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Santi Pietro e Paolo a Siniga di Grignaghe

Isolata tra i campi e il bosco ai limiti della suggestiva località rurale di Siniga (Grignaghe di Pisogne), la piccola chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo è documentata già nel 1469. Nel 1578 è registrata l’immagine di San Pietro seduto in cattedra, opera oggi non più rintracciabile, così pure vari affreschi che erano descritti come di carattere profano da mons. Marco Morosini nel 1692 e di cui si ordinava la copertura. L’esterno, di impianto quattrocentesco, è assai semplice e risulta interamente intonacato... L’interno è a navata unica divisa in campate con archi acuti e copertura piana da ricondursi a una sistemazione settecentesca, probabilmente i lavori ricordati da un’iscrizione eseguiti nel 1730. Il presbiterio è a pianta quadrangolare e coperto da una volta a crociera. Il paliotto è in legno: nella porzione centrale è dipinta la tiara con le palme del martirio, attributi di san Pietro; in legno è pure la cornice barocchetta (XVIII secolo) che accoglie la modesta tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo. Nel soffitto della navata due medaglioni in stucco fanno da cornice ad altrettanti affreschi, forse di Domenico Voltolini, con l’Immacolata e la Consegna delle chiavi a san Pietro; quest’ultimo compromesso dal degrado e da maldestre integrazioni. Le due tele con l’Angelo annunciante e l’Annunciata sono di autore ignoto ancora arroccato su suggestioni compositive tardo manieristiche.   Federico Troletti  
santi pietro e paolo a siniga

Giro di Monte Isola in kayak

Monte Isola è la più grande isola lacustre abitata in Italia. Affiora dal Lago di Iseo, con il suggestivo Santuario della Madonna della Ceriola a dominare la sua vetta.   Divisa in dodici frazioni, quest’isola di pescatori è un gioiello sul lago, adornata da balconi fioriti e impreziosita da sentieri e passeggiate vista lago che ne connotano l’unicità sul territorio. Quando arriva la primavera, però, un’esperienza ancora più speciale è una sua visita dall’acqua. Sono tantissimi i porti sulla riviera del Lago d’Iseo per raggiungere Monte Isola, dai principali, Sulzano a Sale Marasino, fino a Iseo, Pisogne, Lovere, Tavernola Bergamasca e Sarnico. Con il traghetto si può arrivare sull’isola e dedicarsi a un’esplorazione in giornata, perdendosi tra le vie pittoresche, visitando Peschiera Maraglio, il variopinto porto principale,  pranzando in uno dei ristoranti affacciati sul lago o cimentandosi nell’escursione fino al Santuario.  Per chi vuole conoscere l’isola da un’altra prospettiva, però, le belle giornate di primavera sono perfette per una visita guidata di Monte Isola in kayak. Alcune attività sulla riviera di lago organizzano escursioni guidate per circumnavigare l’isola in circa due ore e mezza, con possibilità di scorgere l’isola privata di San Paolo e ammirare dall’acqua la Rocca Martinengo di Monte Isola, fino ad approdare a Peschiera Maraglio per godersi una passeggiata.  
Ph: I Mille

Passeggiata sospesa sul lungolago d'Iseo

La nuova passeggiata lungo il Lago d'Iseo a Marone (BS) vede finalmente il traguardo, è stato terminato il primo passo verso il progetto di riqualificazione dell'area di Comune di Marone. Si tratta di una passerella di circa 50 metri con una larghezza di oltre 2 metri a sbalzo sul lago che collega il Parco di Villa Vismara con la zona della Chiesa Parrocchiale.Il camminamento è composto da pavimenti in lista di materiale ecologico color legno Greenwood e poggia su 40 pali in acciaio installati da un'impresa specializzata di Iseo.  Dal lungolago, dove si trova anche un parcheggio, si potrà quindi giungere alla spiaggetta pubblica camminando sulle acque. Pisogne e The Floating Piers, quindi, continuano a ispirare anche l’architettura urbana. L’opera innalzerà il fascino turistico di Marone  che sarà ancora più suggestivo durante le ore serali, grazie all'illuminazione rigorosamente ecologica ed a basso consumo. I motivi che portano alla scoperta del territorio sono tanti e spaziano dalla Strada dell'olio all'antica Via Valeriana, ai sentieri di risalita per la corna del Trentapassi e per la zona delle falesie, ora Marone ne conta uno in più. Immagine di copertina: @lagoiseo.it

Noleggio cabinati a vela

www.sportaction.it

Infopoint Lago d'Iseo e Franciacorta

L’Infopoint Lago d’Iseo e Franciacorta, situato sul Lungolago Marconi a Iseo, è aperto tutto l’anno con uno staff multilingue per soddisfare le richieste di tutti gli utenti con cordialità e professionalità.   I principali servizi offerti ai visitatori sono: Informazioni turistiche e distribuzione di materiale relativo alla storia, natura, cultura, arte, sport ed enogastronia del territorio, dell’intera provincia di Brescia e delle maggiori città lombarde; Distribuzione di cartine dei sentieri, delle escursioni e degli itinerari ciclopedonali alla scoperta del Lago d’Iseo e della Franciacorta; Informazioni su trasporti, viabilità, strutture ricettive e di ristorazione; Informazioni su eventi e spettacoli del territorio e della provincia; Rilascio e timbratura de #ilPassaporto #inLombardia; Sportello decentrato  dell’Autorità di Bacino Laucuale dei Laghi d’Iseo, Endine e Moro. Incantevole e romantico, il Lago d’Iseo gode di un paesaggio unico fatto di monti boscosi e suggestive pareti rocciose, colline e uliveti, che fanno da cornice alla splendida Monte Isola, uno dei “Borghi più belli d’Italia” e Eden Award 2010. Piccoli borghi si susseguono lungo la sponda lacustre tra Paratico e Pisogne. Iseo concentra la frizzante vita sociale tra piazza Garibaldi, il castello e le sue chiese. Nella piazza di Pisogne troneggia la medievale Torre del Vescovo. All’imbocco della strada che conduce in Val Palot sorge la quattrocentesca Chiesa della Madonna della Neve, conosciuta per il suo meraviglioso ciclo di affreschi del Romanino. Il Monte Guglielmo (1949 m. slm) e le Piramidi di erosione (curioso fenomeno geologico) di Zone sono tra gli ambienti naturali da scoprire, non prima di aver passeggiato tra gli angoli più affascinanti di Marone. A sud, il lago si stempera in un armonioso insieme paesaggistico: la Franciacorta, terra di antiche tradizioni, ville, castelli, monasteri e abbazie, vigneti e celebrate cantine dove viene prodotto il famoso Franciacorta DOCG. Motivo di grande richiamo è l’enogastronomia che unisce Franciacorta e Lago d’Iseo, abbinando i pregiati vini ai prodotti del territorio. Su tutti la tinca al forno con polenta di Clusane, il manzo all’olio di Rovato e lo spiedo di Gussago. Le bollicine del Franciacorta non possono mancare. Competono con i vigneti franciacortini gli uliveti che fanno di Marone una “città dell’olio”. Pregiata la produzione di grappa. L’ ospitalità è diffusa in hotel, campeggi, agriturismi e B&B. Trattorie e ristoranti sono presenti in numero considerevole e di qualità.

Il rinnovamento rinascimentale degli edifici religiosi sul Lago d'Iseo

Il periodo di pace e di discreta prosperità garantito dal passaggio sotto la Repubblica di Venezia (1428) e dalla pace di Lodi (1454), pone le condizioni ideali per avviare un rinnovamento degli edifici religiosi e civili. Varie fabbriche mostrano, tuttavia, come il Rinascimento architettonico e figurativo nel Sebino stenti ad attecchire in maniera nitida e omogenea e vada, al contrario, a mediare con elementi gotici ancora in uso a fine secolo e oltre. Sul piano dell’architettura si assiste a nuove fondazioni e a numerosi casi di ampliamento e aggiornamento di edifici medievali come a Vello, Sant’Antonio di Marasino, San Pietro di Tavernola, Santi Cassiano e Ippolito di Gargarino, San Pietro di Provaglio, San Paolo a Sarnico. Il modello architettonico che si diffonde – se è lecito parlare di modello – non è un’esclusiva del Sebino, ma si riscontra pure in Valle Camonica, in Franciacorta e nelle valli bergamasche. Si tratta di una chiesa a unica navata scandita da archi in muratura su cui poggia la copertura a due falde, spesso con travi a vista, mentre il presbiterio a pianta quadrangolare è coperto a volta; la facciata è decorata dal portale in pietra. Allo schema ‘base’ si possono aggiungere varianti dettate da esigenze strutturali e di spazio (come a Tassano) o dalla disponibilità della committenza. Nella Santa Maria in Silvis e nella vicina Santa Maria della Neve vi è l’aggiunta degli archetti ciechi sottogronda in facciata. Archetti ciechi e finestroni ad arco lobato ribassato sono impiegati pure in Santa Maria in Valvendra a Lovere, edificata a partire dal 1473, anche se le soluzioni architettonico-strutturali qui adottate – in particolare nel presbiterio – rappresentano un unicum sul Sebino, tanto da suggerire l’adozione di un modello proveniente da centri più aggiornati. La cultura lombarda non è comunque l’unica lingua disponibile: sul fianco di Santa Maria in Valvendra – sotto un protiro dalle linee rinascimentali – l’insolito portale a modanature intrecciate è riconducibile a lapicidi di cultura altoatesina. Nei due due comuni a nord del lago (Lovere e Pisogne) emergono le più significative testimonianze, sia pittoriche sia scultoree, della diffusione della cultura antiquaria assai diffusa a Bergamo e a Brescia. Tra i protagonisti è da ricordare la famiglia dei da Cemmo, che negli ultimi due decenni del secolo deteneva una sorta di monopolio dei cantieri in Valle Camonica e opera fino a Bagolino, Brescia e Cremona ma non riesce a farsi strada e si ferma a Pisogne, dove lascia in Santa Maria in Silvis uno dei più significativi cicli pittorici. Nella decorazione della chiesa Giovan Pietro da Cemmo inserisce elementi architettonici e medaglioni con volti di profilo che segnano una decisa adesione ai modelli della cultura antiquaria. Lo stesso vale per i frescanti attivi nel presbiterio di San Pietro a Tavernola, portatori di un linguaggio stilistico-architettonico ispirato a esempi milanesi e bramanteschi. Rientrano in pieno in questo gusto anche i portali in pietra simona realizzati dal milanese Damiano Benzoni, formatosi a Milano presso la bottega di Giovanni Antonio Amadeo, per le chiese di Santa Maria della Neve con profili entro medaglioni inseriti nella decorazione scultorea, e Santa Maria in Silvis a Pisogne e di Santa Maria in Valvendra a Lovere. I due portali pisognesi conservano anche rari esempi di scultura a tutto tondo in pietra bianca. Nei cantieri architettonici spesso gli elementi che attestano il maggior aggiornamento sono proprio i complementi scultorei: i cordoli delle finestre, i portali d’ingresso e i capitelli su cui poggiano le volte. In assenza di tracce documentarie è solo possibile ipotizzare la produzione locale con il supporto di maestranze lombarde. Il rinnovamento della devozione e la diffusione di confraternite sollecita la diffusione di cicli con storie di Cristo e della Vergine. Se nulla è possibile dire del perduto tramezzo dipinto nel convento dell’osservanza francescana a Lovere, sono conservati i cicli di Gandizzano, Pisogne, Solto Collina, Gargarino, Zone (Santi Ippolito e Cassiano) e Provaglio. Un ruolo non secondario è svolto dalle stampe, in particolare quelle raffiguranti la Passione, che sono spesso il veicolo preferito per la circolazione di i modelli iconografici e stilistici d’oltralpe: si vedano a tal proposito le citazioni da Martin Schongauer nel ciclo di Provaglio d’Iseo e da Albrecht Dürer in Santa Maria della Neve a Pisogne. A uno sguardo d’insieme, la situazione artistica appare eterogenea, caratterizzata dalla presenza di una serie di artisti, nella maggior parte dei casi ancora senza un nome certo, di formazione e provenienza diverse anche se con alcuni tratti stilistici comuni. Per la sponda bergamasca pare che la direttrice artistica cui guardare sia la Val Seriana anziché la Valle Camonica. Mentre Giacomo Borlone lavora nell’oratorio del Crocifisso di Solto Collina, uno sfaccettato catalogo di affreschi ancora di dubbia attribuzione è visibile a Parzanica (Santa Trinità), Gargarino (Santi Ippolito e Cassiano) e Zorzino (San Bernardino, affreschi strappati ora in parrocchiale). Sul lago trovano spazio il provagliese Domenico Toselli, operoso in case private e nella chiesa di San Pietro in Lamosa, e il gruppo di pittori – non locali – alle prese con una vasta campagna di affreschi inerenti le Storie di Cristo nella Disciplina di Santa Maria Maddalena a Provaglio. Ignoto è l’autore della Pietà con i santi Cosma e Damiano (ultimo quarto del XV secolo) in San Paolo a Sarnico. Affascinanti per la diversa estrazione sono i frescanti che per più di un secolo si alternano nella chiesa di San Pietro in Lamosa e le maestranze che hanno realizzato gli ex voto in Santa Maria del Mercato a Iseo. Un unicum risulta per ora sul territorio del lago la decorazione della cappella di San Pietro a Lovere (1493/94) che testimonia la presenza di un maestro altoatesino a riprova che il Sebino fu luogo di passaggio per varie maestranze. Questa varietà di orientamenti caratterizza ancora il primo quarto del XVI secolo. A cavallo dei secoli XV e XVI la bottega detta del Maestro dei Santi Ippolito e Cassiano (per il ciclo realizzato nell’omonima chiesa a Zone) propone sul Sebino (a Gandizzano, Marasino, Santa Eufemia di Nigoline) schemi piuttosto impacciati e attardati, ma che godono di un certo favore presso la committenza. Contemporaneamente, è documentata sul lago la presenza di artisti più aggiornati sulle novità elaborate nei principali centri lombardi. In Santa Maria in Valvendra a Lovere si susseguono gli interventi del bresciano Floriano Ferramola, (1514) e di Andrea da Manerbio (1535) nelle cappelle dell’Immacolata e di San Giuseppe. Capolavoro assoluto del Rinascimento sono le ante d’organo della chiesa dipinte da Ferramola e da Moretto, commissionate però nel 1515 per il Duomo Vecchio di Brescia e trasportate a Lovere solo nel XVIII secolo. Tra primo e secondo decennio approda sul lago il notevole autore della decorazione dell’oratorio di San Rocco a Peschiera, da alcuni identificato con lo stesso Romanino. Quest’ultimo interviene a Tavernola. Proprio il caso di Santa Maria della Neve a Pisogne, successiva tappa del pittore, consente di leggere le dinamiche del ‘rinnovamento’ culturale. La chiesa era stata decorata forse sul finire del secolo dai da Cemmo (restano, di questo intervento, alcune sinopie nel presbiterio e la decorazione della cappella esterna). Dopo neppure mezzo secolo, l’intera decorazione fu sacrificata a favore di un nuovo ciclo commissionato a Romanino. Sul fronte opposto si schiera l’ignoto frescante che nel 1539 realizza mediante un linguaggio assai attardato il ciclo della Passione della chiesa di Gandizzano ispirandosi ai nobili modelli romaniniani.   Federico Troletti
Il rinnovamento rinascimentale degli edifici religiosi sul lago di Iseo - Ph:visitlakeiseo.info

Romanino tra il Sebino, la Valle Camonica e la Franciacorta

Nel territorio di Brescia, dove Girolamo Romanino aveva casa, bottega e famiglia, sono conservate molte opere del pittore che consentono di avvicinarsi all’attività lunga e proficua di quello che è considerato uno degli esponenti di spicco della cultura figurativa veneziana di primo Cinquecento. La Pinacoteca Civica, ad esempio, custodisce alcuni dei suoi lavori importanti, mentre altre opere sono distribuite in diverse chiese cittadine, a volte ancora nelle collocazioni originarie. Ma il percorso romaniniano più ricco e interessante può essere compiuto seguendo un itinerario che si snoda fra il bacino del Sebino, la Franciacorta e la Valle Camonica. Si può partire dalla chiesa di San Pietro a Tavernola Bergamasca dove, intorno al 1512, Romanino esegue due dipinti murali raffiguranti una Madonna col Bambino, san Giorgio, san Maurizio e i santi Pietro e Paolo che presentano gli offerenti e una Crocifissione con astanti. Sono gli anni in cui la città di Brescia subisce l’invasione dei francesi che forzerà la fuoriuscita di molti alla ricerca di stabilità politica ed economica. Fra questi Romanino, verosimilmente esule sulla sponda del lago dove aveva trovato rifugio anche il governo provvisorio della città e da cui si muoverà alla volta di Padova. Con ogni probabilità quello di Tavernola Bergamasca non è più da ritenersi l’unico episodio di pittura romaniniana esistente sul Sebino. Recenti studi hanno infatti attribuito al pittore un ciclo antecedente ubicato a Monte Isola nell’oratorio di San Rocco attiguo alla chiesa parrocchiale di Peschiera Maraglio. Le due testimonianze pittoriche documentano l’esperienza giovanile su muro del pittore contraddistinta, in particolare, dall’uso vistoso del tratteggio grafico di finitura eseguito a punta di pennello: una traccia delle abitudini di Romanino, e di molti altri pittori dell’epoca, ad utilizzare le stampe come strumento per formarsi e aggiornarsi e come inventario dal quale trarre non solo modelli figurativi ma anche espedienti tecnici da trasferire in pittura. Nei primi anni Venti del Cinquecento Romanino, impegnato in Brescia, riceve anche incarichi prestigiosi dal circondario. A Capriolo, ad esempio, in Franciacorta, sull’altare della Scuola del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Giorgio si può ancora oggi osservare una grande tavola centinata raffigurante una Resurrezione. Realizzata intorno al 1525, caratterizzata dall’intensità cromatica e dall’audacia compositiva, l’opera precede di pochi anni una delle commissioni importanti che apriranno al pittore la pista verso il nord della provincia, la decorazione del refettorio della foresteria dell’abbazia olivetana di Rodengo Saiano. L’ambiente era stato completamente rivestito da una zoccolatura e da un’architettura illusionistica ancora parzialmente visibili che facevano da fondale a un programma iconografico attinente al tema dell’ospitalità, connessa alla funzione della stanza. Oggi non è più possibile valutare la portata dell’insieme originario. Nel 1864 il ciclo è stato in parte strappato: due scene con la Cena in Emmaus e la Cena in casa di Simon Fariseo si trovano esposte presso la Pinacoteca di Brescia. In loco sono rimasti una Madonna col Bambino e san Giovannino e due riquadri raffiguranti rispettivamente Cristo e la Samaritana e una Dispensa con stoviglie, oltre a due angeli reggenti lo stemma olivetano sopra una porta d’ingresso. Il cromatismo acceso giocato sui colori contrastanti, la torsione e il gigantismo delle figure e una pittura già ampiamente basata sull’uso di pennellate larghe e mosse, documentano il percorso di evoluzione dei modi esecutivi del pittore alla fine del terzo decennio: i dipinti hanno infatti trovato una datazione concorde intorno al 1528. Si situano invece alla metà degli anni Venti alcuni dipinti murali, originariamente collocati nella cappella di San Rocco adiacente alla chiesa parrocchiale di Villongo San Filastrio. Questi resti di un piccolo ciclo con una Madonna e alcuni santi possono, secondo molti studiosi, essere ascritti alla mano di Romanino. L’attribuzione però non è concorde. Il parere di altri propende per riconoscere nei dipinti e nelle sinopie rimaste sul muro a seguito dello strappo, un intervento del pittore lodigiano Callisto Piazza, in un momento della sua produzione in cui le tangenze di stile e di tecnica con Romanino sono molto evidenti. Romanino risalirà la sponda del Sebino per giungere in Valle Camonica qualche anno dopo. I suoi interventi a Pisogne, Breno e Bienno, considerati in successione secondo l’ordine cronologico, si inseriscono in un contesto che beneficia di una situazione di particolare stabilità politica, sancita dai patti della Pace di Bologna del dicembre del 1529, e di grande risveglio economico. La Repubblica di Venezia aveva di fatto consolidato il proprio dominio sul territorio e avviato politiche di sostegno per i singoli comuni. In questo clima si assiste alla ripresa delle commissioni artistiche e all’arrivo del pittore reduce dai lavori nel Magno Palazzo di Trento e in una dimora a San Felice del Benaco. Ciò che qualifica anzitutto i cantieri di pittura murale di Santa Maria della Neve a Pisogne, di Sant’Antonio a Breno e di Santa Maria Annunciata a Bienno è il loro carattere civico e comunitario: i tre lavori sono promossi dalle autorità civili delle tre località a nome delle rispettive comunità che esercitano patronato pubblico sugli edifici e caratterizzati come uno sforzo significativo di aggiornamento dell’apparato decorativo già esistente. La datazione degli interventi non è direttamente documentata, ma è legata per Pisogne a un credito contratto da Romanino nel 1534 con i committenti, per Breno alla traslazione nel 1535 del Santissimo dalla Parrocchiale a Sant’Antonio, per Bienno alla risoluzione nel 1540 di una disputa sulla proprietà della chiesa. A Pisogne i dipinti, estesi sull’intero corpo della chiesa, propongono un programma incentrato sulla Storie della passione e della resurrezione di Cristo. A Breno, nel coro, si dispiega un ciclo con episodi salienti del Libro biblico del profeta Daniele dedicato alle vicende esemplari dei re Nabucodonosor, Balthasar e Dario il Medo che sperimentano la facoltà divina di dare o togliere il regno in funzione dell’esercizio più o meno corretto del potere: un significato che risulta direttamente collegato alle funzioni politiche della chiesa, luogo di investitura del Capitano di Valle nominato dal Senato della Repubblica di Venezia. A Bienno, i soggetti sono ricavati dalla narrazione della vita della Vergine compresa nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine e sistemati nel presbiterio con un’insolita disposizione a chiasmo che trasgredisce l’ordine scritto. I tre cicli sono caratterizzati dall’impiego libero dei mezzi pittorici: le forme anatomiche distorte, i tocchi di colore saturo, l’ampio uso della pittura lasciata abbozzata, l’intonaco a vista, documentano l’avvio di una nuova stagione espressiva del pittore. Si tratta di una scelta che testimonia la volontà di esibire il virtuosismo di una pittura immediata e sprezzante, che costituisce uno degli orientamenti più aggiornati e innovativi della cultura degli anni trenta del Cinquecento evidentemente apprezzato dai committenti camuni. Oltre ai dipinti murali, in Valle Camonica è custodita presso il Museo Camuno di Breno una tela con Cristo Crocifisso collocabile al 1550. L’opera è dipinta da entrambi i lati. Sul retro è osservabile un abbozzo con la Madonna col Bambino e santa Caterina lasciato incompiuto da Romanino, come mostrano diversi pentimenti. Nella stessa sala sono esposti anche due frammenti ricomposti di una tela a tempera con Teste di prelati che in origine avevano verosimilmente la funzione di anta d’organo. L’attribuzione del pezzo è ancora oggi dibattuta fra Romanino e Callisto Piazza. Sempre a Breno, in San Valentino, si trova una tavola con una Madonna col Bambino e Giovannino tra i santi Valentino e Maurizio da alcuni ritenuta un’opera giovanile del pittore.   Sara Marazzani
Romanino

Lidi e spiagge a pagamento sul Lago d'Iseo

- Iseo -Centro Turistico SassabanekVia Colombera 2Tel.030 980603 fax.030 9821360Piscina, lido a lago, zona verde, attività sportiveAperto dal 7 maggio al 11 settembre 2016www.sassabanek.it Lido BelvedereVia Colombera 15Tel.030 980970Piscina, lido a lago, zona verde, attività sportiveAperto da maggio a settembrewww.lidobelvedereiseo.it Lido Belvedere – ClusaneVia Risorgimento 132/134 - frazione ClusaneTel/Fax 030 9898030Piscina, a lagoAperto da maggio a settembre Origami Live – ClusaneVia Risorgimento 136 frazione ClusaneTel. 349 7520322Piscina estiva, ristorante e bar a lagowww.origami-live.it Piscine del Ghiottone – ClusaneVia Risorgimento – frazione ClusaneTel. 030 989216Piscina estiva, ristorante e bar - Lovere -Piscine di LovereVia G. Paglia 3Tel. 035 960466Piscine interne e vasca esterna con scivoli, giochi, solarium, grande prato ombreggiato, risto-bar, terrazza vista lago.www.piscinedilovere.it - Pisogne -Lido GoiaVia PiangrandeTel. 0364 880504Ampio giardino a lago con piscina e bar. - Predore -Piscina EurovilVia Sarnico 57Piscina estiva, bar, tavola calda, ampio giardino a lago, noleggio sdraio, zona picnic, spogliatoi, docce, area giochi per bambini, parcheggio gratuito. Cani al guinzaglio.www.discoscaccomatto.it - Sarnico -  Lido NettunoVia PredoreApertura dal 1 aprile al 24 settembre 2017Bar, pizzeria, ampio giardino a lago, noleggio sdraio, zona picnic, docce, area giochi per bambini, parcheggio gratuito. Cani al guinzaglio.Accesso a pagamento da giugno ad agosto - Sulzano -Giardino MarilagoVia CamontaroTel.030985179Piscina estiva, ristorante e bar
Spiagge e Lidi

Itinerario: La riva orientale del Lago d'Iseo

L’itinerario, della durata di una giornata, parte da Iseo, capoluogo del lago, antico borgo di origine medievale retto dagli Oldofredi, dei quali conserva ancora il Castello. Percorrendo via Mirolte, in direzione di piazza Garibaldi, si può ammirare la piccola chiesa di Santa Maria del Mercato, mentre proseguendo a destra e seguendo via Pieve si arriva alla piazza del Sagrato dove sorge la pieve di Sant’Andrea. Di fronte ad essa si trova la chiesa di San Giovanni Battista e sul lato destro la chiesa di San Silvestro. Lasciata Iseo, lungo la strada costiera si giunge a Sulzano dove, nella parte alta dell’abitato domina la parrocchiale di San Giorgio. In posizione panoramica lungo l’Antica Via Valeriana meritevoli di visita la chiesa dei Santi Fermo e Giusto e la chiesa di Santa Maria del Giogo. Proseguendo verso nord si giunge a Sale Marasino con le sue belle ville a lago tra le quali spicca villa Martinengo-Gana e l’imponente parrocchiale di San Zenone. Valgono una breve deviazione le chiese di Santa Maria della Neve a Gandizzano e San Giacomo a Maspiano. Alcuni chilometri ancora e una rotatoria con frantoio ci dà il benvenuto alla città dell’olio, Marone. In posizione collinare, si erge l’antica parrocchiale di San Pietro in Vinculis, mentre nel nucleo storico l’attuale parrocchiale di San Martino di Tours. Risalendo un tratto dell’Antica Via Valeriana, si giunge a Cislano, frazione di Zone, dal quale si gode la miglior prospettiva delle Piramidi d’erosione. Sempre aperta la chiesetta di San Giorgio. Dopo circa un chilometro si arriva in paese, che conserva l’aspetto di un borgo di montagna, costruito intorno alla parrocchiale di San Giovanni Battista. Ritornati a lago, si prosegue raggiungendo Pisogne, l’ultimo paese della sponda bresciana del Sebino. Disposto intorno alla piazza del Mercato, dove si innalza la Torre del Vescovo, e alla vicina piazza Corna Pellegrini dove si trova la parrocchiale di Santa Maria Assunta. Al limite nord del paese, chiudono il nostro viaggio due gioielli della storia e dell’arte lacustre: le chiese di Santa Maria in Silvis e di Santa Maria della Neve.
Riva orientale Lago Iseo

Weekend del 25 aprile in Lombardia

Fai sbocciare la tua voglia di scoperta, organizza giornate indimenticabili scegliendo tra tante interessanti attività 

In viaggio sul Treno dei Sapori

Itinerari a scelta tra Brescia e Pisogne. Comfort e tecnologia per godersi la Franciacorta e il Lago d'Iseo dal Treno dei Sapori

Il Treno dei Sapori

Desideri godere di un’esperienza unica per visitare la Franciacorta, il lago d’Iseo e la Valle Camonica? Vuoi provare l’ebbrezza di viaggiare su rotaia contemplando meravigliosi panorami, che dalle colline si trasformano in lago e da lago diventano fiume e montagne, e nel contempo degustare ottimi prodotti enogastronomici e vini tipici, per un mix sensoriale a 360°? Allora il Treno dei Sapori è la soluzione perfetta per te! Il Treno dei Sapori, viaggio alla scoperta delle bellezze del territorioUn treno arancione su modello dei convogli del primo ‘900 ma con interni completamente rinnovati e confortevoli: un ottimo inizio per un viaggio alla scoperta delle bellezze enogastronomiche e culturali del territorio camuno, del Sebino e della Franciacorta. Il servizio, offerto da Trenord lungo la direttrice ferroviaria Brescia – Edolo, è pensato per turisti, coppie, famiglie, gruppi aziendali: chiunque voglia sperimentare la sensazione unica di muoversi in treno immerso in un paesaggio dalle continue sorprese e lasciandosi accompagnare dai migliori prodotti culinari della zona. Il Treno dei Sapori, tra gusti e itinerari a tua sceltaIl Treno dei Sapori viaggia tutte le domeniche, nei giorni festivi e in occasioni particolari, come ad esempio a San Valentino, al raggiungimento del numero minimo di 45 persone a bordo. Una volta accolto a bordo, il tuo viaggio sensoriale ha inizio: tra uno scorcio e l’altro ti saranno serviti prodotti tipici accompagnati da vini della zona scelti da Sommelier certificati, in una perfetta sintonia tra occhio-gusto-olfatto, per un viaggio esaltante e gratificante. Puoi scegliere tra itinerari differenti: per ognuno è disponibile il programma dettagliato, che prevede anche visite a tesori di storia e cultura (come gli affreschi del Romanino a Pisogne o il Museo Archeologico Nazionale e Anfiteatro Romano di Cividate Camuno) alla presenza di guide specializzate. Per la prenotazione collegati all’apposita pagina del sito ufficiale per selezionare la data e il percorso che preferisci, segnalando anche eventuali allergie o intolleranze alimentari.
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