala la preesistenza di strutture difensive realizzate in materiali deperibili. Tra il XII e il XIII secolo all’interno dell’area del castello fu realizzata una residenza signorile, ancora oggi caratterizzata dalla presenza di edifici in muratura e da una torre. È probabile che da questa fase gli abitanti abbiano iniziato a spostarsi più a ovest nell’area dell’attuale nucleo di Zorzino, dove effettivamente sono osservabili edifici di XIII e XIV secolo. La residenza signorile del castello fu ampliata nel corso del XIV secolo, ma all’inizio del XV secolo venne in parte demolita. Fu subito restaurata e poi ricostruita, e nel 1502 la proprietà nel castello, ormai ridotto a semplice residenza, viene descritta come una “Domum seu petias terre casata solerata et copata iacente in territorio di Zorzino ubi dicitur in Castello quam domum solita est gaudere Andreas fq. Johannis de dicto Lazeri”. Nel 1774 è documentata una “casa della Torre” in cui verosimilmente dobbiamo identificare l’edificio principale del castello di Zorzino.   Francesco Macario
Castello di Zorzino - ph: visitlakeiseo

Le ville Liberty di Sarnico

Diversamente da quanto osservabile in altri laghi lombardi, il lago d’Iseo non presenta una significativa presenza di dimore signorili. Tuttavia a Sarnico è possibile ammirare un originale nucleo di costruzioni Liberty a firma dell’architetto milanese Giuseppe Sommaruga che nel piccolo centro lacustre lasciò alcuni tra i più alti prodotti della sua arte e non mancò di suggestionare la decorazione pubblica e privata di molta architettura locale. Giuseppe Sommaruga arrivò a Sarnico grazie alla lungimiranza e alle cospicue possibilità economiche della famiglia Faccanoni. Nel 1897 l’ingegnere Pietro Faccanoni (con i fratelli Giuseppe e Luigi) era direttore di un’impresa italiana deputata alla costruzione di acquedotti e di altre opere pubbliche a Vienna. Sommaruga venne chiamato a Sarnico, per la prima volta, nel 1907 per la trasformazione di una vecchia filanda in una villa liberty. Alla morte del proprietario la villa, sita al numero 1 di via Orgnieri, fu acquistata da un altro privato che la conservò in tutto il suo originario splendore. La planimetria della villa di Pietro Faccanoni e la sua facciata ricordano le ville fiorentine del Quattrocento. Le decorazioni floreali su nastri che attraversano l’edificio e che seguono la curvatura degli archi sono, invece, tipiche del Liberty. La recinzione esterna in ferro battuto insegue, con estrema coerenza, i motivi liberi e svolazzanti dell’“arte nuova”, frutto della collaborazione con il fabbro Alessandro Mazzucotelli, un vero genio del ferro battuto che accompagnò l’architetto durante quasi tutta la sua esperienza professionale. Allo stesso modo l’interno della villa è decorato e arredato con una fine boiserie e mobili a muro frutto dell’ingegno dell’ebanista Eugenio Quarti. I soffitti sono decorati con la tecnica del cemento graffito in forma di motivi floreali. Sempre nel 1907, Sommaruga iniziò la realizzazione della villa di Giuseppe Faccanoni. Questo è, probabilmente, il vero capolavoro sarnicense dell’artista milanese ed è, al contempo, una delle più alte realizzazioni della sua intera carriera. Situata al numero 56 di via Vittorio Veneto, la villa è immersa in un suggestivo e ampio giardino. Distribuito su due piani, arricchito di mansarde, terrazze, bovindi (quasi cantorie rinascimentali) e torre, l’edificio presenta l’ingresso principale sull’angolo smussato prospiciente il lago. Diversi tipi di pietre rivestono la struttura e animano l’andamento irregolare della villa, decorata, anche in questo caso, da fasce in cotto e in maiolica. Una serie di figure scolpite di animali più o meno riconoscibili (una sorta di bestiario di sapore medievale), popola questo “villino per scapolo”. Il richiamo, simbolico, alla struttura di una nave obbedisce a un preciso intento e a una solida complicità tra architetto e committente. La tentazione di una lettura esoterica è facile e immediata. Il visitatore si trova immerso in un’atmosfera quasi magica e il senso di smarrimento pervade l’ospite disorientato e alla perenne ricerca di un “vera” entrata. Spettacolare il cancello d’ingresso, in ferro battuto: oltre ai consueti nastri si ritrova il gusto per la rappresentazione naturale attraverso la raffigurazione di un campionario di fiori e di incauti insetti catturati da strane ragnatele. Al numero 5 di Via Predore è situato, infine, l’imponente edificio di Villa Luigi Faccanoni (ora Surre). I motivi delle precedenti ville vengono, qui, ingigantiti a dismisura. L’apparato scenico diviene trionfale e l’alta torre “medicea” svetta in posizione di dominio sul vicino lago. Le decorazioni assumono anche il “non colore” dell’oro e la vastità degli spazi obbliga ad alzare lo sguardo. Un discorso a parte merita il Mausoleo Faccanoni del 1907 presso il cimitero di Sarnico: l’edilizia funeraria fu, anche per Sommaruga, un passaggio obbligato. Nel piccolo complesso cimiteriale sarnicense l’architetto milanese edificò una sepoltura laica, quasi uno ziqqurat orientale senza segni cristiani. La struttura è decorata con sculture e fregi dello scultore milanese Ambrogio Pirovano.    
Le ville Liberty, Sarnico - visitlakeiseo

Predore

Località abitata dai tempi più antichi, come confermato dai resti di un’abitazione romana e dal ritrovamento di un’ara del III secolo d.C. dedicata alla dea Diana. Si eleva ancora oggi sul Sebino la trecentesca torre di Micideno Foresti (possedimento dell’omonima famiglia guelfa di feudatari, eretta nel XIII sec.), curiosamente spezzata in senso verticale a causa del cedimento del terreno che ne ha provocato il crollo parziale. A mezza costa trova invece spazio il Santuario della Madonna della Neve o di San Gregorio, edificato nel XV secolo, raggiungibile salendo una ripida scalinata di 288 gradini, godendo però di una delle migliori visuali sul lago.Il resto del centro storico, a monte, è poi caratterizzato da strette viuzze e case in pietra. Si può ammirare inoltre la Chiesetta di San Giorgio, la prima chiesa chi si incontra provenendo da Sarnico, edificata nel XIII sec., molto piccola ed in tipico stile romanico. La struttura a capanna presenta un tozzo campanile a due livelli e due campane, mentre l’unica navata conserva ancora un San Giorgio ed una Madonna del XV sec. In posizione centrale sorge poi la parrocchiale San Salvatore, situata nei pressi del palazzo municipale. L’ingresso è sormontato da un timpano sostenuto da colonne longilinee e si colloca armoniosamente nel chiaro prospetto principale della chiesa. Danneggiata e assai modificata negli anni è stata invece la Chiesa Arcipresbiteriale di San Giovanni Battista, costruita intorno all’anno 1000 nel vecchio nucleo a lago. La facciata è orientata verso il lago e presenta una forma molto semplice, con una pianta ad unica navata in perfetto stile barocco, mentre l’attuale copertura si presenta a capriate, in sostituzione della volta che è crollata. La chiesa è situata anch’essa nei pressi dell’ariosa piazza in cui sorge oggi il municipio, a sua volta affiancato da una storica fontana datata 1709. Merita di essere menzionata, infine, un’importante scoperta avvenuta recen­temente sul territorio di Predore. Durante un’esplorazione alla grotta Bus del Co­ren, tra le rupi che sovrastano l’abitato, alcuni saggi nel terreno consentirono di portare alla luce importanti reperti del periodo Neolitico. Scoperta di notevole importanza archeologica, essendo queste le uniche at­testazioni di insediamenti in grotta di tale periodo in tutto il territorio bergamasco.

Rosso Bronzone di Vigolo

Scopri una delle eccellenze enogastronomiche del Sebino: il Rosso Bronzone.  Tutti conoscono il territorio del Lago d’Iseo come la patria del famoso vino autoctono Franciacorta DOCG, ma il Rosso Bronzone racchiude una storia davvero speciale.  Questo vino è il frutto di piccoli vigneti coltivati da appassionati vitivinicoltori che, avvalendosi di un microclima unico legato alle brezze dei monti, ai raggi del sole e all’aria temperata del lago, producono un vino unico per profumi, fragranza e sapori. Arrivato a noi grazie ai tradizionali sistemi di allevamento di vecchie vigne, come la pergola allocata su piccole terrazze, il Rosso Bronzone è un prodotto che racconta la sua storia e che diventa l’accompagnatore perfetto per piatti a base di carne, salumi e formaggi.
Rosso Bronzone

Laghetto del Pertus

Un punto panoramico che riflette il cielo. Così appare il Laghetto del Pertus agli occhi degli escursionisti che si avventurano nei sentieri della Valle Imagna.   Il lago, situato in un punto panoramico che domina la vallata, è raggiungibile facilmente partendo da Forcella Alta. Giunti di fronte a questo tondeggiante specchio d’acqua è possibile fermarsi per una breve pausa presso il punto di ristoro o da uno dei camioncini che durante i weekend sostano nell’area per vendere i prodotti locali. Una volta terminata la sosta, è possibile proseguire il cammino a nord, verso il monte Ocone, a quota 1353 metri oppure a sud, verso il monte Tesoro (1432 metri).Data la bassa pendenza del percorso, il laghetto del Pertus è la meta ideale per le famiglie e per chi non è avvezzo a questo genere di attività.   (Ph: turismovalleimagna.it)

Arnosto

The medieval village of Arnosto with its surrounding district catches the eye with its typically alpine buildings made entirely of stone, including the roofs, known as “in piode”.   Until the end of the 18th century, this high-altitude location, situated over 1000 metres a.s.l., represented the border between the Serenissima Republic of Venice and the Duchy of Milan. It was the seat of the Venetian Customs House, a building featuring inside many Venetian paintings, still there in all its grandeur.Wandering around the village's cobbled streets, you can admire the Municipal Library, the Town Hall and the hidden gems in the Ethnographic Museum, which houses a collection of tools used by farmers and craftsmen in times past and a photographic exhibition of local people. From the village, numerous trails branch off to reach the Tre Faggi or Monte Resegone, at an altitude of 1875 metres a.s.l.. (Ph: visitbergamo.net)

10 luoghi #inLombardia da instagrammare

La Lombardia è ricca di luoghi che offrono scenari perfetti da immortalare e condividere su Instagram. Quanti ne conosci?

Tour in A35 Brebemi: Arzago d'Adda

Arzago d'Adda è un pittoresco comune italiano situato nella provincia di Cremona, in Lombardia. Questo borgo, attraversato dal fiume Adda, offre un'esperienza unica tra storia, paesaggi mozzafiato e tradizioni locali.
Tour in A35 Brebemi: Arzago d'Adda

Il Villaggio Operaio di Crespi d'Adda

Ideato a partire dal 1877 dall'imprenditore Cristoforo Benigno Crespi, il villaggio operaio di Crespi d’Adda è una testimonianza di quel “paternalismo industriale” che caratterizzò il XIX secolo. Dal 1995 l’UNESCO lo ha inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Passeggiare tra le sue vie sarà come fare un viaggio nel passato per meglio comprendere la vita quotidiana dei suoi abitanti ed il pensiero che portò il suo fondatore a scegliere questo luogo incontaminato dove realizzare il suo grande sogno.

Canyoning,... di estremo solo il divertimento!!!

Esperienza in canyon con guida certificata AIGC e De-Jeps Canyon France

Visita guidata San Pellegrino

Questa passeggiata ci porterà alla scoperta di San Pellegrino, dove viene imbottigliata la famosa acqua e che fu, a inizio Novecento, meta turistica rinomata dell'alta borghesia. Con la nostra guida passeggeremo tra le sue vie e rivivremo i fasti della Belle Epoque, quando regine, premi Nobel e diplomatici frequentavano il Grand Hotel dilapidando i loro risparmi al Casinò e passando il loro tempo tra cure termali e locali alla moda. Seguiremo poi l' evolvere dello stile degli edifici: dal Liberty all'Art Dèco fino all'austero Tempio dei caduti, simbolo della fine di un sogno di benessere e spensieratezza. Dopo la visita al paese, ci sposteremo in auto fino alla località Vetta dove visiteremo le "Grotte del Sogno". Qui attraverso sentieri e gallerie interne potremo ammirare innumerevoli esemplari di sagome scultoree e di concrezioni dai colori e dalle forme singolari, oltre che centinaia di stalattiti e stalagmiti formate dall'acqua nel corso dei secoli. La visita alle grotte non sarà possibile in caso di pioggia.