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Infopoint Pisogne

Infopoint Pisogne

Infopoint Pisogne

L’Infopoint di Pisogne si trova in Piazza Umberto I, nel centro storico del paese.   L’ Infopoint offre a cittadini e visitatori il servizio di informazione turistica con particolare riferimento a: informazione e distribuzione di materiale relativo al territorio di Pisogne e alle altre località lacustri; informazione sulle strutture ricettive e di ristorazione; distribuzione di materiale inerente a escursioni, percorsi ciclabili e di trekking sul territorio; informazioni su eventi, trasporti e viabilità. Lo staff multilingue dell’ufficio è a disposizione dell’utente per soddisfare ogni sua esigenza con cordialità e professionalità.
Infopoint Pisogne

Pisogne e la ciclo-pedonale Vello- Toline

Una giornata dedicata all'arte e alla natura. Visita guidata a Pisogne e passeggiata su quella che i ciclisti descrivono come la ciclo-pedonale più bella della Lombardia, la Vello - Toline

Il Mirad'Or di Pisogne

Dal Lago d'iseo con The Floating Piers di Christo si continua con il fil Rouge d'Arte contemporanea a Pisogne dove si accendono i riflettori per il Mirad'Or di Pisogne. Qui il 24 di Aprile si inaugurerà il Primo "Museo Galleggiante d'Italia", un'opera unica nel suo genere, una struttura che galleggerà sul lago d’Iseo ed ospiterà mostre d’arte contemporanea, ma sarà essa stessa un’opera da ammirare , un belvedere fruibile sia dalla terraferma sia in sospensione sull'acqua, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Fortemente voluta dal Comune di Pisogne, l'opera è costituita da uno spazio espositivo permanente su palafitte del lago d'Iseo ed è dotata di grandi vetrate.Il progetto è stata predisposto dall'architetto Mauro Piantanelli su idea di Gigi Barcella e capo della direzione artistica è stato scelto il noto gallerista bresciano Massimo Minini che sarà affiancato da un gruppo di esperti di arte moderna.  Tale struttura è andata a risanare la zona dell’antico lavatoio, regalando un futuro all’insegna della promozione della cultura.Servirà non solo a celebrare l’arte contemporanea, ma anche il Sebino e la sua storia. Per il suo "debutto" è stato scelto il pittore e scultore francesce "Daniel Buren" che con le sue grande quattro opere creerà un'atmosfera magica sul Lago, infatti vi saranno grandi strisce di tessuto allestite all'interno dello spazio espositivo i cui colori verranno esaltati dalla luce del giorno, mentre di notte la trama in fibra ottica del tessuto brillerà sotto la luna. L'augurio è che diventi una tappa irrinunciabile, come una nuvola sospesa tra acqua, terra e natura, per chi visita il lago d’Iseo, scoprendo Pisogne, la sua storia, l’arte di Romanino, le tradizioni, e la ricchezza del territorio. Immagine di copertina: primabergamo.it

Il nucleo storico di Pisogne

Il centro abitato di Pisogne deve il proprio sviluppo principalmente all’istituzione di un importante mercato, incentrato sulla piazza e sul porto. La posizione in testa alla sponda bresciana del lago e la conseguente possibilità di organizzare un facile accesso alla via d’acqua rappresentata dal Sebino fecero sì che Pisogne, nonostante la natura difficile di un luogo stretto fra le paludi della foce dell’Oglio, potesse diventare il naturale terminale mercantile della Valle Camonica. Fra le ipotesi sull’origine del nome, la più convincente è forse quella suggerita da Guerrini, secondo la quale Pisogne deriverebbe da -oneis, nome locale che indica l’albero dell’òntano. Si può aggiungere che la radice pis- deriva con ogni probabilità da post (così come pos- e pus-, presenti con una certa frequenza nella toponomastica). Il nome indicherebbe così una località situata dopo gli ontani, con riferimento quindi a un bosco di tale specie che doveva trovarsi nel piano a nord del lago. Nonostante alcuni sporadici ritrovamenti archeologici di epoche precedenti, il centro sembra assumere importanza nel Medioevo. I primi documenti noti riguardano diritti di decima detenuti dall’episcopato veronese nel IX secolo e, successivamente, alcune proprietà del monastero bresciano di San Faustino. Probabilmente all'XI secolo risale la pieve, isolata a nord dell'abitato La documentazione storica diventa significativa a partire dal Duecento, grazie all’egemonia vescovile sul territorio e alla conseguente produzione di carte, conservate oggi nell’archivio della Curia bresciana. Si ha notizia di contrasti fra il vescovo e il comune di Pisogne già nel 1195, risolti dieci anni più tardi con la cessione alla comunità dei terreni oltre l’Oglio. Fra i documenti spicca per la quantità di informazioni il designamento dei beni vescovili del 1299, che offre un quadro dettagliato dei possedimenti e delle prerogative spettanti al vescovo sulle terre di Pisogne. Proprietà e diritti erano certamente di origine ben più antica e venne messo in atto in quel periodo, così come nelle altre pievi camune, un tentativo per ribadirli, evidentemente perché molti fattori avevano cominciato a metterli in discussione. Lo stesso villaggio fortificato di Pisogne era stato preso d’assalto solo una decina di anni prima dai ghibellini camuni, che rivendicavano l’autonomia della Valle dal comune cittadino. Il comune di Brescia aveva per questo episodio messo al bando diversi esponenti della fazione. L’esame del documento ha consentito di restituire il volto di Pisogne e di comprenderne meglio la struttura. Nel 1299 Pisogne appare come un castello, un abitato protetto da una cinta muraria dotata di due porte, con un’ulteriore fortificazione interna (il dongione) e un nucleo formato da diversi edifici che, per quanto semidistrutto all’atto della rilevazione, doveva aver costituito in precedenza il centro amministrativo della curia vescovile. All’interno delle mura era posta in posizione centrale la piazza del mercato. A fianco della piazza, la torre nel 1299 risulta in costruzione e avrebbe sostituito, anche come simbolo, i palazzi vescovili danneggiati dagli eventi bellici. La piazza divideva di fatto l’abitato in due parti: verso nord, lungo l’attuale via San Marco, si trovava un borgo fino alla porta dell’Ospedale; verso sud si sviluppava invece una villa. I due termini fanno riferimento a tipi di strutture insediative dalle precise caratteristiche. Il riferimento a un borgo in un documento medievale indica un abitato sviluppatosi con l’accostamento di case le une alle altre su entrambi i lati di una via centrale, di solito all’esterno di una cinta muraria e generatosi a partire da una porta urbana. In un secondo momento poteva poi essere incluso nella cerchia da nuove mura più ampie. Per contro, la villa è un abitato sparso, formato da edifici non necessariamente adiacenti, ma dotati di corti, orti e broli, anche in questo caso in origine generalmente non fortificato. Nel caso di Pisogne l’identificazione di un borgo già incluso al 1299 nella cinta muraria e a nord della piazza indica probabilmente che attorno ad essa doveva essere sorto nelle epoche precedenti il primo nucleo abitato, probabilmente già con una limitata fortificazione. In questo caso il borgo si sarebbe sviluppato lungo la direttrice della Valle Camonica, certamente a quell’epoca la via di terra più importante per Pisogne. Al culmine del borgo nel 1299 si trovava la porta verso la Valle, detta dell’Ospedale per la presenza poco oltre di un ricovero per viandanti. In età veneta (dal XV secolo), con ogni probabilità per la presenza dell’immancabile leone, assumerà il nome di Porta di San Marco, dando conseguentemente il nome alla via verso la piazza. Della porta non rimane traccia. Lungo la direttrice verso la valle sarebbe sorta nel Quattrocento la chiesa di Santa Maria della Neve, celebre per il ciclo del Romanino. L’espansione verso sud è verosimilmente più tarda: la villa appare come un’estensione dell’abitato pianificata, basata su una strada parallela al lago (la via Torrazzo) da cui scendono perpendicolarmente alla riva diversi assi minori. All’interno di questa griglia di strade cominciarono nel corso del Duecento a insediarsi alcune abitazioni, andando a occupare i lotti liberi, con un’edificazione inizialmente più rada rispetto a quella del borgo. Si riconosce un primo tracciato delle mura che doveva attestarsi all’incirca all’altezza della Via di Mezzo, come testimoniano i resti della Porta del Pozzo, ancora visibili lungo l’odierna via Torrazzo. A questa cinta faceva riferimento il fossato vecchio, così definito nel documento del 1299. Le nuove mura si estesero invece verso sud, andando a comprendere altre aree per le nuove abitazioni. La nuova porta venne aperta questa volta verso est, in un luogo chiamato lo Stagnadello, da cui il nome di Porta di Stagnagis (è ancora esistente e nota come Porta dei Monti). Il nome fa pensare che anche questa nuova parte dovesse essere protetta da un fossato o che perlomeno si fosse accostata ad aree naturalmente paludose. Lo sviluppo dell’abitato di Pisogne dei secoli successivi si concentrerà soprattutto in questa zona, mediante la saturazione dello spazio disponibile. Si renderà anzi necessario un nuovo ampliamento con la costruzione della contrada di Capovilla, con limite segnato dalla porta settecentesca ancora visibile. Al centro, la piazza costituiva l’elemento peculiare di Pisogne. In realtà dal documento risulta una suddivisione fra una piazza del mercato vera e propria, attestata sulla riva del lago, e una piazza più interna, definita come piazza del Comune. Le due piazze corrispondono allo spazio attuale compreso fra la torre del Vescovo e la chiesa parrocchiale: l’attuale piazza Umberto I è il frutto di un ampliamento che comportò l’avanzamento della linea di costa. Ancora sulle mappe catastali ottocentesche le piazze appaiono di forma allungata, sviluppandosi dal lago in profondità verso l’entroterra. È da notare tuttavia che le cortine di edifici, nel corso del tempo e in particolare a partire dal ‘400, si protesero verso lo spazio libero, grazie all’adozione dei portici: in questo modo si ricavò spazio ai piani superiori, ma al piano della piazza venne preservato l’uso per il mercato, verosimilmente per disposizione delle autorità comunitarie. La piazza in origine era chiusa da edifici residenziali o commerciali anche a est, e costituiva quindi uno spazio delimitato su tre lati da botteghe e spazi per il mercato. In questo settore è documentata nel Seicento una piccola chiesa dedicata a san Rocco. Questo assetto venne però rotto dalla costruzione, a cavallo fra XVIII e XIX secolo, della nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, che comportò la demolizione della cortina orientale e lo sfondamento delle mura. L’intervento ha cambiato completamente la percezione dello spazio, che ora ha come fondale la facciata progettata attorno al 1769 dall’architetto bresciano Antonio Marchetti.   Alberto Bianchi  
Nucleo storico Pisogne - ph: visitlakeiseo

Dritto negli occhi: Romanino e Pisogne

Visita guidata sul lago d'Iseo al borgo porta d'accesso alla Val Camonica

Da Cividate Camuno a Pisogne

Alla scoperta della Valle Camonica in bici, fino alle rive del Lago d'Iseo
Da Cividate Camuno a Pisogne

Da Cividate Camuno a Pisogne. Dai Romani a Romanino

La Valle Camonica è un’ampia distesa pianeggiante che si estende nelle Alpi centrali in Lombardia ed è sito dell'UNESCO. Il percorso qui proposto toccherà i paesi camuni della provincia di Brescia. La valle è attraversata dal fiume Oglio e ospita una delle più grandi collezioni al mondo di arte rupestre preistorica. Visitare questi luoghi significa fare un salto indietro nel tempo lungo ottomila anni, per arrivare sino al medioevo e al Cinquecento. L'itinerario inizia da Cividate Camuno e termina a Pisogne. Da Cividate Camuno, nei pressi del parco del Barberino, si gira a sinistra, sulla strada sterrata che in breve porta alla chiesa di Santa Maria di Esine. Passiamo dal centro del paese fino all'argine del torrente Grigna, attraversiamo poi il fiume Oglio attraverso la passerella in legno e riprendiamo la pista ciclabile in direzione sud, verso Darfo Boario Terme. Da qui incontriamo un passerella in ferro che ci porta sulla sponda destra del fiume Oglio, sulla ciclabile bergamasca, che termina nei pressi delle rotonda di Costa  Volpino. Ritornati in mezzo al traffico passiamo di la dal fiume e seguiamo le indicazioni per Grattacasolo sino al passaggio a livello dove ritroviamo la pista ciclopedonale dell'Oglio che seguiamo fino alla stazione di Pisogne. ITINERARIO Distanza: 31.800 kmDifficoltà: facileFondo stradale: asfalto e qualche breve tratto di sterratoDislivello: + 339 -418 m ( Pendenza max: 17,7%, -21,8% Pendio medio: 1,9%, -1,7%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: tutte ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Parco archeologico di Cividate Camuno e anfiteatroIl Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro è stato aperto nel 2003. Al suo interno sono conservati e valorizzati i resti archeologici del quartiere degli edifici da spettacolo dell’antico centro romano di Civitas Camunnorum.   Torre di Cividate Camuno detta anche Torre Federici L'edificio medievale è stato realizzato nel XII secolo, anche se nel nel 1390 è stato ricostruito a causa di un crollo. La ricostruzione è opera della famiglia Federici, come riportato sul portale sud.  Chiesa di Santa Maria Assunta a Cividate CamunoLa chiesa nell’XI secolo assunse le forme romaniche che ancora sono osservabili nell’abside e nella parte inferiore della torre campanaria. All’interno si conservano opere pittoriche del '500 ma anche dei secoli a seguire.  Parco del Barberino a Cividate CamunoIl parco del Barberino è un grande terrazzo naturale che si interrompe bruscamente con un ripido salto. Il parco ha una forma allungata e stretta, caratterizzata dalla presenza dei colli del Barberino e del Bardisone.   Chiesa di Santa Maria Annunziata a EsineDivenuta monumento nazionale, la chiesa fu costruita attorno al 1480. L'interno, ad aula unica, presenta un ricchissimo ciclo di affreschi di Giovanni Pietro da Cemmo, databile negli anni novanta del '400.   Archeopark di Boario TermeAperto nel 1999 a Darfo Boario Terme, il parco propone al pubblico in modo interattivo la ricostruzione della vita materiale e spirituale dell'uomo della preistoria e protostoria.   Terme di BoarioPresso le Terme di Boario ci si può concedere una passeggiata nel Parco Termale, luogo incontaminato, cornice indimenticabile di spettacoli e feste, oppure dedicarsi alla cura della propria bellezza nel percorso benessere SPA proposto dal centro.  Santa Maria della Neve a PisogneLa chiesa, ad aula unica, divisa in tre campate da archi acuti, è stata edificata nella seconda metà del XV secolo. Al suo interno si trova il ciclo di affreschi dedicato alla passione di Cristo dipinti dal Romanino e terminati nel 1534. 

Da Pilzone a Pisogne lungo l’antica Via Valeriana

Un trekking tra mulattiere, antichi borghi e paesaggi mozzafiato
Da Pilzone a Pisogne lungo l’antica Via Valeriana

Pisogne

A Pisogne, vari ritrovamenti e tracce testimoniano sia la presenza di antichi insediamenti preistorici che il ruolo centrale, a livello industriale e commerciale, ricoperto dal paese in epoca romana per la sua posizione privilegiata (tra Valle Camonica e Sebino) e la sua morfologia. Presso la contrada di Grignaghe vi sono ancora, infatti, ricchi filoni di ferro con numerosissime miniere. All’ingresso di Pisogne è posta la statua di un grande cavallo bianco. Il centro si snoda attorno alla grande piazza del Mercato, che si apre verso il lago. Sulla piazza si affaccia la torre del Vescovo, alta circa 30 mt., fatta erigere assieme al altre fortificazioni durante una delle battaglie fra Bergamo e Brescia del XII sec. Durante il tardo Medioevo fecero rumore i processi contro le streghe che, si narra, furono tenute prigioniere nella torre e bruciate vive nella piazza. Da piazza del Mercato inizia piazza Corna Pellegrini, che sale fino alla chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, con dipinti del XIX sec ed il grande organo Serassi di metà ’800, con più di 2000 canne. All’inizio di Piazza Corna Pellegrini inizia a destra via Torrazzo, lunga e tortuosa strada che attraversa il centro del borgo medievale. Salendo per via dei Monti, che si incrocia a sinistra, si giunge a una porta medievale. Proseguendo per via Torrazzo e quindi per via Mercanti fino all’inizio di via Mandolossa si incontra la porta Capovilla, che chiudeva l’abitato a sud. Sempre da via Torrazzo, scendendo verso il lago attraverso via Speranza si incontra, all’angolo con via Nave Corriera, una pittoresca casa del XVII sec. A monte del borgo medievale, sulla strada verso la Val Palot, si incontra la chiesa di S.Maria della Neve (XV sec.), sotto il cui portico di sinistra sono visibili degli affreschi, con storia di Adamo ed Eva. Il portico di destra è diventato la cappella dell’ex ospedale, mentre sulla facciata, in basso a destra, rimangono tracce di motivi iconografici diffusi nel XV sec. All’interno della chiesa è visibile un magnifico ciclo di affreschi di Girolamo Romanino raffiguranti scene della vita di Cristo, eseguiti negli anni 1532-34. Proseguendo lungo la strada verso la val Palot si incontra la pieve di S.Maria in Silvis del sec. VIII e ricostruita nel XV sec., con facciata decorata in pietra rossa. Sul lungolago, di recente ampliamento e ristrutturazione, si ricorda una scultura a forma semicircolare, composta da 10 pilastri sui quali è riportata una frase di Renato Guttuso, dedicata all’artista Romanino: «Romanino ci serva, ci inviti a guardare la realtà e ad avere il coraggio di andarci dentro, anche se essa è grande e terribile». Sono consigliate le visite anche alle piccole frazioni di Gratacasolo, Toline, Pontasio, Siniga, Grignaghe, Sonvico e Fraine: un iter suggestivo tra le acque del lago e la quiete dei boschi.

Grignaghe di Pisogne

Posta a 900 m di quota, Grignaghe sorge lungo l’antico collegamento con la Val Trompia, attraverso il colle di San Zeno, ricalcato dall’odierna carrozzabile. La via, frequentata fin dal Medioevo, garantiva il trasporto del ferro estratto dalle miniere presso Grignaghe e Pontasio verso le fucine triumpline. La ricchezza e l’importanza che ne derivava alla contrada (“Terra ben popolata e famosa per le sue miniere” la descrive padre Gregorio nel 1698) emerge nei suoi edifici e soprattutto nelle singolari sculture erratiche visibili in piazza San Rocco e in via San Rocco: i cinque elementi monumentali in arenaria rossa, con scene di difficile interpretazione, dovevano ornare i portali di un edificio civile. Nonostante il plasticismo vigoroso ed elementare, che ne ha suggerito un’origine longobarda, i dettagli e la presenza di uno stemma visconteo li collocano nel pieno Trecento. Grignaghe mostra una struttura compatta, frutto di un’antica organizzazione fortificata: la chiesa di San Rocco sorge sull’antica torre di accesso, visibile dalle scale a destra della facciata, e numerosi edifici mostrano ancora le strutture del Due e Trecento negli spigoli in blocchi massicci e nei portali imponenti. Imboccando le ripide discese che si sviluppano dalla via centrale (via Imavilla - via Fontana) si possono osservare le strutture peculiari degli edifici verso valle, con ampi voltoni a superare il dislivello del pendio. Lo spigolo di una casa torre è visibile in via Cimavilla e, addossato ad esso, vi è uno splendido esempio di architettura tradizionale in legno e pietra. La parrocchiale di San Michele, riedificata nel ‘700, sorge a monte, isolata dall’abitato: si raggiunge dalla via San Rocco o in auto seguendo la direzione per Passabocche. Il grande edificio conserva all’esterno alcuni frammenti trecenteschi e all’interno mostra la sedimentazione delle campagne decorative tra ‘500 e ‘700: perdute alcune opere lodate dalle fonti antiche, sono di particolare pregio i Misteri del Rosario, di Pietro Ricchi (circa 1640-1645).   Monica Ibsen  
Grignaghe Pisogne

I Camini delle Fate

Una giornata tra lago e montagna. Visita guidata alle piramidi da erosione (Camini delle Fate) di Zone e nel pomeriggio visita al borgo di Pisogne