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Viaggiare in metropolitana in Lombardia, tra storia e curiosità
Rossa M1, Verde M2, Gialla M3, Lilla M5, Blu M4: le linee metropolitane di Milano, raccontano in sequenza cromatica una storia iniziata nel 1964. MetroBS è invece il nome della rete metropolitana di Brescia, classe 2013.
Milano e Brescia sono le uniche città della Lombardia dove si viaggia in metropolitana ed entrambe detengono (opposti) primati. La metropolitana milanese MM è la più estesa d’Italia, ha più fermate, linee e passeggeri annui (oltre 365 milioni). Un’unica linea per Brescia, la città italiana con meno abitanti (circa 200mila) tra le 7 dotate di metropolitana.
Viaggiare in sicurezza in metropolitana in Lombardia
Prima di partire insieme per un viaggio nella storia e tra le curiosità delle due metropolitane lombarde, un breve ripasso delle regole per viaggiare sui trasporti pubblici in zona gialla. ATM e Metro Brescia funzionano a pieno regime ma con ingressi contingentati al 50%, obbligo di mascherina e di seduta solo dove permesso. Vagoni e stazioni sono sanificati quotidianamente. Ecco la guida per viaggiare sui mezzi milanesi e le regole di viaggio a Brescia.
Siete pronti a scoprire insieme come il legame tra mezzi di trasporto, cultura, arte e comunicazione sia sorprendentemente stretto? Ripercorriamo la storia delle due metropolitane lombarde, scoprendone le curiosità.
La metropolitana milanese, dalle origini a oggi
Gli scavi per realizzare la M1 iniziarono nel 1957 dalla fermata Buonarroti, proseguendo per Lotto, Duomo e avanti, fino a Sesto Marelli. La linea fu inaugurata nel 1964 e detta la Rossa, perché il rosso, con il bianco (colori dello stemma di Milano) furono scelti per treni e segnaletica. I diversi colori che identificano le linee sono usati da allora per mappe, treni e arredi. Nel 1969 fu inaugurata la Verde e dopo ben 21 anni la Gialla (1990). Nel 2013, automatizzata e senza conducente, arrivò la Lilla M5, superando nei tempi di realizzazione la Blu M4, attesa per il 2023.
Linea Rossa di Milano: un progetto da Compasso d’Oro
Nel 1964, il team di progettisti autori dell’allestimento e della segnaletica della linea M1vinse il prestigioso premio di design Compasso d’Oro. La giuria premiò lo studio di architettura di Franco Albini e Franca Helg con Antonio Piva e Bob Noorda, per aver qualificato l’ambiente architettonico attraverso la comunicazione con lo studio di una segnaletica coordinata, e per aver organizzato gli ambienti interni tecnologicamente e con un innovativo linguaggio dei materiali. Ancora oggi, la Fondazione Franco Albini ospita visite guidate e online nello studio che vide i progettisti al lavoro sulla “più grande opera di design sociale”, come la definì Albini stesso.
Metropolitana Milanese: curiosità e numeri
Attenzione al gergo: a Milano si prende rigorosamente “il 33” al maschile e “la Rossa” al femminile. Però si può prendere “il metrò”, maschile, alla francese. Alcune fermate hanno nomi strani, come “Porto di Mare”. La stazione, infatti, sorge in un’area deputata alla realizzazione di un porto fluviale sulla via d’acqua Navigli-Po (1917) mai completato. “Molino Dorino” deve il nome all’ultimo mulino ad acqua presente a Milano (XVII sec.) e la sigla “QT8” significa “Quartiere Triennale 8”, il quartiere progettato da Piero Bottoni nel 1947 per l’8a edizione dell’esibizione milanese…
Tra le 30 metropolitane più antiche del mondo (oggi sono più di 160), quella milanese ha quasi 100 km di binari e viaggia nel sottosuolo ma anche in sopraelevata, in trincea o a raso. Certo è che alcune delle attuali 113 stazioni (19 extraurbane) sono a grande profondità: Lotto, sulla Lilla raggiunge quota -25 m e Dateo, sulla Blu, arriverà a -32 m.
A Brescia, l’arte viaggia in metropolitana
La metropolitana leggera di Brescia è automatizzata come la Lilla milanese, è lunga soli 13,7 km e ha 17 stazioni che collegano nord a sud-est della città. Opera tecnologica moderna, è illuminata naturalmente da grandi lucernari, con ascensori trasparenti e porte di banchina sincronizzate con quelle dei treni.
Se la stazione Bresciadue è dedicata al business, dai pavimenti di San Faustino si ammirano i resti delle mura venete della Leonessa e la stazione FS ospita l’arte contemporanea. Qui troviamo infatti l’installazione di Vittorio Isgrò l’Incancellabile Vittoria, omaggio al rientro in città della Vittoria Alata dopo il restauro.