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Attorno al Monte Badile

Il Monte Badile fa parte della costiera che separa il ramo principale dell’alta Val Brembana dalla valle di Mezzoldo.   La partenza avviene da Piazzatorre (BG), da cui si prosegue su via Monte Secco per la località Piazzo, parcheggiando nei pressi del piazzale della nuova seggiovia (1.100 m). Qui, sulla sinistra, diparte la breve strada di accesso ad alcuni condomini (vedi indicazioni Passo Monte Colle e segnavia CAI n.118).Si sale in direzione delle costruzioni, a monte delle quali la strada si fa sterrata e si piega a destra immettendosi in un sentiero che si inoltra nel bosco. Con corti tornanti si guadagna quota tra faggi, abeti e cespugli d’erica. Dinanzi a noi è già visibile il Monte Secco con le sue aspre pareti calcaree incise da profondi canaloni detritici. Dopo circa un’ora e mezza il bosco si apre verso meridione, si piega a destra e in breve si è al capanno-baita Monte Secco (1.720 m, 1 h 45’ dalla partenza), dove poco sopra, inizia il traverso verso destra che porta alla baita-bivacco Monte Secco (1.837 m, 2 h dalla partenza). Si prosegue per la prateria puntando al Passo di Monte Colle che si raggiunge in meno di mezz’ora (1.941 m, massima quota di questa escursione). Ora si divalla per circa 205 metri per puntare all’incrocio con il sentiero CAI 117 che sale da Valleve per fondersi presso la Casera di Monte Colle (1.732 m). Si piega a destra si superano le prese d’acqua e si toccano le nuove baite dette “i Baitelli” (1.748 m) per proseguire sino al Forcolino di Torcola Vaga (1.856 m, 1 h 15’ dal Passo di Monte Colle).Affacciati sul versante di Piazzatorre, inizia la lunga discesa verso le baite di Torcola Vaga (1.700 m). Poi imbocchiamo il sentiero CAI 121 e deviamo a sinistra verso il Rifugio Gremei a 1.555 metri. Qui non resta che percorrere per intero la stradetta di servizio che, dapprima, si sviluppa con lunghi e ripidi tornanti, per trasformarsi poi in una sorta di “toboga” dal fondo cementato e dalle pendenze da urlo.Dopo tre quarti d’ora eccoci al Palazzetto del ghiaccio e al parcheggio.  
Attorno al Monte Badile

L'anello della Terzera

La partenza avviene poco a valle dei parcheggi del rifugio Madonna delle Nevi (1.336 m), sopra Mezzoldo (BG).Davanti al ponticello sul Brembo, una bacheca CAI ci invita a prendere il Segnavia CAI 111. Varcato il ponte, si riparte, risalendo su carrareccia il prato al bordo del torrente. Per quasi mezz’ora la si segue sino a giungere nei pressi della baita del Prà del Möt.Al bivio si lascia la carrareccia per prendere a destra il sentiero CAI 111 che cambia versante. Oltre il torrente ci aspettano 20 minuti di ripida salita in un bosco di conifere. Si giunge, pertanto, a un bivio dove prendiamo la destra, accompagnati dalle indicazioni CAI 115 e “Giro delle Casere”. Il tracciato si addolcisce e volge deciso verso i pascoli di Costa Piana e dell’Alpe Terzera dove, in estate, viene caricato l’alpeggio (1.715 m, 1 h 15’ dalla partenza).Si passa al limite alto del bosco, dove si trova la Baita “Piana di Terzera” (1.730 m), poi si entra di nuovo nel bosco e subito appare la Baita Dossello (1.760 m). Si prosegue con una decisa curva a sinistra e poi su per la valle tagliando a mezza costa il catino naturale che ospita la vecchia baita detta dello “Scem” (1.830m). Poi si guadagna il pascolo finale che porta al Paaso di San Simone(2.016 m, 2 h 15’).Si ridiscende per la medesima strada, talvolta facendo la breve deviazione verso la Baita della Cuna e la Baita Dossello (1.760 m) dove si piega a sinistra e ci si cala verso il fondovalle. La veduta principale è il Monte Ponteranica e la strada provinciale che sale al Passo di Cà San Marco.Giunti in fondo al vallone, troviamo la Casera di Terza a 1.600 metri, prima tappa del locale “Giro delle Casere” (1 h dal Passo).Qui, è stata ultimata una stradetta silvo-pastorale che porta al Ponte dell’Acqua dove si perde quota. Dopo qualche tornante a destra si incrocia a 1.440 metri il bivio “Rif. Madonna della Neve” (vedi indicazioni); qui si lascia la comoda strada per il ripido vecchio sentiero che, in 15 minuti ci riporta al punto di partenza. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
L'anello della Terzera

Escursione al Monte Due Mani

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A scavalco del Monte Gioco

Dopo aver superato l’orrido di Bracca, entriamo nella Val Serina dove saliremo fra prati boschi e le panoramiche creste del Monte Gioco.   Raggiunto Lepreno, frazione alta di Serina, si parcheggia nei pressi della piazzetta antistante la Banca Credito Cooperativo di Lepreno, o poco più avanti, dove un cartello CAI indica il punto di partenza. Imboccato il sentiero 598 si esce dalle abitazioni e si risale un prato per addentrarsi poi in un giovane bosco. Usciti, ci aspetta un sentiero che ci porta oltre le rupi sino al Colle, sul crinale che collega il monte Gioco al Zucchin (1.209 m, 1 h dalla partenza).Si piega a sinistra per ripida e panoramica cresta che offre interessanti vedute sul mondo dell’Arera, dell’Alben e del Menna. Questo e altro lo apprezzeremo ancor meglio una volta arrivati in vetta, dove lo sguardo spazia dalla pianura agli alti monti brembani.Poi si divalla sul lato opposto per un ripido sentierino che serpeggia fra chiare rocce ed erbe magre.Giunti alla Sella ci si inoltra nel bosco (1.057 m, 35’ dalla vetta). Su questa strada privata si piega a sinistra, si passa la sbarra nei pressi di quella che era la scuola (Foppa la scola) e, fatti due tornanti, si prende la stradetta forestale che si stacca a sinistra (vedi insegna Cà Felepp). In breve, la sterrata 598 diventa sentiero e, dopo 1 chilometro, di nuovo stradetta attraverso cui si giunge al “Tribulì” (980 m). Ripartiamo, sempre seguendo la sterrata 598, godendo delle belle vedute sul versante sud occidentale del nostro monte Gioco e incontrando una serie di sorgenti e prese d’acqua.Nelle vicinanze prosperano le eccellenti fonti Bracca, di acqua oligominerale. Ci abbassiamo nella faggeta, incontrando la centenaria cappella Panighett e, di seguito, un’altra fonte, per uscire poi allo scoperto, dove fanno bella mostra la grande falesia di Cornalba e il Monte Alben sullo sfondo.Giunti all’ombra della chiesa, alziamo gli occhi e salutiamo la piramide, quattro ore prima affrontata.  
A scavalco del Monte Gioco

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Bergamo: un capolavoro italiano

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